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venerdì 28 dicembre 2012

26 - 27 dicembre 2012, da Kagoshima a Okinawa

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26 - 27 dicembre 2012, da Kagoshima a Okinawa
Ci alziamo di buon mattino per fare colazione al nostro hotel per poi accompagnare Nadja alla stazione per prendere il Shinkanzen per Fukuoka, da dove rientrerà in aereo a Tokyio. Prima di congedarci da lei prediamo un caffè assieme allo Statbucks della stazione. Stamattina il tempo è bellissimo con il cielo senza una nube. Mentre noi approffittando del sole comperiamo delle pietanze in un mercato per mangiarle appena fuori della stazione. Qui al nostro tavolino ci raggiunge un allegro anziano giapponese che con una lattina di birra in mano si siede al nostro tavolo cercando la conversazione con noi. Comunicando a segni e a sorrisi riusciamo a capire che si chiama Wada, che ha 60 anni e che è originario di qui. Maggie gli offre un parte dei suoi sushi che accetta ben volontieri, mentre si beve, sempre più allegramente, la terza lattina di birra.

lunedì 24 dicembre 2012

25 dicembre BUON NATALE dal Giappone

Da Kagoshima   BUON NATALE    a tutti

23 - 24 dicembre 2012, a Kagoshima e dintorni

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23 dicembre: nostro ultimo giorno con il Japan Rail Pass, per sfruttarlo fino all'ultimo partiamo con il trenino per andare a percorre praticamente il tratto ferroviario più a sud dell'isola di Kyushio e dell'intero Giappone; la linea che va da Kagoshima fino Makurazaki passando per Ibusaki e Unagi. Veloce colazione all'hotel per fare la passeggiata fino alla stazione, comperare i biglietti e via con il trenino bianco, sembra quello del latte .. e non solo per il colore. Comunque il viaggio è confortevole e tranquillo, Dopo aver costeggiato il mare ci inoltriamo verso l'interno dove vediamo il bel cono del vulcano Komon che con la sua forma ed altezza è l'attarzzione dell penisola di Satzuma. Lo spettacolo è particolarmente pittoresco con il vulcano dietro i campi gialli di colza in fiore. Il conduttore deve fare una fermata prolungata per permettere ai passeggeri discendere a fotografare. Arrivati al capolinea, dove i binari terminano brutalmente contro una parete di cemento armato, siamo a Makurazaki. Noi abbiamo giusto il tempo per fare due passi e acquistare dei sushi e altre delicatezze giapponesi per pranzare sul treno Sul viaggio di ritorno rivediamo cosi lo stesso spettacolo nelle direzione opposta con però il tempo che continua a peggiorare. All'arrivo a Kagoshima pioviggina, ma la temperatura è ancora gradevole. Alla stazione comperato presso l'agenzia della Japan Rail il passaggio sul traghetto da Kagoshima a Naha, sull'isola di Okinava per la sera del 26 di dicembre. Il costo è un po' elevato, paghiamo 160 Fr. a testa, ma considerato che la distanza da percorrere è di ca 750Km e la durata di 24h, non è poi tanto esagerato. Per noi si tratta di un'ottima alternativa al volo, visto che poi ritorneremo in volo a Tokyo con la JetStar l'8 di gennaio. Avremo cosi l'occasione per rivedere Nadja prima di lasciare il Giappone per Taiwan. Abbiamo infatti deciso, dopo aver trovato un volo conveniente per Taipei, di proseguire per Taiwan evitando cosi la fredda Corea del sud. La sera facciamo poi un'escursione fino al porto per verificare come poter procedere verso Okinawa e per visitare l'isola davanti a noi, e per vedere più da vicino il vulcano Sakajima. Proprio mentre arriviamo al porto vediamo una potente eruzione del vulcano che in breve tempo crea una nube oscura sopra la regione a sud della città. Noi ceniamo poi ancora una volta in uno dei ristoranti del Delfin-Port.
