A colazione
ri-incontriamo gli spagnoli e brevemente anche Jeff che ci dice di
dover ritornare alla base non riuscendo a prelevare soldi dal proprio
conto. La nostra colazione all'ostello è con caffè, toast e uova
bollite. Andiamo poi tranquillamente alla vicina stazione per
prendere il treno delle 10, ma alla stazione ecco la sorpresa; il
treno causa l'intensa pioggia degli scorsi giorni non circola,
bisogna prendere il bus delle 12 per Bungo Taketa da dove possiamo
poi procedere con il treno fino a Beppu passando per Oita . Ne
approfitto delle due ore per scrivere il blog nel locale di attesa
del centro turistico di Aso. Sul percorso con il bus vediamo in
diversi punti i segni degli scoscendimenti che hanno coinvolto la
linea ferroviaria. Poi dopo l'uscita dalla caldera la strada è
tutta in discesa e la vegetazione varia diventando sempre piè
esotica.Appena saliti sul treno per Beppu una gentile hostess
ferroviaria ci propone di farci una foto ricordo con un medaglione
che pubblicizza questa linea. In gran parte la ferrovia costeggia il
mare e già prima di entrare a Beppu vediamo i segni termali del
luogo con nubi di vapore che salgono verso il cielo. Beppu è
infatti un centro termale con moltissime sorgenti sparse sul
territorio circostante. Arrivati alla stazione di Beppu andiamo a
sistemarci al Khaosan Hostel a poche centinaia di metri di distanza.
Mentre Nadja, che è già stata a Beppo, ci attende all'ostello,
mentre noi andiamo a fare un giro per scoprire le zone termalmente
più attive. Alla stazione prendiamo un bus per salire verso la parte
alta della città e mentre saliamo vediamo d'appertutto il vapore
uscire addirittura dai tombini delle strade. Intanto il bus continua
in suo percorso e noi non ci accorgiamo di aver oltrepassato la
fermata dove avremmo dovuto scendere per visitare la zona dei parchi
termali. Usciamo dal bus per poi ridiscendere verso la zona dove
vediamo la maggior quantità di pennacchi di vapore. Lo spettacolo
con la luce diffusa del sole è da Inferno di Dante, manca solo il
calore. Difatti, malgrado il vapore che si vede d'appertutto la
temperatura è rigida, saranno al massimo 5-8 gradi. Mentre sta già
diventando notte, ed il parco sta chiudendo riusciamo ad entrare nel
parco termale abusivamente dall'uscita, e vedere una parte con i vari
pozzi colorati e ribollenti. Ci godiamo ancora per un po l'ambiente
particolare di questo posto , prima di prendere un bus che dopo un
lungo giro attorno alla città ci porta alla stazione da dove
eravamo partiti. Andiamo poi con Nadja a cenare con specialità
locali in un ristorante vicino alla stazione. Prima di andare a
dormire facciamo rilassante un bagno caldo nella Onsen (bagno termale
giapponese) dell'ostello.
