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giovedì 29 novembre 2012

29 novembre 2012, da Amed a Sanur

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Oggi sarà una giornata di trasferimento, anche se la distanza non sarà ecessiva attaverseremo l'isola da nord a sud. Non sarà solo un'attraversamento geografico, ma molto di più fra la Bali ancora relativamente rustica e naturale del nord verso quella del turismo di massa del sud. Ne siamo pienamentte coscienti ma che vorremmo rimanere qualche giorno di più al nord dobbiamo spostarci fino Dempasar per poter acquistare il Japan Ral Pass(JRP) all'ufficio dell'agenzia Rama Tours a poca distanza dall'aeroporto. Fatta colazione il nostro autista Juddi ci porta in un botteghino dove posso far stampare i vari documenti occorrenti per il PRP, vedi il biglietto del volo a Tokio e quello del Ferry verso la Corea. Il percoso che facciamo è molto bello e variato. Si sale fra le montagne e risaie con sullo sfondo il vulcano Agung, con quasi 3'000m/sldm la montagna più alta delll'isola. Dall'altro lato attraversiamo i paesi di Alampura, Candi Dasa, Padang Bay per poi prendere l'autostrada verso Kuta e l'aeroporto. Prima di Kuta il traffico, inizialmente di camion che portano al sud la sabbia nera del vulcano, ma poi di auto e motorini, si intastae dobbiamo procedere incolonnati per una mezzora. Troviamo facilmente l'agenzia e altrettanto facilmente ci allestiscono il Vaucher per il JRP. Alla una il nostro autista, dopo averci riportati indietro di alcuni Km verso Sanur, ci scarica in vicinanza di una spiaggia, dove ci rinfreschiamo e pranziamo. Su uno dei tabelloni all'entrat adi Sanur avevamo vista indicata la temperatura di 39 gradi. Fa veramente molto caldo e non spira un alito di vento. Solo qui vicino al mare sotto l'ombra di un gigantesco Banyan si sta bene. Il mio stomaco intanto ricomincia a movimentarsi e devo tenermi pronto a scattare alla toilette. Sarà il curry ed il peperoncino piccantedi ieri sera? Meglio prevenire il peggio con qualche pastiglia di carbone attivo. Poi, mentre Maggie mi attende al ristornante, mi metto fiducioso alla ricerca di un alloggio per le prossime due notti, possibilmente vicino al mare. Prima verso sud, poi verso nord faccio passare i vari ressort, e le poche guesthouse. Dopo una decina di Km e varie richieste riconosco l'impossibilità di trovare l'alloggio desiderato, specialmente per il nostro budget! Per quelli vicino al mare, bisogna spendere sopra i 100$. Unicamente uno scenderebbe eccezionalmente a 70$, ma senza colazione e tasse non incluse. Decidiamo di lasciar perdere la spiaggia e cercare in centro. Con l'aiuto di un autista ne troviamo uno, molto spazioso e pulito per 200KRp (20Fr), NB: colazione e WiFi inclusi e con AC, un vero affare per questa zona. La gentile signora che parla bene l'inglese, anche se con voce molto acuta ci coccola e consiglia come una mamma! Tra di noi siamo soddisfatti di dare qualcosa a lei e non finanziare qualche multinazionale del turismo molto ppresenti in questa zona. La sera alla ricerca del read snapper che non avevamo trovato sulla costa Nord. Anche qui troviamo solo dei withe snapper. Li riceviamo in un ristorante shick sulla spiaggia, ma quando li riceviamo grigliati sono una delusione, mezzi bruciati e secchi come chiodi! Altra delusione seguita dal prezzo della birra Bintang di 60KRp invece dei 25 – 30KRp usuali. Il posto caratterizzato con delle maestose statue del Budda era bello e tranquillo, ma i prezzi e la qualità della cucina sono da dimenticare.

28 novembre 2012, Amed

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La colazione inclusa nell'alloggio offre il minimo, cafè più pankacke o omelette, ma i supplenti di frutta o toast costano pochissimo. Noi arricchiamo la nostra colazione con frutta fresca e toast. Poi dopo aver noleggiato le attrezzature da snorkeling ci buttiamo in mare per ispezionare la zona davanti al nostro alloggio. Qui rimaniamo stupefatti da come è vicina la barriera corallina e quanti sono i pesci variopinti che scorazzano davanti ai nostri occhi. Tutta la baia davanti a noi è una vera e propria palestra per lo snorkeling! L'acqua è bassa, molto limpida e tranquilla, l'idealle per stare ore intere ad inseguire i pesci e ammirare i vari coralli, che non sono proprio in eccellente stato, ma le cui dimensioni ci danno un'idea di come doveva essere qualche anno fa prima dell'inizio del fenomeno dello sbianchimento dei coralli oramai presente in quasi tutti i mari. Pranziamo con Raquel nel caffè vicino alla nostra abitazione per poi continuare le immersioni nel pomeriggio. Per precauzione, dopo la bruciatura di lunedì nuoto sempre con una maglietta. Verso sera decidiamo di fare una passeggiata verso il paese di Amed per cercare l'albergo di uno svizzero, il Palm Garden, insediatosi qui qualche hanno fa e che era stato mostrato all TV-DRS quale esempio di un nostro connazzionalle emigrato con successo da queste parti. Dopo aver fatto almeno tre Km ci fermiamo a bere una Bintang in un ristorantino con due gentili balinesi, le quali ci dicono che ne mancano altrettanti fino al Palm Garden. Visto che si sta facendo notte decidiamo di rinunciare a continuare e di tornate indietro. Intanto da un lato scende il sole con un bellissimo tramonto, e subito dopo dall'altro alto sale splendente la luna. Uno spettacolo stupendo che non possiamo mancare di fotografare finchè mi si esaurisce la memoria della fotocamera. Ceniamo poi vicino alla nostra abitazione, ma dall'altro lato, con Raquel e Carlos, sarà l'untima volta? Difatti noi domani mattina presto partiamo per Sanur mentre loro vogliono rimanere e riposare ad Amed per andare a Ubud e poi sull'isola di Lambongan per passare li gli ultimi giorni del loro intenso viaggio indonesiano. 

27 novembre 2012, da Lovina a Amed

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Dopo la solita magra ma ottima colazione all'hotel Astina carichiamo tutto sull'auto del nostro autista che ci attende con molto anticipo. Durante il viaggio, lui che è indù, ci introduce nelle varie festività indù. Oggi per esempio era la festa della luna piena, ed è per questo che tamattina alle 5 gia avevamo sentito attorno a noi dei canti e preghiere. Ma, secondo le sue spiegazioni, la festa che ci stupisce di più è quella che festteggiano durante il mese di marzo e consiste in un giorno ed una notte senza attività; sono ferme le auto, i motorini e persino gli aerei. Tutti stan in casa e non possono accendere ne le luci ne cucinare. Deve essere veramentte staordinario. Dopo Singaraja in un posto vicino al mare dove si trova un tempio dedicato ad una divinità che protegge i guidatori, si ferma e mentre noi scattimo le foto lui si fa benedire e prega per la protezione dagli incidenti. Da come guida con noi è un guidatore molto prudente, non sappiamo però quanto sia l'effetto della protezione divina! Anche il fatto che la sua autoè a credito e deve pagare le rate per ancora due anni potrebbe influentare il suo stile prudente di guida. Apple 11 dopo vari stop qua e la arriviamo ad Amed e subito al primo posto dove chiediamo decidiamo di rimanere. Siamo a Jemeluk al Banboo Bali Guesthouse con una spaziosa camera a due letti doppi a neanche dieci metri dalla riva del mare e paghiamo 225KRp con colazione, WiFi e AC. Appena insediati e pranzato nel vicino Sunset Cafè invio il nostro indirizzo a Carlos, ed ecco subito la risposta che anche loro sono alloggiati nello stesso villaggio a neanche 100m da noi. La sera ci incontriamo per cenare assime e scambiarci le recipoche esperienze fatte dopo la loro partenza da Lovina. Loro sono entusiasti del loro tour ai laghi e in particolare per l'ascesa al vulcano Kintamani, fatta la stessa mattina con partenta alle 3.30 di notte. Dopo cena nel nostro risporante Raquel, che ha paura dei topi, ne intravvede uno a girare fra i tavoli; grosso spavento, ma mentre cerchiamo di tranquillizzarla guardando in alto fra i tetti ne vediamo diversi altri scorribandare attorno. Per Raquel è veramente troppo, cosi paghiamo e ci ritiriamo nei nostri alloggi dopo aver convenuto con Raquel di fare snorkrling assieme domani, mentre Carlos andrà a fare immersione a Tulamben dove si trova inabissato una vecchia nave da guerra americana.