24 dicembre: dopo la spartana colazione all'hotel partiamo per comperare il City TourPass per poi visitare liberamente tutto il giorno la città ed i dintorni con un apposito bus che fa un'itinerario turistico. Per prima andiamo sulla collina che sovrasta il centro della città e dalla quale si ha una ottima visione sulla baia e sul vulcano che caratterizza la città. Poi dopo aver atteso il prossimo passaggio andiamo al punto più ad est da dove ritorniamo per terminare il nostro giro al porto, davanti al terminale dei traghetti per l'attraversamento della baia di Kagoshima. Dopo aver visitato il terminal, ci incamminiamo verso il nostro Hotel Toyoko, mentre la temperatura si fa sempre più fredda ed il vento sempre più pungente. Usciamo poi per la cena della vigilia in un ambiente che qui sembra essere un pò più natalizio che nel resto del Giappone. Sarà perché qui è rimasto qualcosa del tentativo di cristianizzazione fatto dai missionari portoghesi? Difatti qui come anche abbiamo constatato a Nagasaki si vedono delle chiese cristiane. Comunque Le festività natalizie, più che qualcosa sentito dalla gente, sono l'occasione per i commerci ed i negozi per invogliare la gente a comperare regali e concedersi qualche sfizio extra. Noi riusciamo dopo lunga e laboriosa ricerca a farci scattare delle foto in tema festivo da inviare per e-mail come auguri di: BUONE FESTE. Noi andiamo poi a cena in un ristorante che fanno le specialità della regione di Hiroshima, ci gustiamo degli okonomiaki (vedi sotto Hiroshima) cotti sulla piastra del nostro tavolo. Ottimi peccato solo che non siamo riusciti ad evitare che ci mettessero sopra un salsa dolciastra. Ai Giapponesi piace infatti creare dei contrasti di gusto fra dolce e amaro o dolce e salato. Cosa che per noi occidentali è ancora difficile da apprezzare. Usciti dal ristorante, per evitare l'inusuale freddo di stasera ci rifugiamo nell'hotel a spedire gli auguri via e-mail.
25 dicembre: Ci alziamo con comodo, ma sempre in tempo per non perdere la colazione che scade alle 10. Anche se è Natale i Giapponesi non concedono niente ai ritardatari. Usciamo poi subito per andare al porto a prendere il traghetto che attraversa la baia. Il tempo è variabile, ma la temperatura e invernale, con il solito noioso vento freddo. Attraversato la bai ci troviamo su quella che una volta era un'isola, ma poi l'eruzione del vulcano nel 1914 ha creato un collegamento con l'isola principale facendola diventare una penisola. Dal porto di arrivo facciamo una camminata nell zona termale vicino al mare. Qui troviamo un tempio e a poca distanza un lunga vasca con acqua termale per fare il bagno ai piedi, Fa freddo ma prima Nadya poi tutti noi togliamo le scarpe per goderci il calore ai piedi. Il primo momento è uno schock ma poi diventa gradevole e non si vorrebbe più uscire. Visitato la zona del vulcano Sakajima. Al Visitor Center, al zona del vulcano è Parco Nazionale, riceviamo le interessanti info da un Senior Agent che con foto e modelli ci spiga la storia e l'evoluzione di questo vulcano, che è il più attivo del Giappone, e forse di tutto il mondo, Sono anni infatti che continua a eruttare ad un ritmo di 8'000 – 12'000 eruzioni ( anche importanti!!) all'anno. Girando nelle strade di Kagoshima e dintorni abbiamo notato degli strani sacchi gialli con della polvere nera, non sono altro che le ceneri del vulcano che regolarmente la gente scopa assieme e raccoglie! Ci accorgiamo che anche l'aria a momenti ha odori particolari. Meglio non preoccuparci inutilmente! Noi continuiamo poi con un bus il giro sulle pendici del vulcano fino a vedere nel cratere. Per nostra delusione, ma credo sia meglio cosi, non quello attivo, ma quello che aveva eruttato nel 1914 e che è rivoltato verso la città , che da allora è spento. Nessuno sa però fino a quando. Peccato che il pomeriggio è stato nuvoloso e non abbiamo potuto vedere il pennacchio di fumo dal cratere attivo. Noi poi rientriamo con il traghetto e a piedi fino al'hotel, non dopo esserci riscaldati nuovamente i piedi nell'acqua termale.