giovedì 20 dicembre 2012
20 dicembre 2012, da Kumamoto a Asu e visita Aso crater
Foto seguono
Anche stamattina
partiamo presto dall'hotel per prendere il trenino di montagna (oggi
niente Shinkanzen!) per spostarci al centro della regione del Kyushio
per andare a visitare la zona vulcanica (Geo Park) del Monte Aso. Il
trenino rosso è inizialmente veloce, ma poi quando si inizia a
salire comincia a fare fatica in alcuni punti procede a zig zag
invertendo la direzione di marcia. Fuori fa freddo e nei posti più
esposti si vedono i prati coperti di brina, con i primi raggi del
sole lo spettacolo è molto fotogenico. La salita che il treno deve
fare è per arrivare al margine delle grande caldera dove si trova la
pianura dell'Aso-Plateau, situata a circa 800m di altitudine. Si
tratta, come dicono le guide, con un diametro di circa 20Km, di una
delle più estese caldere al mondo. All'interno vi sono alcuni fra i
vulcani più attivi del Giappone. L'entrata nella caldera con il
lento trenino in discesa e con la luce fievole del sole è
incantevole. Arriviamo alla stazione di Aso verso le 10.30, giusto in
tempo per sistemarci all'ostello Aso-Base, fare la spesa per uno
spuntino e partire con il primo bus per salire a visitare il vulcano
Aso, la vera attrazzione del posto. Mentre aspettiamo un turista
canadese appena rientrato dell'escursione ci dice che purtroppo non
ha potuto salire fino al cratere del vulcano perché bloccato causa le
esalazioni pericolose del vulcano. Ci dice che però il paesaggio è
tanto bello che vale lo stesso la pena di fare l'escursione. Il
viaggio tutto in salita dura una mezzora e presenta vari bei punti di
osservazione, in particolare a Nadja piace, ma non solo a lei, la
veduta sul quasi perfetto cono del vulcano
Kome-Zuka
che
incontriamo a metà percorso. Arrivati alla stazione finale da
dove già vediamo il fumo uscire dal vulcano e da dove parte la
funivia per View Point del cratere, andiamo subito a vedere come sono
le prospettive per salire in vetta. Con nostra grande sorpresa ecco
l'annuncio che la salita al cratere è stata liberata e che quindi
fra ca. 10 minuti possiamo salire. Oltre alla fortuna del bel tempo
abbiamo anche quella che il vento ha girato direzione rendendo
possibile la visita al punto di osservazione del cratere. Arrivati in
cima, e fatto l'ultimo tratto a piedi, ecco presentarci davanti
l'impressionante bocca aperta del vulcano. Sembra di vedere dentro la
bocca del drago, non si vedono le fiamme, ma il volume di fumo e
vapore che escono continuamente sono notevoli. Il flusso discontinuo
ed il vento rendono lo spettacolo ancora più impressionante.
Inizialmente siamo in pochi, ma poi iniziano ad arrivare le
spedizioni intere di cinesi, coreani tutti a cercare il posto
migliore per farsi fotografare. Dopo la nostra dimostrazione di
pratica vulcanica, facciamo una lunga camminata in quello che viene
chiamato il deserto nero. Una vasta zona dove si deposita la polvere
e altri detriti del vulcano durante la eruzioni. La sabbiolina è
così fine e la caduta così continua che, in questa vasta zona, non
cresce neanche un filo di erba! Solo ai margini e in qualche zona
protetta dal vento, fra il nero della sabbia cresce qualche modesto
arbusto. Fatto questo interessante giro rientriamo alla fermata del
bus che ci riporta al paese di Aso. Qui prendiamo possesso della
nostra camera doppia, mentre Nadja si accontenta di un letto da sola
nel dormitorio femminile. Il posto è nuovo e carino, ma essendo
riscaldato solo con una stufa a legna la temperatura ambiente non è
sempre confortevole. Noi ci riscaldiamo con una buona zuppa cucinata
nella ben attrezzata cucina dell'ostello. Qui conosciamo una coppia
di spagnoli con tre figli ancora giovani che stanno facendo un giro
turistico nella zona. Sono in Giappone da un anno, lui lavora
all'ambasciata spagnola di Tokyo, lei è casalinga e cura i bambini.
I tre sono però molto tranquilli e passano il tempo giocando con
l'i-pod. Lui dice che deve ringraziare molto Steve Jobs per aver
inventato questo mezzo di intrattenimento. Poi vi è anche un marines
americano (Jeff Redding >
http://www.youtube.com/user/jjugglerredding ) di stanza vicino alla
base americana di Sasebo vicino a Nagasaki. Ci stupisce dicendoci di
essere rimasto scioccato visitando il museo dell'atomica a Nagasaki,
ma lavora per l'esercito … ci sembra una grossa contraddizione. Ci
stupisce ulteriormente dicendoci che fra un anno, a 45 anni!!, andrà
in pensione nelle Filippine, dove dice di avere una figlia di madre
filippina. Noi ceniamo con una minestra di pasta arricchita con uovo
e calamari.
