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martedì 27 novembre 2012

24 – 26 novembre, a Lovina (Bali nord)

Foto seguono
 
Per oggi la parola d'ordine è relaxing, dopo l'intensiva giornata di ieri ci meritiamo oggi qui a Lovina una meritata giornata di distensione. Al nostro tranquillo e confortevole Astina Guesthouse passiamo la giornata fra la piscina, il ristorante e la nostra camera. Per me è l'occasine per pianificare la prossima tappa del viaggio, il Giappone. Cerco prima le info su come procurarci il Japan Rail Pass, per visitare il Giappone in treno. Per questo ci colleghiamo con skype con la figlia Nadja per coordinare le date ed i vari dettagli. Trovo poi un'agenzia a Zurigo che ci venderebbe i RailPass onlne, ma per nostra sorpresa e disappunto scopriamo che ci devono inviare il Vaucher del Pass per posta, e loro lo inviano solo in Svizzer. Trovo strano che si possono inviare gli e-ticket per i voli e le ferrovie giapponesi non riescono ancora ad inviare gli “e-RailPass” e si debba dipendere da un'invio postale. Continuando la ricerca scopriamo poi l'inirizzo di un'agenzia a Dempasar che venderebbe sul posto. Riceviamo poi la conferma telefonicamente, ma ecco un'altra sorpresa: dobbiamo mostrare il ticket dell'uscita del Giappone. Questo ci scoccia perché avremmo voluto essere liberi di uscire da dove e quando vogliamo noi sul posto. Dobbiamo cosi riservare un passaggio con un traghetto ben definito e per una data prestabilita. Cercando intensamente i Internet scopro la compagnia che opera un collegamento veloce fra Fukuoka e Pusan, ma ecco la seconda sorpresa: il sito per la prenotazione seppure indicante che si può scegliere la lingua inglese, dopo la pagina di introduzione è solo in giapponese. Provo con un po di fantasia a immettere i dati, ma mi devo subito rassegnare! Dobbiamo farci aiutare dalle conoscenze linguistiche dalla figlia Nadja! Le passiamo tutti i dati e detto fatto, il giorno dopo riceviamo per e-mail la conferma della prenotazione, le uniche cose che riusciamo a leggere sono i nomi e le date. Segue poi la stessa procedura per la prenotazione dell'albergo per la prima settimana a Tokio. Terminiamo la giornata, che doveva essere di relax, andando a cena con Raquel e Carlos, dopo aver riservato con loro l'uscita di domani con il nostro consulente Putu che oramai ci sta “perseguitando” da quando siamo arrivati qui. Per cena avremmo voluto avere dei Read Snapper freschi alla griglia. Tanti promettono di averli, ma quando chiediamo di farceli vedere, o sono congelati o sono dei withe o black snapper. Alla fine terminiamo in un ristorante con una bella vista dal secondo piano, ma con black al posto dei read snapper. In un ristorante vicino ci viene promessi dei read snapper freschi per domani sera.
Il secondo giorno, subito dopo la colazione con un bus, sul medesimo percoso dal quale siamo arrivati, andiamo verso il Parco Nzaionale che comprende l'isola Menjangan. Qui dovremmo trovare un paradiso per lo snorkeling e le immersioni. Arrivati sul posto veniamo separati fra i due tipi di attività e imbarcati su delle barche tipiche balinesiane per recarci sull'isola ed iniziare la visita dei fondali corallini. Subito rimaniamo affascinati dalla presenza di cosi tanti differenti tipi di pesci. Ve ne sono veramente in grande quantità, di tutte le forme e grandezze e di tutti i colori! Anche i coralli e la vita marina non sono male, ma sono i pesci la vera attrazzione. Raquel è con noi a fare snorkeling, mentre Carlos è con il gruppo che