22 dicembre 2012, da Beppu a Kagoshima

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Dopo una veloce colazione all'ostello andiamo presto alla stazione per iniziare una lunga giornata di trasferimento in treno. Alla stazione prendiamo il biglietto per Nadja, per noi é ancora valido fino a domani il Rail Pass. Partiamo alle 8 con il Kyushio Express perMiyazaki, dove dobbiamo cambiare treno. A Miyazaki avremmo voluto rimanere una notte ma non siamo riusciti a trovare un'hotel adeguato, comunque vedendola ora non ci pentiamo considerato che, a parte qualche spiaggia non adeguata per la stagione, non ha molto da offrire. Il percorso ferroviario lungo la costa est dell'isola è molto variato e contraddistinto da molte coltivazioni in serra. Qui si vedono anche, a differenza del resto del Giappone, molti pannelli fotovoltaici sui tetti delle case. Vediamo addirittura vari km delle linea ferroviaria coperti con pannelli fotovolatici. Da Miyazaky a Kagoshima il percorso attraversa la parte meridionale dell'isola di Kyushio. La zona è montagnosa e selvaggia, mentre la vegetazione semi-tropicale e molto variata. Già da lontano riconosciamo, grazie al vulcano Sakajima che stiamo avvicinandoci a Kagoshima Siamo già nel tardo pomeriggio quando dei timidi raggi di sole salutano il nostro arrivo alla stazione di Kagoshima-Shuo. Qui dopo esserci informati all'InfoCenter prendiamo il tram per andare all'hotel Toyoko Inn prenotato via internet. Facciamo poi un giro a piedi per scoprire la ben organizzata zona del porto. Apprezziamo il Dolfin-Port, ben illuminato per le feste natalizie, con una vasta offerta di negozi e ristoranti ed intrattenimenti. Qui ceniamo con specialità del posto. Poi rientriamo all'hotel per riposarci della intensa giornata.

giovedì 20 dicembre 2012

21 dicembre 2012 da Aso a Beppu

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A colazione ri-incontriamo gli spagnoli e brevemente anche Jeff che ci dice di dover ritornare alla base non riuscendo a prelevare soldi dal proprio conto. La nostra colazione all'ostello è con caffè, toast e uova bollite. Andiamo poi tranquillamente alla vicina stazione per prendere il treno delle 10, ma alla stazione ecco la sorpresa; il treno causa l'intensa pioggia degli scorsi giorni non circola, bisogna prendere il bus delle 12 per Bungo Taketa da dove possiamo poi procedere con il treno fino a Beppu passando per Oita . Ne approfitto delle due ore per scrivere il blog nel locale di attesa del centro turistico di Aso. Sul percorso con il bus vediamo in diversi punti i segni degli scoscendimenti che hanno coinvolto la linea ferroviaria. Poi dopo l'uscita dalla caldera la strada è tutta in discesa e la vegetazione varia diventando sempre piè esotica.Appena saliti sul treno per Beppu una gentile hostess ferroviaria ci propone di farci una foto ricordo con un medaglione che pubblicizza questa linea. In gran parte la ferrovia costeggia il mare e già prima di entrare a Beppu vediamo i segni termali del luogo con nubi di vapore che salgono verso il cielo. Beppu è infatti un centro termale con moltissime sorgenti sparse sul territorio circostante. Arrivati alla stazione di Beppu andiamo a sistemarci al Khaosan Hostel a poche centinaia di metri di distanza. Mentre Nadja, che è già stata a Beppo, ci attende all'ostello, mentre noi andiamo a fare un giro per scoprire le zone termalmente più attive. Alla stazione prendiamo un bus per salire verso la parte alta della città e mentre saliamo vediamo d'appertutto il vapore uscire addirittura dai tombini delle strade. Intanto il bus continua in suo percorso e noi non ci accorgiamo di aver oltrepassato la fermata dove avremmo dovuto scendere per visitare la zona dei parchi termali. Usciamo dal bus per poi ridiscendere verso la zona dove vediamo la maggior quantità di pennacchi di vapore. Lo spettacolo con la luce diffusa del sole è da Inferno di Dante, manca solo il calore. Difatti, malgrado il vapore che si vede d'appertutto la temperatura è rigida, saranno al massimo 5-8 gradi. Mentre sta già diventando notte, ed il parco sta chiudendo riusciamo ad entrare nel parco termale abusivamente dall'uscita, e vedere una parte con i vari pozzi colorati e ribollenti. Ci godiamo ancora per un po l'ambiente particolare di questo posto , prima di prendere un bus che dopo un lungo giro attorno alla città ci porta alla stazione da dove eravamo partiti. Andiamo poi con Nadja a cenare con specialità locali in un ristorante vicino alla stazione. Prima di andare a dormire facciamo rilassante un bagno caldo nella Onsen (bagno termale giapponese) dell'ostello.