19 dicembre 2012, da Fukuoka a Kumamoto
Foto seguono
Anche stamattina,
malgrado splenda presto il sole, è molto freddo, per cui prendiamo la
subway vicino all'albergo e via per la stazione del Shinkanzen di
Hakeda. Qui prendiamo il biglietto del viaggio a Nadja e prenotiamo
per noi i posti con il RailPass, e facciamo ancora in tempo a berci
un caffè e comperare dei panini da consumare in viaggio. Oggi abbiamo
uno degli Shinkanzen più veloci, che in neanche un'ora ci porta a
Kumamoto, la città dell'orso. Difatti Nadja ci spiega che Kuma vuol
dire orso, per cui il simbolo della città è una faccia di orso
bruno con una sorridente espressione. Simpatica specialmente se
rappresentata sui vari dolci molto popolari in tutto il Giappone.
Alla stazione ci informiamo presso l'info center sulle attrazioni che
offre la città. La stazione è situata diversi Km fuori dal centro
per cui dobbiamo prendere un tram che ci porta nei paraggi
dell'albergo. Siamo al APA Hotel, un posto confortevole in stile
western. Da qui partiamo subito a piedi per visitare l'imponente
castello, uno dei più maestosi di tutto il Giappone. Anche qui il
freddo si fa sentire per cui cerchiamo ogni tanto riparo in quelle
poche sale riscaldate all'interno del complesso del castello. In
posto comprende un grande parco che percorriamo sotto il sole per
riscaldarci un po'. Poi ci spostiamo in tram dall'altro lato della
città per visitare il parco Suizenji-Jojuen. Non molto grande ma con
un bel lago contornato da collinette che rappresentano dei crateri di
vulcani, sarà per mostrare la particolarita geologica della
regione, con la presenza di vari vulcani attivi. Ceniamo poi in un
ristorante con specialità locali a base di noodels, pesce varie
verdure locali, fra cui la patata dolce, che qui usano anche per fare
una specie di bevanda alcoolica simile al sakè.
18 dicembre 2012, a Nagasaki e ritorno a Fukuoka
Foto seguon
Oggi dedichiamo
l'intera giornata alla visita di Nagasaki, altra città giapponese
vittima del tragico passato nucleare. Noi la raggiungiamo con il treno
regolare in un comodo viaggio di 2 ore. Questa non è una linea
Shinkanzen, ma il paesaggio che attraversiamo con montagne, coste e
isole è veramente stupendo. La temperatura è abbastanza fredda
anche se a tratti splende il sole. Arrivati alla stazione prendiamo
un Nagasaki-Pass per viaggiare con tutti i mezzi pubblici. Con il
tram facciamo un giro della parte sud per poi andare a pranzare in un
ristorante di Chinatown. Poi dopo aver visitato il Gloven Garden con
vista sul mare dedichiamo il resto della giornata al museo e ai
ricordi della seconda esplosione atomica. Qui a Nagasaki è stato
perpretato, a mio avviso, un crimine contro l'umanità, dato che
questa tragedia poteva essere veramente evitata! Non vi erano motivi,
a parte quelli strategici militari, per impiegare, tre giorni dopo
Hiroshima una simile arma di distruzione di massa. Il Giappone era
distrutto e stava per capitolare, la Russia era entrata in guerra
contro il Giappone per poter partecipare alla spartizione del
“bottino di guerra”. Personalmente non vedo nessun motivo valido
per giustificare il sacrificio di ancora 100'000 esseri umani, dopo
la già tremenda tragedia di tre giorni prima a Hiroshima. Gli unici
motivi che posso immaginarmi erano quelli di umiliare il Giappone e
di avvertire i Sovietici della predominanza americana. La stessa
strategia e attitudine che fu poi continuata con la guerra di Corea e
la guerra fredda. Ci vollero poi due generazioni per capire che
questa stategia non aveva senso e poteva portare solo verso il peggio
del peggio! I vari trattati di non proliferazione e gli accordi di
smantellamento di una parte degli arsenali accumulati sono un buon
segno ma non basta. Come è mostrato bene nel museo della pace di
Nagasaki, quello delle armi atomiche non è un pericolo scampato,
sono ancora ca. 20'000 le testate nucleari (alcune 1'000 volte più
potenti di quelle di Nagasaki) stazionate nei vari arsenali atomici.