martedì 27 novembre 2012

24 – 26 novembre, a Lovina (Bali nord)

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Per oggi la parola d'ordine è relaxing, dopo l'intensiva giornata di ieri ci meritiamo oggi qui a Lovina una meritata giornata di distensione. Al nostro tranquillo e confortevole Astina Guesthouse passiamo la giornata fra la piscina, il ristorante e la nostra camera. Per me è l'occasine per pianificare la prossima tappa del viaggio, il Giappone. Cerco prima le info su come procurarci il Japan Rail Pass, per visitare il Giappone in treno. Per questo ci colleghiamo con skype con la figlia Nadja per coordinare le date ed i vari dettagli. Trovo poi un'agenzia a Zurigo che ci venderebbe i RailPass onlne, ma per nostra sorpresa e disappunto scopriamo che ci devono inviare il Vaucher del Pass per posta, e loro lo inviano solo in Svizzer. Trovo strano che si possono inviare gli e-ticket per i voli e le ferrovie giapponesi non riescono ancora ad inviare gli “e-RailPass” e si debba dipendere da un'invio postale. Continuando la ricerca scopriamo poi l'inirizzo di un'agenzia a Dempasar che venderebbe sul posto. Riceviamo poi la conferma telefonicamente, ma ecco un'altra sorpresa: dobbiamo mostrare il ticket dell'uscita del Giappone. Questo ci scoccia perché avremmo voluto essere liberi di uscire da dove e quando vogliamo noi sul posto. Dobbiamo cosi riservare un passaggio con un traghetto ben definito e per una data prestabilita. Cercando intensamente i Internet scopro la compagnia che opera un collegamento veloce fra Fukuoka e Pusan, ma ecco la seconda sorpresa: il sito per la prenotazione seppure indicante che si può scegliere la lingua inglese, dopo la pagina di introduzione è solo in giapponese. Provo con un po di fantasia a immettere i dati, ma mi devo subito rassegnare! Dobbiamo farci aiutare dalle conoscenze linguistiche dalla figlia Nadja! Le passiamo tutti i dati e detto fatto, il giorno dopo riceviamo per e-mail la conferma della prenotazione, le uniche cose che riusciamo a leggere sono i nomi e le date. Segue poi la stessa procedura per la prenotazione dell'albergo per la prima settimana a Tokio. Terminiamo la giornata, che doveva essere di relax, andando a cena con Raquel e Carlos, dopo aver riservato con loro l'uscita di domani con il nostro consulente Putu che oramai ci sta “perseguitando” da quando siamo arrivati qui. Per cena avremmo voluto avere dei Read Snapper freschi alla griglia. Tanti promettono di averli, ma quando chiediamo di farceli vedere, o sono congelati o sono dei withe o black snapper. Alla fine terminiamo in un ristorante con una bella vista dal secondo piano, ma con black al posto dei read snapper. In un ristorante vicino ci viene promessi dei read snapper freschi per domani sera.
Il secondo giorno, subito dopo la colazione con un bus, sul medesimo percoso dal quale siamo arrivati, andiamo verso il Parco Nzaionale che comprende l'isola Menjangan. Qui dovremmo trovare un paradiso per lo snorkeling e le immersioni. Arrivati sul posto veniamo separati fra i due tipi di attività e imbarcati su delle barche tipiche balinesiane per recarci sull'isola ed iniziare la visita dei fondali corallini. Subito rimaniamo affascinati dalla presenza di cosi tanti differenti tipi di pesci. Ve ne sono veramente in grande quantità, di tutte le forme e grandezze e di tutti i colori! Anche i coralli e la vita marina non sono male, ma sono i pesci la vera attrazzione. Raquel è con noi a fare snorkeling, mentre Carlos è con il gruppo che fa immersioni. Anche lui ci conferma le nostre esperienze e ci dice di aver visto in profondità anche pesci di notevoli dimensioni, probabilmente barracuda o tonni! Dopo due immersioni torniamo stanchi a Lovina. Io che con poca prudenzza avevo messo una crema solare debole la sera sento bruciare la schiena; mi sono preso una bella bruciata dal sole! La sera poi la solita sorpresa, che tanto sorpresa non è, anche stasera i promessi read snapper non ci sono. Ci viene detto che non è la stagione!. Chissà? Ci accontentiamo, si fa per dire, con degli ottimi gamberoni giganti accompagnati da un vino bianco balinese prodotto da Hatten. Si, effettivamente a Bali è stata introdotta ca. 20 anni fa da un olandese la vite e viene prodotto un buon vino bianco e rosè.
Il terzo giorno a Lovina lo iniziamo alle 6, prima di colazione, uscendo in barca per “caccia fotografica” ai delfini. Con Carlos (Raquel rinuncia perché indisposta) partiamo con una delle tipiche imbarcazioni dei pescatori locali, con le prime luci dell'alba. Il cielo è quasi senza nubi e vediamo così il sole ad illuminare pian piano le lunghe palme della spiaggia. Purtroppo però vediamo già molte imbarcazioni piene di turisti (massimo se per barca) fuori del mare, ma molte altre attendono la partenza. Ad un paio di km dalla costa tutte si fermano e rimangono in attesa di avvistamento dei delfini. Appena ne vengono avvistati subito le altre imbarcazioni vicine si precipitano con i loro motori rombanti verso i poveri delfini. Chissa che stress per loro che vengono qui per mangiare tranquillamente e vengo cacciati da centinaia di turisti disturbatori. Lo spettacolo, con così tante imbarcazioni, (ne contiamo almeno una cinquantina) è un po' deprimente e lascia perplessi! Chiediamo al nostro pescatore di stare un può fuori dalla ressa delle barche, ed eccoci subito premiati: un gruppo di delfini passa proprio molto vicini a noi. Il pescatore, quasi per scusarsi, ci dice che non è sempre così, ma oggi sono arrivati molti turisti, anche locali, da Kuta e dalle altre parti dell'isola ecc. ecc. Anche lui non è contento della situazione e dice di impegnarsi per migliorare la situazione, ma leggendo una guida di 10 anni fa mi accorgo che già a quei tempi la situazione era la medesima. Dopo una mezzoretta di questo poco edificante spettacolo chiediamo al nostro pescatore di abbandonare la scena e ritornare a riva. Facciamo poi colazione, salutiamo Raquel e Carlos, che partono per un tour ai laghi di Begodul e Batur per poi ridiscendere sulla costa ad Amed. Noi rimaniamo qui un giorno in più per sistemare gli ultimi dettagli per il viaggio in Giappone. Poi facciamo un giro di ricognizione del posto dove eravamo alloggiati tre anni fa, il Batu Kartika Bungalow. Lo spazioso parco è un po trascurato ed i rifiuti non lo rendono particolarmente attrattivo, ma nelle pozze d'acqua vi troviamo ancora i varani che avevamo ammirato anni fa. Poi al ristorante ci facciamo servire dei succhi di frutta e parliamo con il gestore che ci dice di essere li da oltre venti anni. Veramente peccato che non sia meglio curato, sarebbe un posto splendido così vicino alla spiaggia. Terminiamo il nostro giro sulla spiaggia continuamente richiamati dai venditori, hello mister .. how are you?  continua a risuonarci nelle orecchie. Con uno di questi venditori, dopo la solita contrattazione, combiniamo il trasporto di domani fino ad Amed per 280KRp. Sarà il suo cugino che ci preleverà alle 8.30 per il viaggio, qui sembra siano tutti parenti fra di loro!

