Colazione in
stile western al ristorante giapponese dell'hotel, poi dopo il
check-out ci avviamo a piedi verso la fermata del Monorail per
l'aeroporto. Qui vicino ai pilastri della linea del monorail rivediamo
la vecchia signora con i folti capelli grigi che rovista nei rifiuti
prevalentemente di plastica. L'abbiamo già vista da diversi giorni,
non riusciamo a credere che possa vivere con questo freddo proprio
sotto il ponte in una città del Giappone di oggi. Mentre passiamo
vediamo un passante che le porta una scatola con del cibo vediamo lei
a fare un profondo inchino di saluto. Noi prendiamo il monorail per
arrivare in ca. mezz'ora all'aeroporto dove passiamo il pomeriggio a
girare per l'aeroporto, aggiornare il blog e comperare i dolci
okinawesi per Nadja. Anche il check-in si svolge senza problemi, ma
al controllo dei bagagli a mano Maggie deve lasciare sul posto il suo
bel mini-coltellino svizzero dimenticato di travasarlo nel bagaglio.
Quando partiamo con il volo JetStar GK138, alle 18.45 è già notte e
fuori piovviggina. Il volo con l'Airbus 320 è tranquillo e arriviamo
a Tokyo-Marita alle 21'00 in leggero anticipo. Poi riusciamo a
prendere quasi al volo il treno espresso Narita Sky-Access per la
stazione di Ueno dove abbiamo prenotato l'hotel. Non ci accorgiamo
che si tratta di un treno con supplemento e così quando passa il
controllore ci becchiamo da pagare un supplemento pari al costo del
biglietto normale. Facendo i calcoli ci accorgiamo che per il treno
Exppress veniamo a pagare quasi quanto ci è costato il volo Low-cost
da Okinawa a Tokyo. A Ueno, appena usciti dalla stazione, mentre
camminiamo due gentlemenn giapponesi “carichi” di di sakè (il
vino di riso giapponese) si propongono per aiutarci a trovare
l'hotel. Uno di loro prende in mano il carrello di Maggie, non tanto
per aiutarla ma più per tenersi lui in equilibrio. Malignamente gli
chiedo se stanno tornando dal lavoro, e loro diplomaticamente
sorridendo mi dicono di si .. è stata lunga la giornata!! La figlia
Nadja, il giorno dopo ci dirà che qui a Ueno è tipico dopo un certo
orario la sera vedere rincasare i manager locali, con una alta
gradazione alcoolica, zig-zagando sui marciapiedi. Notiamo subito che
qui la temperatura è molto più rigida di Okinava. Arrivati verso
le 11 all'hotel MySay e troviamo tutto chiuso malgrado avessimo
informato che saremmo arrivati tardi. Un attimo di apprensione poi
troviamo le indicazioni ed un campanello nascosto per mobilitare
l'addetto della ricezione, che arriva come un'automa a farci il
check-in. Ci addormentiamo subito in questa piccola ma ben riscaldata
camera giapponese.