20 dicembre 2012, da Kumamoto a Asu e visita Aso crater

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Anche stamattina partiamo presto dall'hotel per prendere il trenino di montagna (oggi niente Shinkanzen!) per spostarci al centro della regione del Kyushio per andare a visitare la zona vulcanica (Geo Park) del Monte Aso. Il trenino rosso è inizialmente veloce, ma poi quando si inizia a salire comincia a fare fatica in alcuni punti procede a zig zag invertendo la direzione di marcia. Fuori fa freddo e nei posti più esposti si vedono i prati coperti di brina, con i primi raggi del sole lo spettacolo è molto fotogenico. La salita che il treno deve fare è per arrivare al margine delle grande caldera dove si trova la pianura dell'Aso-Plateau, situata a circa 800m di altitudine. Si tratta, come dicono le guide, con un diametro di circa 20Km, di una delle più estese caldere al mondo. All'interno vi sono alcuni fra i vulcani più attivi del Giappone. L'entrata nella caldera con il lento trenino in discesa e con la luce fievole del sole è incantevole. Arriviamo alla stazione di Aso verso le 10.30, giusto in tempo per sistemarci all'ostello Aso-Base, fare la spesa per uno spuntino e partire con il primo bus per salire a visitare il vulcano Aso, la vera attrazzione del posto. Mentre aspettiamo un turista canadese appena rientrato dell'escursione ci dice che purtroppo non ha potuto salire fino al cratere del vulcano perché bloccato causa le esalazioni pericolose del vulcano. Ci dice che però il paesaggio è tanto bello che vale lo stesso la pena di fare l'escursione. Il viaggio tutto in salita dura una mezzora e presenta vari bei punti di osservazione, in particolare a Nadja piace, ma non solo a lei, la veduta sul quasi perfetto cono del vulcano Kome-Zuka che incontriamo a metà percorso. Arrivati alla stazione finale da dove già vediamo il fumo uscire dal vulcano e da dove parte la funivia per View Point del cratere, andiamo subito a vedere come sono le prospettive per salire in vetta. Con nostra grande sorpresa ecco l'annuncio che la salita al cratere è stata liberata e che quindi fra ca. 10 minuti possiamo salire. Oltre alla fortuna del bel tempo abbiamo anche quella che il vento ha girato direzione rendendo possibile la visita al punto di osservazione del cratere. Arrivati in cima, e fatto l'ultimo tratto a piedi, ecco presentarci davanti l'impressionante bocca aperta del vulcano. Sembra di vedere dentro la bocca del drago, non si vedono le fiamme, ma il volume di fumo e vapore che escono continuamente sono notevoli. Il flusso discontinuo ed il vento rendono lo spettacolo ancora più impressionante. Inizialmente siamo in pochi, ma poi iniziano ad arrivare le spedizioni intere di cinesi, coreani tutti a cercare il posto migliore per farsi fotografare. Dopo la nostra dimostrazione di pratica vulcanica, facciamo una lunga camminata in quello che viene chiamato il deserto nero. Una vasta zona dove si deposita la polvere e altri detriti del vulcano durante la eruzioni. La sabbiolina è così fine e la caduta così continua che, in questa vasta zona, non cresce neanche un filo di erba! Solo ai margini e in qualche zona protetta dal vento, fra il nero della sabbia cresce qualche modesto arbusto. Fatto questo interessante giro rientriamo alla fermata del bus che ci riporta al paese di Aso. Qui prendiamo possesso della nostra camera doppia, mentre Nadja si accontenta di un letto da sola nel dormitorio femminile. Il posto è nuovo e carino, ma essendo riscaldato solo con una stufa a legna la temperatura ambiente non è sempre confortevole. Noi ci riscaldiamo con una buona zuppa cucinata nella ben attrezzata cucina dell'ostello. Qui conosciamo una coppia di spagnoli con tre figli ancora giovani che stanno facendo un giro turistico nella zona. Sono in Giappone da un anno, lui lavora all'ambasciata spagnola di Tokyo, lei è casalinga e cura i bambini. I tre sono però molto tranquilli e passano il tempo giocando con l'i-pod. Lui dice che deve ringraziare molto Steve Jobs per aver inventato questo mezzo di intrattenimento. Poi vi è anche un marines americano (Jeff Redding > http://www.youtube.com/user/jjugglerredding ) di stanza vicino alla base americana di Sasebo vicino a Nagasaki. Ci stupisce dicendoci di essere rimasto scioccato visitando il museo dell'atomica a Nagasaki, ma lavora per l'esercito … ci sembra una grossa contraddizione. Ci stupisce ulteriormente dicendoci che fra un anno, a 45 anni!!, andrà in pensione nelle Filippine, dove dice di avere una figlia di madre filippina. Noi ceniamo con una minestra di pasta arricchita con uovo e calamari.