23 novembre, ascesa al l'Ijen e viaggio fino a Lovina (isola di Bali)

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E' ancora notte fonda quando alle 3.30 veniamo svegliati per la colazione e per prepararci per partire per l'avventura vulcanica di oggi. Alle 4 poi con Raquel, Carlos ed il califoniano Stephen a bordo partiamo, prima sulla strada dissestata della piantagione di caffe, poi su una stradina asfaltata fra i grandi alberi della foresta verso il punto di partenza dell'ascesa al cratere del vulcano. E' ancora notte e cosi la foresta illuminata dai fari appare più suggestiva. Mentre comincia a l'alba arriviamo al posteegio da dove abbiamo ancora circa tre km di salita a piedi per raggiungere il cratere. Intanto, mentre saliamo adagio adagio sale anche il sole e lo spettacolo attorno con i vari altri vulcani, le nubi e la foresta sono meravigliosi. La presenza del vulcano comincia a farsi sentire attraverso il naso, l'odore di uova marce, causato dallo zolfo emmesso da cratere, si fa via viia più intenso, tanto che alcuni portano la mascherina per respirare o addirittura la maschera antigas. La salita è abbastanza ripida ma vedendo lo spettacolo attorno non ci accorgiamo nemmeno. A circa metà strada arriviamo ad una capanna uata come punto di appoggio, unaa sppecie di rifugio, per i portatori di zolfo. Qui hanno dei posti per dormire ed una cucina per prepararsi da mangiare. Ci lasciano entrare per fare foto e per cercare di venderci dei pezzi di zolfo naturale che loro raccolgono per i turisti. Attorno vi sono portatori con i loro rudimentali contenitori per il trasporto in spalla, con due cesti ed un bastone riescono a caricare dai 40 agli 80kg di zolfo. Parliamo con uno un po anziano che parla un pochino l'inglese che ci dice di avere 62 anni e di fare questo lavoro da 40 anni, ci sembra però una rarità poter arrivare a questa età con questi sforsi che fa. Ci confida però che adesso porta solo 40 -50Kg per volta e fa al massimo due viaggi al giorno. I più giovani ne fanno tre o quattro. Diamo al nostro anziano portatore le nostre uova sode avvanzata dalla colazione, che accetta di buon grado, anche se avrebbe preferito delle sigarette! Pare che, per le condizioni locali, quadagnano bene, ma la vita che fanno è rovinosa; uno di loro ci mostra la spalla, completamente incavata dal bastone su cui appoggia tutto il peso del trasporto! Facciamo tre calcoli, tenendo conto che ricevono 700Rp al Kg, arriviamo ad un compenso mensile di 2'50 – 500Fr, lavoranto al ritmo di tre viaggi al giorno per 30 giorni senza pausa. Mentre saliamo incrociamo i primi portatori carichi, che ci salutano e qualcuno cerca di venderci dei pezzi di zolfo cristallizzato. Quando raggiungiamo il bordo del cratere il sole illunina gia il bellissimo lago azzurro ed il lato nord del cratere. Il lago ha questo colore per l'alto contenuto di minerali e la composizione chimica, con la presenza ddi acido solforico e cloridrico da far invidia al liquido delle batterie delle automobili. Sotto di noi riusciamo a vedere le varie bocche da dove escono i vapori di zolfo e dove una moltitudie di gente scava e carica lo zolfo per essere portato fuori dai portatori che vediamo incolonnati sul sentiero che sale dal cratere. Lo spettacolo, con le luci motevoli del mattino, e straordinario e rimaniamo quasi incantati a fotografare. Purtroppo, ma forse è meglio cosi, un posto di polizia subito sotto il bordo del cratere non lascia entrare i turisti. Ci rassegnamo e facciamo una lunga camminata sul margine del cratere per cercare il punto migliore per vedere le bocche del cratere, i blocchi di zolfo di un bel giallo intenso, e gli operai a lavorare e caricare i cesti di zolfo. Con l'arrivo del sole lo spettacolo cambia e anche il vapore tende a fermarsi sopra il lago creando cosi zone di ombra e la conndioni non più ideali per fotografare, almeno per noi dilettanti della fotografia! E' cosi giunto il momento di salutare il cratere dell'Ijen e ritornare alla nostra auto per il trasporto di ritorno. Appena rientrati il nostro autista ci propone una modifica di programma, che inizialmente interpretiamo con un certo sospetto, ma dopo aver fatto i necessari accertamenti accettiamo. Invece di fare il medesimo percorso della salita potremmo scendere da una via più corta, ma dobbiamo portare i nostri bagagli in spalla per circa un Km e continuare il viaggio con un'altra auto. Tutto questo perche un cantiere impedisce la circolazione. Visto che risparmiamo almeno tre ore di ttempo accettiamo la proposta e facciamo la sfacchinata con i bagagli fra le macchine ed i camion che stanno mettendo in sesto una pezzo di strada nel bel mezzo della foresta tropicale. Scendendo verso il sud di Java per il porto dei traghetti per Bali attraversiamo varie piantagioni di caffè, canella, banane e naturalmente riso. Arriviamo al porto dei traghetti per Bali, di Ketapang, prima di mezzogiono, in un'ora e mezza, con la solita attesa al porto di arrivo, siamo a Gilimanuk sull'isola di Bali. Dobbiamo però spostare l'orologio avanti di un'ora, dato che Bali ha un'altro fuso orario di Java. Da qui dopo aver evitato i procacciatori di turisti, prendiamo, sempre assieme a Raquel y Carlos, un bus pubblico per Lovina. Steave invece prende la via per Kuta, lui è più giovane e cerca un po' più di action! Arrivati a Lovina, sono le 16 circa, cerchiamo il Kartika Cottage, nella zona di Kalibukbuk, dove eravamo stati tre anni fa. Qui dobbiamo però constatate che tutto si trova allo stesso stato di allora, ma nel contempo tutto è decaduto e non dispone di accesso internet. Loro medesimi della ricezione ci consigliano molto gentilmente, di rivolgerci al ressort Astina proprio di fronte. Assieme a Raquel riusciamo a spuntare un buon prezzo per un minimo di tre notti (150'000Rp > ca. 15Fr.) con colazione, WiFi ecc.). Il posto è carino e tranquillo e non lontano dalla spiaggia e dai vari ristoranti. Approfittiamo poi subito del Happy Hours per assaporarci una buona cena accompagnata da freddissima birra balinese; è tanto fredda che si formano gli iceberg di birra nel bicchiere!!

22 novembre, avvicinamento al vulcano Kawah Ijen

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Al nostro albergo stamattina ci portano addirittura la colazione davanti alla camera, niente di speciale ma eccellente il sevizio.. Poi, dopo aver dedicato più di un'ora all'aggiornamento del blog mi metto in cammino per fare un giretto fotografico della zona. Già di mattina presto fa molto caldo e devo cercare l'ombra delle piante per non farmi bruciare dal sole. Noto subito che Probolinggo è relativamente pulita, almeno in confronto di come l'avevo in mente dalla nostra visita di tre anni fa. Anche il traffico, che mi ricordo caotico tre anni fa, scorre tranquillo ed ordinato. Al ritorno in albergo per la partenza, con sorpresa, devo constatare che i rientranti dall'escursione al Bromo, Raquel, Carlos e Stephan, giovane californiano rampante dalla zona della Napa Valley, sono più di un'ora in anticipo e pronti a partire. Caricati i bagagli sul veicolo a 8 posti si parte verso l'avvicinamento al Kawah Ijen. Il nostro autista ha un occhio menomato, pare però che ci vede bene … almeno questa è la nostra recondita speranza. Il lato positivo è che guida molto prudentemente! A nostra sorpresa il percorso segue la costa non in linea con ci aspettavamo. L'autista ci dice che il percorso è più lungo ma migliore e quindi più veloce. Dopo aver raggiunto la punta a sud di Java a Baniuwangi la strada si fa più stretta ed inizia a salire fra paesaggi stupendi con coni vulcanici da ogni parte. Peccato che una pioggerellina e la nebbia non permette di vedere tutto, ma il gioco di ombre ed il paesaggio compensano l'effetto negativo. Dopo essere ripartiti da un viewpoint Rachel e Carlos si accorgono preoccupati di aver dimenticato il loro sacco. L'autista ritorna sul posto, ed ecco subito tranquillizzati i nostri due compagni di viaggio. Attraversiamo diversi villaggi fra piantagioni di te, di cacao e di caffè prima di arrivare alla fattoria della piantagione di caffe di Catimor dove pernotteremo per poi partire da qui verso il vulcano Ijen. Bel posto tranquillo in altura (siamo sui 2'000mslm), la temperatura è gradevole. La fattoria data dal 1894, sembra quasi un museo. Le camere sono spartane ma in compenso abbiamo una bella piscina con jacuzzi. Dopo la cena facciamo un giro fra le case degli operai della fattoria. Molti bambini si avvicinano per chiederci le solite domande e farsi fotografare. Le case sono ben ordinate e ognuna ha davanti un orticello dove sono coltivati gli ortaggi di consumo quotidiano, melanzane, pomodori, cavoli, carote ecc. Facciamo poi gli ultimi preparativi per essere pronti a partire nel mezzo della notte.