fa immersioni. Anche lui ci conferma le nostre esperienze e ci dice di aver visto in profondità anche pesci di notevoli dimensioni, probabilmente barracuda o tonni! Dopo due immersioni torniamo stanchi a Lovina. Io che con poca prudenzza avevo messo una crema solare debole la sera sento bruciare la schiena; mi sono preso una bella bruciata dal sole! La sera poi la solita sorpresa, che tanto sorpresa non è, anche stasera i promessi read snapper non ci sono. Ci viene detto che non è la stagione!. Chissà? Ci accontentiamo, si fa per dire, con degli ottimi gamberoni giganti accompagnati da un vino bianco balinese prodotto da Hatten. Si, effettivamente a Bali è stata introdotta ca. 20 anni fa da un olandese la vite e viene prodotto un buon vino bianco e rosè.
Il terzo giorno a Lovina lo iniziamo alle 6, prima di colazione, uscendo in barca per “caccia fotografica” ai delfini. Con Carlos (Raquel rinuncia perché indisposta) partiamo con una delle tipiche imbarcazioni dei pescatori locali, con le prime luci dell'alba. Il cielo è quasi senza nubi e vediamo così il sole ad illuminare pian piano le lunghe palme della spiaggia. Purtroppo però vediamo già molte imbarcazioni piene di turisti (massimo se per barca) fuori del mare, ma molte altre attendono la partenza. Ad un paio di km dalla costa tutte si fermano e rimangono in attesa di avvistamento dei delfini. Appena ne vengono avvistati subito le altre imbarcazioni vicine si precipitano con i loro motori rombanti verso i poveri delfini. Chissa che stress per loro che vengono qui per mangiare tranquillamente e vengo cacciati da centinaia di turisti disturbatori. Lo spettacolo, con così tante imbarcazioni, (ne contiamo almeno una cinquantina) è un po' deprimente e lascia perplessi! Chiediamo al nostro pescatore di stare un può fuori dalla ressa delle barche, ed eccoci subito premiati: un gruppo di delfini passa proprio molto vicini a noi. Il pescatore, quasi per scusarsi, ci dice che non è sempre così, ma oggi sono arrivati molti turisti, anche locali, da Kuta e dalle altre parti dell'isola ecc. ecc. Anche lui non è contento della situazione e dice di impegnarsi per migliorare la situazione, ma leggendo una guida di 10 anni fa mi accorgo che già a quei tempi la situazione era la medesima. Dopo una mezzoretta di questo poco edificante spettacolo chiediamo al nostro pescatore di abbandonare la scena e ritornare a riva. Facciamo poi colazione, salutiamo Raquel e Carlos, che partono per un tour ai laghi di Begodul e Batur per poi ridiscendere sulla costa ad Amed. Noi rimaniamo qui un giorno in più per sistemare gli ultimi dettagli per il viaggio in Giappone. Poi facciamo un giro di ricognizione del posto dove eravamo alloggiati tre anni fa, il Batu Kartika Bungalow. Lo spazioso parco è un po trascurato ed i rifiuti non lo rendono particolarmente attrattivo, ma nelle pozze d'acqua vi troviamo ancora i varani che avevamo ammirato anni fa. Poi al ristorante ci facciamo servire dei succhi di frutta e parliamo con il gestore che ci dice di essere li da oltre venti anni. Veramente peccato che non sia meglio curato, sarebbe un posto splendido così vicino alla spiaggia. Terminiamo il nostro giro sulla spiaggia continuamente richiamati dai venditori, hello mister .. how are you?  continua a risuonarci nelle orecchie. Con uno di questi venditori, dopo la solita contrattazione, combiniamo il trasporto di domani fino ad Amed per 280KRp. Sarà il suo cugino che ci preleverà alle 8.30 per il viaggio, qui sembra siano tutti parenti fra di loro!