19 dicembre 2012, da Fukuoka a Kumamoto

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Anche stamattina, malgrado splenda presto il sole, è molto freddo, per cui prendiamo la subway vicino all'albergo e via per la stazione del Shinkanzen di Hakeda. Qui prendiamo il biglietto del viaggio a Nadja e prenotiamo per noi i posti con il RailPass, e facciamo ancora in tempo a berci un caffè e comperare dei panini da consumare in viaggio. Oggi abbiamo uno degli Shinkanzen più veloci, che in neanche un'ora ci porta a Kumamoto, la città dell'orso. Difatti Nadja ci spiega che Kuma vuol dire orso, per cui il simbolo della città è una faccia di orso bruno con una sorridente espressione. Simpatica specialmente se rappresentata sui vari dolci molto popolari in tutto il Giappone. Alla stazione ci informiamo presso l'info center sulle attrazioni che offre la città. La stazione è situata diversi Km fuori dal centro per cui dobbiamo prendere un tram che ci porta nei paraggi dell'albergo. Siamo al APA Hotel, un posto confortevole in stile western. Da qui partiamo subito a piedi per visitare l'imponente castello, uno dei più maestosi di tutto il Giappone. Anche qui il freddo si fa sentire per cui cerchiamo ogni tanto riparo in quelle poche sale riscaldate all'interno del complesso del castello. In posto comprende un grande parco che percorriamo sotto il sole per riscaldarci un po'. Poi ci spostiamo in tram dall'altro lato della città per visitare il parco Suizenji-Jojuen. Non molto grande ma con un bel lago contornato da collinette che rappresentano dei crateri di vulcani, sarà per mostrare la particolarita geologica della regione, con la presenza di vari vulcani attivi. Ceniamo poi in un ristorante con specialità locali a base di noodels, pesce varie verdure locali, fra cui la patata dolce, che qui usano anche per fare una specie di bevanda alcoolica simile al sakè.

18 dicembre 2012, a Nagasaki e ritorno a Fukuoka

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Oggi dedichiamo l'intera giornata alla visita di Nagasaki, altra città giapponese vittima del tragico passato nucleare. Noi la raggiungiamo con il treno regolare in un comodo viaggio di 2 ore. Questa non è una linea Shinkanzen, ma il paesaggio che attraversiamo con montagne, coste e isole è veramente stupendo. La temperatura è abbastanza fredda anche se a tratti splende il sole. Arrivati alla stazione prendiamo un Nagasaki-Pass per viaggiare con tutti i mezzi pubblici. Con il tram facciamo un giro della parte sud per poi andare a pranzare in un ristorante di Chinatown. Poi dopo aver visitato il Gloven Garden con vista sul mare dedichiamo il resto della giornata al museo e ai ricordi della seconda esplosione atomica. Qui a Nagasaki è stato perpretato, a mio avviso, un crimine contro l'umanità, dato che questa tragedia poteva essere veramente evitata! Non vi erano motivi, a parte quelli strategici militari, per impiegare, tre giorni dopo Hiroshima una simile arma di distruzione di massa. Il Giappone era distrutto e stava per capitolare, la Russia era entrata in guerra contro il Giappone per poter partecipare alla spartizione del “bottino di guerra”. Personalmente non vedo nessun motivo valido per giustificare il sacrificio di ancora 100'000 esseri umani, dopo la già tremenda tragedia di tre giorni prima a Hiroshima. Gli unici motivi che posso immaginarmi erano quelli di umiliare il Giappone e di avvertire i Sovietici della predominanza americana. La stessa strategia e attitudine che fu poi continuata con la guerra di Corea e la guerra fredda. Ci vollero poi due generazioni per capire che questa stategia non aveva senso e poteva portare solo verso il peggio del peggio! I vari trattati di non proliferazione e gli accordi di smantellamento di una parte degli arsenali accumulati sono un buon segno ma non basta. Come è mostrato bene nel museo della pace di Nagasaki, quello delle armi atomiche non è un pericolo scampato, sono ancora ca. 20'000 le testate nucleari (alcune 1'000 volte più potenti di quelle di Nagasaki) stazionate nei vari arsenali atomici. Lo smantellamento di questi ordigni è attualmente uno dei maggiori problemi con cui si trova confrontata l'umanità intera. Terminata la visita del museo facciamo un giro sulla grande piazza dedicata alla pace nel mondo, con innumerevoli statue dedicate alla pace donate da città, nazioni e da singoli artisti. Poi all'imbrunir arriva per noi l'ora di prendere il tram, ritornare alla stazione e rientrare con il treno  a Fukuoka. Anche oggi le temperature, malgrado il sole, sono state invernali. A Fukuoka ritroviamo Nadja all'hotel e con lei usciamo per fare un giro notturno e cenare nei pressi dell'albergo. Qui stasera fa molto freddo e tira un vento gelido, per cui rientriamo subito a prepararci per la partenza di domani.