lunedì 26 novembre 2012

21 novembre, da Solo a Probolinggo in treno

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Oggi ci apprestiamo ad affrontare una lunga giornata di trasferimento, secondo l'orario ufficiale ci aspettano 10 ore di treno. La colazione al nostro nuovo Hotel e contrariamente alle aspettative abbastanza modesta e non molto curata, per avere delle omelette extra ci fanno aspettare quasi mezzora, sarà perché è troppo nuovo e non erano preparati ad una simile richiesta!! Senza problemi o sorprese prendiamo il taxi che ci porta alla stazione di partenza, dove acquistati i biglietti ci mettiamo ad attendere il treno, quasi certi, dopo l'esperienza di ieri, di dover attendere a chissà quanto tempo. Invece puntuale come non mai arriva il nostro treno. Siamo con Raquel e Carlos ed occupiamo comodamente una fila di posti. Scopriamo più tardi che dietro di noi sono sedute due altre giovani turiste, una giapponese ed una italiana che vivono in Australia e stanno facendo le loro vacanze nella più conveniente Indonesia. Sarà interessante sentire le loro esperienze di lavoro in una piantagione di banane australiane, guardano un po' con disprezzo le piccole banane indonesiane che avevano comperato al mercato davanti alla stazione di Solo. Il paesaggio che passiamo è tutto piatto, ed è un susseguirsi di campi di riso, ogni tanto qualche campo di mais rompe un po' la monotonia. Attraversiamo però anche varie città e zone densamente abitate. Arrivati a Surabaya, la capitale della zona Sud di Java, il treno cambia direzione per continuare verso Probolinggo. Arriviamo a destinazione in perfetto orario alle 16.30. Qui siamo attesi all'uscita della stazione dai vari procacciatori di clienti che ci vogliono accapparare per offrirci i loro tours. Da qui partono difatti i vari tours per visitare i vulcani della zona, in particolare il Bromo ed il Kawah Ijen (si pronuncia Kawà Igen o solo Igen). Ci lasciamo convincere da uno che ci porta a gratis e senza impegno da una agenzia, che poi si rivelerà essere la sua, per darci le necessarie informazioni. Noi abbiamo già deciso di rinunciare al Bromo, perché già visitato tre anni fa, ma di essere interessati all'Ijen. Mentre Raquel e Carlos vorrebbero visitarli ambedue. Lunga e complessa contrattazione per arrivare alla soluzione che loro salgono già subito stasera per avvicinarsi al Bromo e fare l'ascensione domani mattina presto, mentre noi passeremo tranquillamente la notte a Probolinggo e continueremo domani verso mezzogiorno per avvicinarci all'Ijen assieme a Raquel e Carlos dal loro rientro del Bromo. Il nostro tour continuerà poi la mattina seguente con l'ascensione al cratere dell'Ijen e il trasporto al porto per prendere il traghetto per Bali, il tutto per soli 35 Fr, pernottamento in quota e traghetto incluso. Gentilmente poi la nostra guida ci porta all'Hotel Ratna dove passeremo la notte, dopo aver fatto cena con un enorme pesce bollino (molto raro qui, perché sono abituati a friggere e fare tutto alla griglia) in un buon ristorante cinese.

martedì 20 novembre 2012

20 novembre, da Borobodur a Solo

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Considerata la stagione rinunciamo di alzarci alle 4 del mattino per fotografate il Borobodur con l'alzarsi del sole. Siamo anche un po pigri, quindi optiamo per fare l'abbondante colazione all'albergo, prima di entrare verso le 7.30 a visitare il tempio. Il tempo è nuvoloso, con qualche occhiata di sole, ciò che rende interessante cercare gli angoli giusti per fotografare. Qui si potrebbe fotografare all'infinito, solo i bassoriglievi con le scene della vita del Budda sono più di 1'500, distribuiti sui tre piani della grande piramide del tempio. Quello che qui fa impressione è la dimensione combinata con la raffinatezza dei bassoriglievi. La parte superiore con lo stupa principale ed vari “stupini” (piccoli stupa) atttorno, con in sottofondo il verde della foresta attorno, creano un'ambiente magico. Capiamo come il Borobodur in passato attraeva molti pellegrini buddisti dall'intera Asia. Particolre interessante, gli stupa laterali contengono una statua del Budda, mentre quelli principale più grande è vuoto, simboleggia lo stato spirituale più alto, irragiungibile, nmmeno per il Budda! Per chi è interessato alla storia del tempio può visitare: http://it.wikipedia.org/wiki/Borobudur
All'interno del tempio si incontrano molti studenti a gruppi che cercano di ingaggiare i turisti per esercitare le loro conoscenze di inglese. All'inizio è carino, ma poi anche in considerazione che loro sono in tanti, i turisti pochi e le domande sempre le stesse, per noi diventa noioso. Risolviamo il problema dicendo che l'inglese non è la nostra lingua, se sono interessati possiamo esercitarci in italiano o tedesco, allora scompaiono e ti lasciano in pace. Dopo un paio di ore lasciamo ancora incantati (ma ben sudati) questo bel luogo per farci la doccia, fatto il check-out ci incamminiamo per un paio di km per prendere un bus per la stazione centrale di Yogya. Da qui prendiamo il treno per la vicina città di Surakarta, comunemente chiamata Solo. Sul treno conosciamo Raquel y Carlos una giovane coppia di spagnoli di Pamplona che hanno anche loro la medesima destinazione. A Solo arriviamo con quasi un'ora di ritardo sul tragitto di 1,5 ore, ma era un treno regionale e doveva dare la precedenza a quelli interregionali!! Appena scesi dal treno andiamo al servizio informazioni per vedere quando parte il treno di domani per Probolinggo, la nostra prossima destinazione. Il treno parte alle 8.30, ma sorpresa: non da questa stazione!! Solo ha tre stazioni ferroviarie, noi siamo scesi in quella di mezzo, ma il nostro treno di domani parte dalla stazione più a sud (Jebres) e non ci sono treni fra le due stazioni. Dovremo quindi prendere un taxi, che ci assicurano ci impiega solo 15 min e costa solo 15'000Rp. Per fortuna vicino alla stazione che siamo scesi vi sono un paio di Hotel, Visto che piove scegliamo il più vicino, il Pose Inn che è nuovo (aperto 5 mesi fa) e ci fanno un prezzo promozionale interessante. In serata facciamo poi, con Rachel e Carlos, un lungo giro di ricognizione in città e ceniamo assieme in un ristorante indonesiano. A parte il Kraton (Palazzo del Sultano), che vediamo dall'esterno, Solo non presenta particolari attazzioni turistiche. Nel passato Solo rivaleggiò a lungo con Yogya per la predominanza culturale ed economica, ma ora è Yogya la capitale indiscussa della regione centrale di Java.

19 novembre, Yogya > Dieng Plateau > Borobodur

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Dopo l'intensa e abbondante piovuta notturna ci svegliamo con un bel sole e un bel cielo azzurro. L'ambiente è proprio invitante per fare la nostra ultima veramente ottima colazione, al Prambanan. Alle 7.30 puntuale il nostro autista Juddy ci preleva per l'escursione. Prendiamo tutti i bagagli dato che al ritorno ci fermeremo a Borobodur per visitare il famoso tempio buddista. L'abbiamo già visitato tre anni fa ma, visto che ci passiamo via accanto, siamo tentati di rimanervi una notte, dare una sbirciata al tempio. Questa scelta ci evita inoltre di rientrare ancora nel caotico centro di Yogya. Il percorso in auto, dopo Borobodur, fino a Wonosobo è un ncontinuo sali e scendi nella foresta tropicale. Sul percorso incrociamo molti camion carichi di legname e vediamo numerose aziende che lo lavorano. Poi da Wonosobo si inizi a salire fra piantagioni di ogni tipo di ortaggi, ma in prevalenza patate. Ogni angolo di terreno è terrazzato e coltivato. Credo che neanche un metro quadrato è lasciato incolto. Con la nebbia che sale dal basso lo spettacolo di luci ed ombre, con i campi coltivati ed i villaggi tutt'attorno, è magnifico, tanto che continuiamo a chiedere all'autisti di fermarsi per lasciarci scattare foto. Arrivati sul bordo del cratere, a circa 2100m/slm si apre un paesaggio leggermente ondulato particolarmente fotogenico, siamo sul Dien Plateau. In se si tratta di una enorme caldera rimasta dall'epolsione di un vulcano. Per primo visitiamo i resti di un tempio indù, insediato dai primi abitanti del Plateau. Ora la maggioranza è mussulmana, e dappertutto si vedono le Moschee, qui particolarmente colorate ed appariscenti. Poi andiamo a visitare la parte più attiva, la zona del cratere da dove fa impressione vedere un lago di colore grigiastro che bolle allegramente. Il vento poi gioca con il vapore emesso continuando a cambiare l'aspetto visivo. Un momento si vede l'acqua bollire, poi sparisce tutto nella nebbia per poi riapparire subito dopo. Procediamo poi alla visita dei diversi laghi colorati, uno di un bel verde intenso, l'altro di color marrone. Magnifica poi la vista dal punto panoramico, peccato che il tempo sta cambiando ed inizia a piovere. Abbiamo avuto veramente fortuna, la pioggia inizia a intensificarsi mentre lasciamo il Dieng Platoau. Arriviamo a Borobodur verso le 16 e i facciamo portare al Manohara Hotel situato al margine del grande Parco dove si trova situato il tempio. Come al solito, anche qui è rimasta l'ultima camera libera, della categoria più cara, ma orami ci siamo abituati a questo trucco. Valutando bene la bella posizione, il confort ed il fatto che il prezzo include anche l'entrata al tempio, accettiamo per una notte di superare il budget quotidiano, e di pagare 725'000Rp (ca 73Fr) per una camera in uno dei bungalow del parco. Intanto sono passate le 17, l'entrata al tempio è chiusa, ma dall'esterno possiamo vedere e fotografare il tempio mentre lentamente cala la notte. Calata la notte, il tempio illuminato con dei potenti fasci di luce, rende lo spettacolo di luci veramente straordinario. Ceniamo poi, intrattenuti dalla musica locale e da uno spettacolo di danza tradizionale, al ristorante dell'albergo.