23 novembre, ascesa al l'Ijen e viaggio fino a Lovina (isola di Bali)

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E' ancora notte fonda quando alle 3.30 veniamo svegliati per la colazione e per prepararci per partire per l'avventura vulcanica di oggi. Alle 4 poi con Raquel, Carlos ed il califoniano Stephen a bordo partiamo, prima sulla strada dissestata della piantagione di caffe, poi su una stradina asfaltata fra i grandi alberi della foresta verso il punto di partenza dell'ascesa al cratere del vulcano. E' ancora notte e cosi la foresta illuminata dai fari appare più suggestiva. Mentre comincia a l'alba arriviamo al posteegio da dove abbiamo ancora circa tre km di salita a piedi per raggiungere il cratere. Intanto, mentre saliamo adagio adagio sale anche il sole e lo spettacolo attorno con i vari altri vulcani, le nubi e la foresta sono meravigliosi. La presenza del vulcano comincia a farsi sentire attraverso il naso, l'odore di uova marce, causato dallo zolfo emmesso da cratere, si fa via viia più intenso, tanto che alcuni portano la mascherina per respirare o addirittura la maschera antigas. La salita è abbastanza ripida ma vedendo lo spettacolo attorno non ci accorgiamo nemmeno. A circa metà strada arriviamo ad una capanna uata come punto di appoggio, unaa sppecie di rifugio, per i portatori di zolfo. Qui hanno dei posti per dormire ed una cucina per prepararsi da mangiare. Ci lasciano entrare per fare foto e per cercare di venderci dei pezzi di zolfo naturale che loro raccolgono per i turisti. Attorno vi sono portatori con i loro rudimentali contenitori per il trasporto in spalla, con due cesti ed un bastone riescono a caricare dai 40 agli 80kg di zolfo. Parliamo con uno un po anziano che parla un pochino l'inglese che ci dice di avere 62 anni e di fare questo lavoro da 40 anni, ci sembra però una rarità poter arrivare a questa età con questi sforsi che fa. Ci confida però che adesso porta solo 40 -50Kg per volta e fa al massimo due viaggi al giorno. I più giovani ne fanno tre o quattro. Diamo al nostro anziano portatore le nostre uova sode avvanzata dalla colazione, che accetta di buon grado, anche se avrebbe preferito delle sigarette! Pare che, per le condizioni locali, quadagnano bene, ma la vita che fanno è rovinosa; uno di loro ci mostra la spalla, completamente incavata dal bastone su cui appoggia tutto il peso del trasporto! Facciamo tre calcoli, tenendo conto che ricevono 700Rp al Kg, arriviamo ad un compenso mensile di 2'50 – 500Fr, lavoranto al ritmo di tre viaggi al giorno per 30 giorni senza pausa. Mentre saliamo incrociamo i primi portatori carichi, che ci salutano e qualcuno cerca di venderci dei pezzi di zolfo cristallizzato. Quando raggiungiamo il bordo del cratere il sole illunina gia il bellissimo lago azzurro ed il lato nord del cratere. Il lago ha questo colore per l'alto contenuto di minerali e la composizione chimica, con la presenza ddi acido solforico e cloridrico da far invidia al liquido delle batterie delle automobili. Sotto di noi riusciamo a vedere le varie bocche da dove escono i vapori di zolfo e dove una moltitudie di gente scava e carica lo zolfo per essere portato fuori dai portatori che vediamo incolonnati sul sentiero che sale dal cratere. Lo spettacolo, con le luci motevoli del mattino, e straordinario e rimaniamo quasi incantati a fotografare. Purtroppo, ma forse è meglio cosi, un posto di polizia subito sotto il bordo del cratere non lascia entrare i turisti. Ci rassegnamo e facciamo una lunga camminata sul margine del cratere per cercare il punto migliore per vedere le bocche del cratere, i blocchi di zolfo di un bel giallo intenso, e gli operai a lavorare e caricare i cesti di zolfo. Con l'arrivo del sole lo spettacolo cambia e anche il vapore tende a fermarsi sopra il lago creando cosi zone di ombra e la conndioni non più ideali per fotografare, almeno per noi dilettanti della fotografia! E' cosi giunto il momento di salutare il cratere dell'Ijen e ritornare alla nostra auto per il trasporto di ritorno. Appena rientrati il nostro autista ci propone una modifica di programma, che inizialmente interpretiamo con un certo sospetto, ma dopo aver fatto i necessari accertamenti accettiamo. Invece di fare il medesimo percorso della salita potremmo scendere da una via più corta, ma dobbiamo portare i nostri bagagli in spalla per circa un Km e continuare il viaggio con un'altra auto. Tutto questo perche un cantiere impedisce la circolazione. Visto che risparmiamo almeno tre ore di ttempo accettiamo la proposta e facciamo la sfacchinata con i bagagli fra le macchine ed i camion che stanno mettendo in sesto una pezzo di strada nel bel mezzo della foresta tropicale. Scendendo verso il sud di Java per il porto dei traghetti per Bali attraversiamo varie piantagioni di caffè, canella, banane e naturalmente riso. Arriviamo al porto dei traghetti per Bali, di Ketapang, prima di mezzogiono, in un'ora e mezza, con la solita attesa al porto di arrivo, siamo a Gilimanuk sull'isola di Bali. Dobbiamo però spostare l'orologio avanti di un'ora, dato che Bali ha un'altro fuso orario di Java. Da qui dopo aver evitato i procacciatori di turisti, prendiamo, sempre assieme a Raquel y Carlos, un bus pubblico per Lovina. Steave invece prende la via per Kuta, lui è più giovane e cerca un po' più di action! Arrivati a Lovina, sono le 16 circa, cerchiamo il Kartika Cottage, nella zona di Kalibukbuk, dove eravamo stati tre anni fa. Qui dobbiamo però constatate che tutto si trova allo stesso stato di allora, ma nel contempo tutto è decaduto e non dispone di accesso internet. Loro medesimi della ricezione ci consigliano molto gentilmente, di rivolgerci al ressort Astina proprio di fronte. Assieme a Raquel riusciamo a spuntare un buon prezzo per un minimo di tre notti (150'000Rp > ca. 15Fr.) con colazione, WiFi ecc.). Il posto è carino e tranquillo e non lontano dalla spiaggia e dai vari ristoranti. Approfittiamo poi subito del Happy Hours per assaporarci una buona cena accompagnata da freddissima birra balinese; è tanto fredda che si formano gli iceberg di birra nel bicchiere!!