Lo smantellamento di questi ordigni è attualmente uno dei maggiori
problemi con cui si trova confrontata l'umanità intera. Terminata
la visita del museo facciamo un giro sulla grande piazza dedicata
alla pace nel mondo, con innumerevoli statue dedicate alla pace
donate da città, nazioni e da singoli artisti. Poi all'imbrunir
arriva per noi l'ora di prendere il tram, ritornare alla stazione e
rientrare con il treno a Fukuoka. Anche oggi le temperature,
malgrado il sole, sono state invernali. A Fukuoka ritroviamo Nadja
all'hotel e con lei usciamo per fare un giro notturno e cenare nei
pressi dell'albergo. Qui stasera fa molto freddo e tira un vento
gelido, per cui rientriamo subito a prepararci per la partenza di domani.
16 dicembre 2012, da Hiroshima a Fukuoka
Foto seguono
Ci alziamo presto per fare colazione con quanto comperato ieri sera e
prepararci per la partenza. Prima di partire per la prossima
destiazione di Fukuoka, da solo vado a fare una visita mattutina
all'isola di Miyajima, Maggie rinuncia per non
stancare troppo la spalla dolorante. Questa isola è una delle maggiore e più
fotografate attrazioni turistiche dell'intero Giappone per il toori
(porta rossa) sull'acqua del mare. Il primo tratto di ca. 20' è in
treno poi con un traghetto, in ca. 15' si raggiunge il porto
dell'isola. Da qui a piedi in un'ora si possono vedere e visitare
tutte le attrazioni turistiche. Io arrivo abbastanza presto per cui
i turisti sono ancora pochi, ma quando rientro devo già cercare un
passaggio fra i vari gruppi di visitatori. Lo spettacolo con la
“porta rossa” ed il contrasto dell cielo e del mare blu è
bellissimo. Con il sorgere del sole dietro l'isola e il tempio in
primo piano creano un aspetto
fotografico particolare. Mi diverto a scattare foto da ogni
angolazione e con ogni soggetto in primo piano possibile. Poi il
rientro all'ostello a prendere i bagagli, e con Maggie che si è un
po ripresa al caldo dell'ostello, partiamo a piedi per la vicina
stazione a prendere lo Shinkanzen per destinazione Fukuoka. Sul
percorso del paesaggio c'è poco da vedere dato che la linea del
Shinkansen è quasi sempre nei tunnel. Stranamente l'accellerazione
del Shinkanzen mi fa spegnere il Laptop mentre stiamo viaggiando! La
citta, nostra destinazione odierna si chiama Fukuoka, mala la stazione
dove arriveremo si chiama Hakata, per cui a volte vi è un po di
confusione. Qui abbiamo l'appuntamento con Nadja al Guesthouse Spirit
of Aloha prenotato anticipatamente via internet. Arrivati li dopo una
laboriosa ricerca con cartine con le strade scritte solo in
giapponese, invece di Nadja troviamo un biglietto che ci dice di
chiamarla perché lei ci aspetta in un Starbucks delle vicinanze. Il
posto non ci ispira molto e anche l'impressione igienica, vedendo la
cucina e l'ambiente attorno non corrisponde agli standard visti
finora in Giappone. Quando arriva Nadja e ci conferma le nostre prime
impressioni, cerchiamo di trattare con il gerente e via telefono il
proprietario su cosa fare per annullare la prenotazione. Noi
proponiamo di rimanere e pagare una notte, mentre loro insistono per
farsi pagare anche la metà del giorno seguente. In fiine vista la
poca loro flessibilità e resoci conto che noi con la riservazione
avremmo perso solo il 10% (neanche 15 Fr,) decidiamo di salutarli e
andare a cercare un'altro posto. A poca distanza troviamo un hotel
della serie Mystays per stare la prima notte. Poi tramite internet
troveremo un'altro posto a poca distanza per un prezzo molto più
conveniente per le due notti successive. La sera facciamo con Nadja un
giro a piedi della zona costeggiando il fiume con le intense
illuminazioni commerciali-natalizie per poi finire in un ristorane
con che propone specialità Rahmen (una specie di zuppa con carne di
maiale, verdure e le grosse noodels di riso. Per i carnivori niente
male ma riuscire ad arrangiare un menù vegetariano per Maggie in un
ristorante che serve solo carne è stata una grande sfida!! Per
fortuna Nadja ci ha aiutato a spiegare le nostre particolari esigenze
al cuoco giapponese, che con grande piacere ha fatto una eccezione
culinaria.
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