domenica 18 novembre 2012

16 - 18 novembre, a Yogyakarta

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Passiamo il secondo giorno nella Guesthouse ad organizzare il volo verso il Giappone e regolare le varie pendenze amministrative. Dopo diverse peripezie con le riservazioni online, riesco a trovare un volo estremamente conveniente con Air Asia (un po la EasyJet asiatica) da Dempasar (Bali) a Tokio, con scalo a Kuala Lumpur. Prima provo con un'agenzia online tedesca, ma la transazione non termina correttamente, cosi per non rischiare un “doble booking” , annullo tutto e prenoto con su successo tramite la compagnia stessa. Poi conversiamoo via Skype con la figlia Nadja per vedere come organizzare la visita in Giappone e la continuazionne del viaggio verso la Corea del Sud in traghetto. Fra un tuffo in piscina, uno spuntino al ristorantte passiamo tranquillamente la giornata. La sera ci facciamo portare in Becak fino all'inizio della Via Marliboro, la via dei negozi di artigianato Batik e prodotti locali vari. E' venerdi, giorno festivo qui, per cui la strada è letteralmente invasa dalla gente. Il caos è tale che in alcuni punti ti fermi anche 10 min a lasciar passare la gente. L'atmosfera, con gruppi che suonano qua e la, è molto festoso. Siccome i problemi di “toilette” di Maggie non sembrano terminare e anche il mio stomaco comincia a rumoreggiare passiamo in una Apotek a comperare un rifornimento di pastiglie di carbone. Speriamo che con l'immodio riescono ad aiutarci!
 
Il secondo giorno è ancora un giorno di relax e alle questioni organizzative e burocratiche, come la soluzione del problema del collaudo dell'auto. Vista l'impossibilità di rinviare il collaudo a dopo il nostro ritorno, chiedo ai nostri ai nostri vicini per ritornare le targhe all'ufficio circolazione. Per fortuna la posta comincia ad essere dirottata correttamente alla SwissPostBox. Servizio che dopo un mio iniziale rodaggio sembra soddisfare. Trovo comodo poter vedere sullo schermo quanto arriva nella bucalettere, poterlo consultare, cancellare, rispedire o scaricare a volontà. Intanto le “condizioni intestinali” di Maggie non migliorano e le mie cominciano a preoccupare seriamente … finche anch'io devo correre .. correre! Intanto i nostri menù continuano a diventare sempre più stani, tanto che i camerieri tra di loro sorridono quando ordiniamo; i menù sono del tipo: riso bianco e banane, riso bianco e pasta in bianco o cus cus e patate, sempre accompagnate da Coca Cola, la migliore bevanda medicinale contro i nostri problemi! Verso le tre e mezza del pomeriggio, dopo aver fatto un sopralluogo nei vari guesthouse della zona per rapportare Nello, prendiamo un Becak per recarci al mercato degli ucceli. Niente di particolare, a parte i concorsi canori con gli uccellini che inizialmente non riusciamo a capire come funzionano. Poi ci spiegano che viene valutata la durata o la tonalità del canto degli ucellini delle varie gabbie appese per il concorso. Non appena viene tolta la copertura della gabbia gli ucellini. Per ogni giro di concorso, di tipo diverso si mettona a cantare allegramente. Sarà anche interessante ma sono pur sempre uccelli tenuti in cattività! Al mercato vediamo, oltre agli uccelli, i famosi galli da combattimento, i colombi addestrati, gufi, topi, conigli, porcellini d'india, cani ecc … non tutti sembrano essere tenuti convenientemente.
Il terzo giorno a Yogya lo dedichiamo alla cultura e alle tradizioni locali. Andiamo difatti a visitare il Kraton, ovvero il palazzo-residenza del sultano. Si tratta di una vera e propria città recintata all'interno della città, dove il sultano di Yogja governava la regione. Una specie di città proibita in miniatura. Sono circa 5'000 gli impiegati, fra guardie, inservienti, giardinieri che attualmente lavorano per il sultano. All'interno del Kraton vi sono una serie di musei sugli oggetti dell'epoca coloniale olandese e molti dipinti e fotografie della dinastia del sultano. Oggi è domenica e possiamo assistere alle prestazioni musicali e di danza tradizionale che il sultano ogni domenica offre ai visitatori. Al rientro dal Kraton riusciamo ad anticipare di poco l'acquazzone tropicale che per tutta la serata si abbatterà su Yogya. Pioveva cosi intensamente che non funzionava più nemmno il WiFi del gesthouse. Ci dicono che entra acqua nei cavi e l'antenna non funziona più. Devo quindi ripiegare sul ristorantino al lato del guesthose. All'agenzia viaggi conveniamo i dettagli per l'uscita di domani al Dieng Plateau, con rientro a Borobodur. Dopo la solita snervante tratattiva riusciamo a spuntare il prezzo di 500'000Rp (50Fr) per un'auto privata con autista, benzina e posteggi inclusi.

venerdì 16 novembre 2012

15 novembre, da Pangandaran a Yogyakarta (Jogja)

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Fatta la solita colazione e poi salutati i nostri compagni di avventura degli ultimi giorni. Loro ritornano in auto a Malinping, noi invece partiamo dall'albergo alle 8.45 con un nbus, sul quale ci accompagnano altri tre giovani spagnoli, fino alla stazione di Sidareja da dove prenderemo il treno per Yogyakarta. Dappertutto nei paesi che attraversiamo vediamo gente in festa, si tratta di un importante festa mussulmana. A causa di questo, Nello per rientrare a casa dovrà penare fra il traffico per ben 9 ore. All'andata ne avevamo impiegate sei! Per noi è tutto più veloce e puntuale. Partiamo in treno da Sidareja puntuali alle 11 e dopo un bel percorso fra infinite risaie in nostro treno economy arriva puntuale a Jogja, cosi viene chiamata comunemente Yogyakarta, alle 16. Qui dopo aver contrattato il trasporto con due becak (le biciclette a tre ruote con il posto per due passeggeri, che qui sono moltopopolari) ci facciamo portare per ca. 3 - 4km nella zona di Prawirotaman per cercare alloggio. I primi cinque che chiediamo sono pieni a causa della festa mussulmana, ma poiquando cominciavamo a preoccuparci troviamo il Guesthouse Prambanan che subito ci convince. Negoziato la riduzione del prezzo per stare tre notti, pagheremo 30 Fr per una camera bella e spaziosa e con la piscina a pochi metri. Particolare interessante la colazione è individualizzata e viene portata davanti alla camere all'orario desiderato, bisogna solo ordinare la sera prima da un ben fornito elenco di opzioni. Tutto è molto curato e pulito, sembra proprio di essere in una oasi in una grannde città di oltre un milione di abitanti. La prima sera la prendiamo comoda sfruttando la piscina e cercando di organizzarci via Internet, che qui funziona molto bene, per il proseguio del viaggio. Il nostro tavolino davanti alla camera diventa un po' il mio ufficio per un paio di giorni.