22 novembre, avvicinamento al vulcano Kawah Ijen

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Al nostro albergo stamattina ci portano addirittura la colazione davanti alla camera, niente di speciale ma eccellente il sevizio.. Poi, dopo aver dedicato più di un'ora all'aggiornamento del blog mi metto in cammino per fare un giretto fotografico della zona. Già di mattina presto fa molto caldo e devo cercare l'ombra delle piante per non farmi bruciare dal sole. Noto subito che Probolinggo è relativamente pulita, almeno in confronto di come l'avevo in mente dalla nostra visita di tre anni fa. Anche il traffico, che mi ricordo caotico tre anni fa, scorre tranquillo ed ordinato. Al ritorno in albergo per la partenza, con sorpresa, devo constatare che i rientranti dall'escursione al Bromo, Raquel, Carlos e Stephan, giovane californiano rampante dalla zona della Napa Valley, sono più di un'ora in anticipo e pronti a partire. Caricati i bagagli sul veicolo a 8 posti si parte verso l'avvicinamento al Kawah Ijen. Il nostro autista ha un occhio menomato, pare però che ci vede bene … almeno questa è la nostra recondita speranza. Il lato positivo è che guida molto prudentemente! A nostra sorpresa il percorso segue la costa non in linea con ci aspettavamo. L'autista ci dice che il percorso è più lungo ma migliore e quindi più veloce. Dopo aver raggiunto la punta a sud di Java a Baniuwangi la strada si fa più stretta ed inizia a salire fra paesaggi stupendi con coni vulcanici da ogni parte. Peccato che una pioggerellina e la nebbia non permette di vedere tutto, ma il gioco di ombre ed il paesaggio compensano l'effetto negativo. Dopo essere ripartiti da un viewpoint Rachel e Carlos si accorgono preoccupati di aver dimenticato il loro sacco. L'autista ritorna sul posto, ed ecco subito tranquillizzati i nostri due compagni di viaggio. Attraversiamo diversi villaggi fra piantagioni di te, di cacao e di caffè prima di arrivare alla fattoria della piantagione di caffe di Catimor dove pernotteremo per poi partire da qui verso il vulcano Ijen. Bel posto tranquillo in altura (siamo sui 2'000mslm), la temperatura è gradevole. La fattoria data dal 1894, sembra quasi un museo. Le camere sono spartane ma in compenso abbiamo una bella piscina con jacuzzi. Dopo la cena facciamo un giro fra le case degli operai della fattoria. Molti bambini si avvicinano per chiederci le solite domande e farsi fotografare. Le case sono ben ordinate e ognuna ha davanti un orticello dove sono coltivati gli ortaggi di consumo quotidiano, melanzane, pomodori, cavoli, carote ecc. Facciamo poi gli ultimi preparativi per essere pronti a partire nel mezzo della notte.