12 - 14 novembre, con Nello a Pangandaran al mare

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Subito dopo la colazione alle 7 ci prepariamo per una partenza in massa verso Pangandaran. Verranno con noi, oltre a Lilis e Nello, anche il figlio Aton e sua moglie Wuhlan. Sulla spaziosa Toyota trovano comodamente posto, oltre ai sei passeggeri anche il nostri bagagli. Il percorso verso il mare passa da Purwakarta, tocca la periferia di Bandung per poi arrivare al mare dopo vari sali e scendi fra le montagne , in gran parte vulcani. A pranzo ci fermiamo in ristorante situato sopra una vasca di allevamento dei pesci. Mentre mangiamo veniamo seguiti dai pesci che aspettano che qualcuno gli getti qualcosa da mangiare, per poi azzuffarsi per arrivare prima. Intorno possiamo ammirare le etese risaie che coprono oogni metro quadrato di terreno attorno a noi. Alcuni campi sono già seminati e verdi mentre altri sono ancora secchi e brulli. Nello ci spiega che è dato dal fatto che qui il riso si coltiva da 2 atre volte all'anno, cosi i contadini lo coltivano sclarmente per poterlo vendere a prezzi migliori. Il viaggio, seppure la strada è in buone condizioni, è lungo, ma non noioso. Arriviamo verso 17, giusto in tempo per fare il chek-inn delle camere ed andare al mare a vedere la spiaggia. Siamo al Puri Indah, un bell'albergo di classe media-alta con le camere attorno ad una bella piscina che ci accoglie subito per il primo bagno. Per la camera Nello, grazie al fatto che poi vorrebbe passare qui con i partecipanti del treckin riesce a spuntare unn prezzo di quasi la meta di quello regolare. Intanto grazie all'accesso internet riesco a capire il problema con i Bancomat, il mio conto era andato sotto zero! Ricaricato il conto e subito riesco a prelevare 2 milioni di Rupie. Sembrano molte, ma corrispondono a 200 Fr.
A cena Nello ci porta al mercato del pesce, dove in un ristorantepossiamo scegliere noi il pesce, i gamberoni e i calamari e farli cucinare a nostra sceltta. Veramente ottimi, in grande quantità ed a prezzi irrisori; per sei persone, con la birra che qui è relativamente cara, paghiamoo nenche 30 Fr. Da noi bsognerebbe aggiungere uno zero! Terminiamo poi la serata all'albergo discutendo, fra una Bintag e l'altra, sul programma di domsani e del Tracking che Nello sta organizzando per l'anno prossimo.
 
Secondo giorno: con Nello e Maggie partiamo per fare una escursinoe attorno alla penisola davanti a Pandangaran. Gli altri rimangono a Pandargan per non perdere la nascita di una nipotina di Lilis che dovrebbe avvenire proprio oggi. Noi partiamo a piedi con la guida Iwan per la visita del forte giapponese costruito durante la seconda guerra mondiale per difendere la baia. Attraversato il bosco con una moltitudine di scimmiette (macachi) che vorrebbero ricevere del cibo. Poi attraversiamo una bella grotta sul mare, dove vediamo molti pipistrelli ed un gruppo di istrici che vivono nella grotta. All'uscita della grotta ci attende poi un'imbarcazione che in 45 min ci porterà a fare il giro della penisola. Il paesaggio è inantevole, da una parte le capanne su palafitte per la pesca. Dall'altra la scogliera coperta con una vegetazione tropicale. Allinizio il mare sembra calmo ma poi le onde aumentano e la barca sembra fare le montagne russe fra le onde. A tratti il mare è coperto da una cremosa sciuma gialla, sembra vaniglia, ma la spiegazione migliorre e che si tratta dell'inquinamento portato in mare dai fiumi dalle prime pioggie stagionali. Completato il giro arriviamo in una bella spiaggia bianca, dove faremo il bagno fra le scimmiette ed i turisti locali. Dopo il ritorno all'albergo termineremo la serata con una visita al ticinese Jonni, e la cena assieme in un ristorante cinese. Intato Maggie sta lottando da vari giorni contro la diarrea e deve così accontentarsi del menù a base di riso e banane.
Il terzo giorno partiamo di buon mattino per visitare la costa verso il nord. Dopo aver percorso la strada costiera raggiungiamo il primo paese dove visitiamo lo “scoglio del pescecane” con un bel parco in vicinanza del mare. Poco più avanti visitiamo un ben tenuto centro per la cura delle tartarughe di mare. Procedendo verso il “green river” su una strada sconnessa, Nello dirà che è in questo stato perche no avranno pagato le imposte! In un paesino di pescatori più a nord ci fermiamo per visitare una bella spiaggia usata dai surfisti principianti per fare le prime esperienze, e per pranzare in un ristorantino vicino al mare
Tentiamo poi di visitare il Green Canyon, ma vi era un gruppo 7 bus con studenti di Jakarta prima di noi, il tempo di attesa di due ore ci fa desistere nell'impresa. Rinunciamo per tornare all'albergo e prepararci per la serata e per preparae la partenza di domani. Per il congedo da Nello e famiglia ci concediamo una cena di mare al medesimo posto della prima sera a Pangandaran.

10 – 12 novembre, da Nello e Lilis a Malinping

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La scusa per venire qui a trovare Nello è di aiutarlo a verificare il tracking che sta organizzando per l'anno prossimo fra maggio e ottobre. Per questo che oggi e nei prossimi giorni con lui li passeremo seguendo il programma dei primo 4 giorni di questo interessante tracking indonesiano fra l'isola di Java, Bali e Lombok. Chi dovesse essere interessato al programma ed alle varie date proposte può farlo chiedendoglielo per mail all'indirizzo nello.dellambrogio@gmail.com.
Il primo giorno “chez Nello” lo passiamo con un programma dedicato agli effetti geologici di questa regione: prima la visita dell'ancora attivo vucano Tangkuban Parahu e poi dei bagni termali “Alam Belerang” di Ciater. Quindi dopo la colazione mezza continentale – mezza indonesiana partiamo in auto con il fido autista Nur per raggiungere il parco nazionale dove si trova il nostro vulcano del nome quasi inpronunciabile. L viaggio di avvicinamento dura un paio di ore con una magnifica parte finale con l'attraversamento di molto fotogeniche risaie e piantagioni di tè. Con l'auto si sale praticamente fino all'altezza del bordo del cratere (ca 2'100m), dal quale si può oltre che sentirne l'odore solfureo vedere uscire vapore a soffi discontinui di quello che è l'attuale uscita del vulcano nel fondo del cratere. Il cratere contiene molto poca acqua dato che la stagione delle pioggie non è ancora praticamente incominciata. Con un “ranger” del parco facciamo una breve escursione sul bordo del cratere. Il vulcano sotto i nostri piedi, malgardo abbia ora attività ridotta, è ritenuto un vulcano potenzialmente pericoloso. L'ultima sua eruzione data del 1983, ma gli esperti lo tengono sotto controllo perche potrebbe svegliarsi da un momento all'altro.
Scendiamo poi dal vulcano per andare a fare il bagno nelle piscine riscaldate proprio dalle sorgenti termali della stessa montagna nel paese di Ciater. Oltre ai bagni il luogo, sembra gestito ora da cinesi, è una vera e propria Disneyland acquatica per grandi e piccoli. L'intera vallata è riservata alle più diparate attivita e sembra che durante i weekend è affollata da gente della cicina Bandung, ma anche da Giacarta. Per fortuna le piscine termali sono tenute un po` in disparte per cui del trambusto tutt'attorno non ce ne accorgiamo neanche. Una prima vasca la temperatuta è di “accoglienti” 38 – 39 gradi, la seconda ne ha solo 2 in più, ma sembra quasi di cuocere a fuoco lento. Si sera di non fare la fine della rana bollita! Nello ne approfitta poi per fare un bel massaggio totale; dopo 45 min. di “spremute e torchiature” e sembrava avesse fatto una maratona! Dopo la visita alla parte più diversiva del parco rientriamo a Malinping per una cena a base di ottimo pesce preparato con perizia da Lilis. Con Nello il tema delle discussioni del dopo cena non poteva essere altro che i preparativi del tracking dell'anno prossimo. Tra le varie storie e avventure che poi Nello ci racconta, vi è quella del suo mal-affare con il caffe. Con una persona del posto aveva iniziato un'attività di compera e vendita di caffe indonesiano. Dopo averne acquistato una prima partita (circa 500Kg) l'affare si è sgonfiato con la sparizione del compagno d'affari, finora introvabile. Nello si trova ora con un locale pieno di caffe da vendere, ma sembra che qui a nessuno interessa perche gli indonesiani preferiscono il caffe con lo zucchero già integrato nella bustina. Se a qualcuno interessano 500Kg di buon caffe “Tipo Arabica” di produzione indonesiana è invitato a rivolgersi a Nello, nello.dell'ambrogio@gmail.com.
Il secondo gorno passiamo visitando un lago artificiale con impianto idroelettrico, la cui costruzione è stata iniziato dai russi, all'epoca di Sukarno, e poi terminata da francoitaliani, nell'epoca sucessiva. Il lago è molto ampio e svolge ora varie funzioni, quali quella di riserva d'acqua per le risaie, per gli allevamenti di pesci, per lo svago e per ultimo per la produzione di energia. Diffatti vedendo la poca acqua che entrava nella condotta per la centrale, non credo che la turbina sotto potesse girare! Terminata la “visita tecnica” sotto un bel sole cocente ci spostiamo in riva al lago per farci servire in un bel ristorante tradizionale indonesiano una ottima grigliata di pesci. E' domenica e la zona è affollata di gente che si diverte,fa pick-nick in riva al lago, ma poi mentre mangiamo il cielo diventa nero, si sente un tuono e poi arriva un'acquazzone tropicale con acqua a secchi. Si vede solo un brulichio di gente da tutte le parti, ed in un attimo la spiaggia è vuota. Incredibile con quale velocità la gente può sparire! Il temporale dura poco, durante il ritorno a Malinping ritorna il sole. Passando per Purwakarta cerco inutilmente di prelevare soldi da vari ATM (Bancomat), non riesco a capire perche si rifiutano tutti di sputare soldi .. il messaggio “ temporary unable to process your request” non è che mi aiuta a capire dove sta il problema. Speriamo che sia solo un problema locale! Per cena stasesa Lilis ci ha preparato un buon Gado-Gado, piatto vegetariano con crema di arachidi .. molto buono!. Peccato per Maggie che, causa i primi sintomi di diarrea, è costretta ad accontentarsi di riso e banane. Segue poi il briefing con Nello per la trasferta al mare di domani. siccome noi poi continueremo per Yogyakarta in treno dobbiamo prendere con noi tutti i bagagli.

9 novembre, da Bogor con Nello fino a Malinping

Stamattina ci rechiamo di buon orario fare colazione al nostro accogliente wisma. Fa già abbastanza caldo e mentre sto facendo colazione con un toast, una fetta di formaggio Kraft ed un uovo sodo, tutto d'un tratto mi viene la nausea, sento freddo mentre sudo, mi viene una grande debolezza e lo stomaco si blocca. Capisco di sentirmi male, per cui cerco di andare in camera per sdraiarmi sul letto. Faccio le scale lentamente e appena entrato la porta della nostra camere mi trovo in orizzontale sul letto. Poi adagio adagio, anche grazie alle cure preoccupate di Maggie avevo picchiato la testa al muro, riesco a riprendermi. E dopo una lunga doccia, come per incanto mi passa tutto. Strano perché è la prima volta che mi capita una cosa del genere. Passata la crisi ci avviamo a piedi per andare a visitare il famoso parco botanico di Bogor. Si tratta di uno dei Parchi di questo genere più grandi e con più specie dell'intera Asia. Lo scopo del parco voluto da Sir Raffles, a quei tempi governatore di Java e fondatore di Singapore è stato insediato qui per raccogliere le varie specie di piante tropicali di tutto il mondo. Qui siamo a circa 800m di altitudine per cui il clima è adatto per sfuggire al calore insopportabile della capitale Giacarta. Il luogo fu scelto degli olandesi, che la chiamarono Buitezorg, come rifugio per gli amministratori della colonia che abitavano a Batavia, l'attuale Giacarta. Oggi, essendo Bogor a soli 80Km dalla capitale sono in molti a pendolare fra i due centri, con conseguenze catastrofiche sia sul traffico stradale sia su quello ferroviario. Nelle ore di punta, dalle 7 del mattino alle 19 l'autostrada a quattro corsie è una unica colonna.
Trovato l'ingresso del parco ci faremo una camminata di 2 ore per visitare le varie parti che ci interessano, le orchidee, gli enormi alberi tropicali, le palme e le piante acquatiche. Il parco è talmente enorme che per uscire dobbiamo affrettarci per non arrivare tardi all'appuntamento con Nello.
Difatti appena rientrati nella nostra pensione, ecco bussare alla nostra camera, è Nello Dell'ambrogio che con il suo autista Nur che ci preleva per portarci e ospitarci a casa sua a Malinping. Dopo un veloce pranzo al ristorante cinese consigliatoci dal gestore della pensione partiamo con l'auto per l'autostrada percorsa ieri con il bus in direzione di Giacarta. Mentre percorriamo la tangenzaile di Giacarta ecco un bel lavaggio con un temporale tropicale. Continuiamo poi verso Purwacarta, per poi terminare nel paesino di Malinping. Arriviamo verso le 17, qui salutiamo la moglie Lilis, dopo di che Nello ci fa conoscere tutti i segreti del suo territorio e della casa da lui stesso edificata pochi anni fa. Terminiamo la serata con una ottima cena preparata da Lilis seguita dalle spiegazioni di Nello sul programma dei prossimi giorni e varie rinfrescanti birre Bintang.

8 novembre, salamat jalan Sumatera, da Bukahueni a Bogor (Java)


Fatta la colazione ed impacchettato tutto ci mettiamo sulla strada in direzione Bukauheni per prendere un minibus verso il poro dei traghetti. Il primo che si ferma ci vuole quasi spingere a salire, ma quando gli dico di scrivermi il prezzo, scrive 350'000Rp, gli chiedo se è pazzo, mentre vedo la signora della ricezione a farmi grandi segni e a venire in nostro soccorso. Lei ci fa attendere un'altro il quale ci chiede 35'000, seppure sono tanti vedendo cosa pagheranno gli altri, accettiamo nostro malgrado con l'OK della signora soccorritrice  Sul minibus siamo schiacciati come sardine, in undici quando i posti sarebbero otto. La guida è oltremodo sportiva, finché sale vicino a me un passeggero con un vistoso stemma ufficiale al petto. Dopo un paio di manovre azzardato il mio vicino, che mi conferma di essere un poliziotto gli dice qualcosa con un tono ufficiale e da li via l'autista Schumacher si calma e guiderà normalmente. Alle 9.30 arriviamo al porto dei traghetti di Bukahueni, dove senza grandi formalità comperiamo i biglietti e saliamo sul traghetto. La traversata è confortevole e ci permette di muoverci su tutta la nave e fare foto da ogni angolo. Il tempo è bello e la temperatura, con il vento dal mare, abbastanza gradevole. Come dappertutto a Sumatra anche qui ognuno fa la gara a fotografarci e farsi riprendere. Chiedo se da dove siamo si può vedere il Vulcano Krakatoa ben famoso per la sua eruzione esplosiva si ca. 120 anni fa, ma mi viene risposto di no, dista ben 30 – 40Km e sarebbe nascosto da altre isole. La navigazione, attraverso l stretto dell Sonda, dura ca. due ore, ma poi ci fermiamo per mezz'ora per entrare nel porto. I traghetti partono ogni 30 minuti e creano una fila di 3 -4 imbarcazioni per ogni direzione. Sulla guida leggo che si vorrebbe costruire un ponte per collegare Sumatra Java, un po come il ponte sullo stretto di Messina, anche qui la zona è vulcanica e non mancano i pericoli sismici. I lavori avrebbero dovuto essere iniziati quest'anno, ma non si vede ancora nessun segno. Chiedo ad un marinaio del traghetto che parla un poco l'inglese, il quale mi fa capire di non saperne niente. Appena sbarcati sull'isola di Java ci cerchiamo un ristorantino per pranzare con un paio di piatti di cucina Padang. Sono ca le due quando partiamo con quello che dovrebbe essere il bus diretto a Bogor, dove ci simo dati appuntamento per domani con Nello Dell'Ambrogio. Il bus però, contrariamente alle nostre aspettative prende l'autostrada per Jakarta, e di li a poco eccoci incasinati nel traffico serale della circonvallazione di Jakarta. I vogliono un paio di ore a 20 – 30 all'ora per arrivare all'uscita verso Bogor. Cosi il viaggio che doveva durare 2 – 3 ore ne richiderà ben 6, per fortuna il bus era confortevole e poco affollato. Arrivati alla stazione dei bus di Bogor troviamo subito un alloggio che rispecchia le nostre esigenze, il Wisma Pakuan. Appena preso possesso dell'alloggio invio un SMS a Nello per informarlo dove venire a prelevarci domani a mezzogiorno. E' tardi, ma facciamo poi in tempo ad andare a cenare nell'elegante ristorante a fianco della nostra pensione. Dopo aver pagato, non siamo nemmeno usciti che si spengono tutte le luci ed il personale rimasto sale in motorino per tornare a casa. In generale in Indonesia si cena appena diventa notte (18 – 19) e poi appena tutti hanno terminato chiudono bottega!  

martedì 6 novembre 2012

6 - 7 novembre a Bandar Lampung

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 Per riprenderci un po dagli “strapazzi ferroviari” sumatresi ci fermeremo un paio di giorni qui all'estremo sud di Sumatra prima di continuare con il traghetto per Java. Il primo giorno lo passiamo in città cercando di avere informazioni su dove trovare una bella spiaggia per passare l'ultimo giorno al mare. Internet non ci aiuta molto essendo la maggior parte delle info vecchie o in lingua indonesiana. Le foto ci attraggono, specialmente quelle di Pantai pasir putih, letteralmente Spiaggia di sabbia bianca, ma non riusciamo a capire se in vicinanza vi sono delle possibilità di alloggio. Chiediamo all'albergo e in una specie di agenzia turistica, ma anche qui nessuno ci dice con sicurezza se o no. Decidiamo quindi di partire la mattina presto, andare sul posto a verificare, se non troveremo alloggio continueremo per il terminal dei traghetti. Il resto della giornata la passiamo gironzolando per la città. Ne approfittiamo per pranzare in un supermercato gustandoci dei bei succhi di avocado , di sirsak e di guava. Ottimi e rinfrescati. Facciamo poi la spesa per fare una cena in albergo a base di frutta, papaja, mango e dragon fruit. A parte nei succhi è praticamente impossibile farci servire la loro frutta esotica nei ristoranti, dobbiamo quindi comprarcela noi e farci lo spuntino in camera. Bandar Lanpung ha un traffico caotico ed perennemente intasata dai puzzolenti motorini, bus e camion per cui cerchiamo di ridurre al minimo il tempo che siamo vicino alle strade trafficate.
Il secondo giorno ci alziamo presto, facciamo la spartana colazione dell'hotel con il supplemento dei resti della nostra frutta, per poi andare alla stazione di partenza per il minibus che ci porta alla spiaggia bianca. Per motivare il prezzo di 35'000Rp ci dicono che il viaggio dura una ora, ma dopo mezzora ci scaricano davanti ad un posto con delle enormi statue minacciose, sembra l'entrata di un quartiere militare ma è l'entrata della spiaggia con la sabbia bianca. Qui vi è solo la spiaggia con entrata a pagamento, ma nessun albergo! Ci dicono che l'albergo è a circa un Km, Ne troviamo un paio, ma senza doccia; poi arriva l'hotel Arianda. Dal di fuori sembra eccellente e poi si trova verso il mare. Ci sogniamo già la bella spiaggia bianca davanti all'albergo, anche guardandoci in giro si vedono varie industrie con dei camini non proprio molto accoglienti. L'Arianda dall'interno mostra subito i suoi limiti, le camere sono vecchiotte e necessiterebbero un buona manutenzione. Per di più capiamo subito che vogliono sfruttare l'occasione per rifilare ai turisti le camere più care (Superior exlusiv super mega ultra!) dicendoci, e non è la prima volta, che è l'ultima rimasta. Vedendo i limiti dell'offerta ed il prezzo di 300'000Rp stiamo quasi per abbandonare l'idea di rimanerci, ma poi pensando che l'unica alternativa sarebbe stata di continuare il viaggio senza sapere fino dove, decidiamo di rimanere. Le altre caratteristiche dell'hotel sono: la piscina maledettamente vuota, la spiaggia di sassi, ma fortunatamente l'acqua è pulita e le onde non troppo forti. Ne approfitto subito per fare una nuotata in queste calde acque dell'oceano indiano, non siamo a Bali ma ci accontentiamo! Poi facciamo un bel giro di ricognizione nel paesino di pescatori dove siamo capitati. In una baita vicino al porto ci facciamo servire due noci di cocco. Kelapa in lingua locale. Dopo aver bevuto il liquido lo rompo e mi metto con il coltellino a togliere la polpa per mangiarla, ma osservando gli sguardi dei nostri ospitanti capisco che sto facendo qualcosa di strano. Cerco di offrirgliene un pezzo e loro mi fanno capire a segni che loro la polpa la buttano via. Siamo osservati e trattati come dei marziani tutti vogliono farsi fotografare e raccontarci qualcosa, ma la barriera linguistica è troppo alta malgraado cerchiamo di aiutarci con il nostro dizionarietto. Sul ritorno, in un chiosco, proprio vicino alla moschea, chiedo per scherzo se hanno la birra Bintang, ed ecco la sorpresa: la Bintang no, ma la Anker si. E' calda, ma poi mi ricordo che la nostra camera super exlusiv, oltre alla TV, ha anche un frigorifero. Allieteremo cosi la cena con un fresca birra Anker prima di fare i compiti per il Blog ed andare a dormire, per alzarci presto e partire di buon mattino per Java. Al ritorno dal giro fotografico serale incontro due turisti,ci salutiamo in inglese ma poi scopriamo di parlare la stessa lingua. Sono due italiani dall'Emilia (Mirco e ??) che sono arrivati oggi da Java e sono intenzionati ad andate fino al nord di Sumatra. Avremmo voluto continuare la mattina a colazione, ma non riusciremo nell'intento, visto che la colazione ci verrà servita in camera e noi partiremo presto!

5 novembre, da Palenbang a Bandar Lampung

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Abbondante e variata oggi la colazione (la migliore finora Sumatra) all'hotel Saijaja proprio quello che ci vuole per una giornata come quella in previsione oggi. Viaggiando con il taxi fino alla stazione ferroviaria vediamo il vero volto di questa città sorta nella Jungla sumatrese grazie alla presenza di enormi giacimenti petroliferi. Di giorno vediamo da lontano nella zona sud della città i fumi e lo smog di un'enorme centro petrolifero. Anche l'aria in certi punti puzza per la presenza di una fabbrica di fertilizzanti. Alla stazione è tutto più tranquillo che ieri sera all'arrivo, Attesa minima e ordinata allo sportello per prendere i biglietti. Poi facciamo le ultime provviste per il lungo viaggio prima di salire in carrozza. A differenza di quello di ieri i sedili sono disposti a file laterali di due posti e sono numerati, loro però ci stanno in tre o più ancora. Inizialmente ci sistemiamo agiatamente, ma poi continua a salire gente e lo spazio si riduce vistosamente, alla fine sarà pieno totalmente.

domenica 4 novembre 2012

4 novembre da Lubuk Linggau a Palembang

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In albergo, ancora prima di colazione, cerco tramite internet di capire quando partono i treni per andare verso sud. Siccome i treni sumatresi non sono i più utilizzati dai turisti è difficile trovare informazioni sicure e recenti sui servizi offerti e sugli orari. Dalle ricerche risulta che vi è una unica partenza giornaliera alle 21 della notte, quindi optiamo per prendere tutto con calma, quindi colazione tranquilla ed abbondante, per poi uscire a prendere un minibus per la stazione dei treni (qui chiamati kereta api, letteralmente macchina di fuoco). Qui ecco la sorpresa, chiedo al capostazione, pare l'unica persona in grado di capire l'inglese, vi è anche un treno che parte alle 9.30. Quindi visto che sono le 8.15, potremmo ritornare all'hotel a prendere i bagagli e fare in tempo a partire ancora stamattina.

venerdì 2 novembre 2012

3 novembre, da Padang a Lubuk Linggau

Dopo la copiosa e variata colazione a Sriwijaya attendiamo il bus che dovrebbe portarci a Bengkulu, sulla costa dell'oceano a ca. 500Km da Padang. Secondo le informazioni di Armando e dell'addetto alla ricezione dell'hotel che ci ha fatto la prenotazione, il viaggio dovrebbe seguire la costa e durare 10 -12 ore. Partiamo regolarmente dall'hotel alle 10. La prima sorpresa è che invece di un bus arriva un minibus, beh pensiamo sia solo per arrivare alla stazione dei bus.A sinistra la foto di un "trasporto speciale" a Padang!

2 novembre, da Manijao a Padang

Stamattina, il tempo è bello e noi ce la prendiamo con calma vista la tranquillità del posto. La colazione non è compresa per cui ne approfittiamo per ordinare dei panckakes alla frutta, ottimi ed abbondanti!Poi con l'aiuto di Harry che ci organizza il trasporto fino a Padang con il minibus di un suo collega, ritraversiamo la risaia con i nostri bagagli ad attendere sulla strada principale. Sul minibus siamo i primi passeggeri e non capiamo perché non possiamo salire davanti, ma poi in seguito capiamo che il posto era riservato per una giovane studente di buona famiglia. A parte una decina di Km lungo la costa prima di Padang, probabilmente non ancora ripristinata dal terremoto con tsunami di sei anni fa, la strada è in ottime condizioni.

1. novembre, da Bukittinggi al lago Manijau


Stamattina siamo riusciti ad organizzare un mango per completare la colazione all'Hotrel, ma purtroppo ne dobbiamo scartare la metà perché un piccolo bruco animaletto è riuscito ad anticiparci. Poi checkcout all'Hotel e via con Armando e mister One per il tour senza ritorno fino al lago Manijau dove Armado ci ha organizzato il pernottamento in un Cottage vicino al lago. Il tour di oggi ci porta prima ad un Canyon a sud di Bukuttinggi, dove Armando ci fa camminare per una mezz'ora mostrandoci le piante da frutta e gli allevamenti di pesci.