17 dicembre 2012, a Fukuoka

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16 dicembre 2012, da Hiroshima a Fukuoka

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Ci alziamo presto per fare colazione con quanto comperato ieri sera e prepararci per la partenza. Prima di partire per la prossima destiazione di Fukuoka, da solo vado a fare una visita mattutina all'isola di Miyajima, Maggie rinuncia per non stancare troppo la spalla dolorante. Questa isola è una delle maggiore e più fotografate attrazioni turistiche dell'intero Giappone per il toori (porta rossa) sull'acqua del mare. Il primo tratto di ca. 20' è in treno poi con un traghetto, in ca. 15' si raggiunge il porto dell'isola. Da qui a piedi in un'ora si possono vedere e visitare tutte le attrazioni turistiche. Io arrivo abbastanza presto per cui i turisti sono ancora pochi, ma quando rientro devo già cercare un passaggio fra i vari gruppi di visitatori. Lo spettacolo con la “porta rossa” ed il contrasto dell cielo e del mare blu è bellissimo. Con il sorgere del sole dietro l'isola e il tempio in primo piano creano un aspetto fotografico particolare. Mi diverto a scattare foto da ogni angolazione e con ogni soggetto in primo piano possibile. Poi il rientro all'ostello a prendere i bagagli, e con Maggie che si è un po ripresa al caldo dell'ostello, partiamo a piedi per la vicina stazione a prendere lo Shinkanzen per destinazione Fukuoka. Sul percorso del paesaggio c'è poco da vedere dato che la linea del Shinkansen è quasi sempre nei tunnel. Stranamente l'accellerazione del Shinkanzen mi fa spegnere il Laptop mentre stiamo viaggiando! La citta, nostra destinazione odierna si chiama Fukuoka, mala la stazione dove arriveremo si chiama Hakata, per cui a volte vi è un po di confusione. Qui abbiamo l'appuntamento con Nadja al Guesthouse Spirit of Aloha prenotato anticipatamente via internet. Arrivati li dopo una laboriosa ricerca con cartine con le strade scritte solo in giapponese, invece di Nadja troviamo un biglietto che ci dice di chiamarla perché lei ci aspetta in un Starbucks delle vicinanze. Il posto non ci ispira molto e anche l'impressione igienica, vedendo la cucina e l'ambiente attorno non corrisponde agli standard visti finora in Giappone. Quando arriva Nadja e ci conferma le nostre prime impressioni, cerchiamo di trattare con il gerente e via telefono il proprietario su cosa fare per annullare la prenotazione. Noi proponiamo di rimanere e pagare una notte, mentre loro insistono per farsi pagare anche la metà del giorno seguente. In fiine vista la poca loro flessibilità e resoci conto che noi con la riservazione avremmo perso solo il 10% (neanche 15 Fr,) decidiamo di salutarli e andare a cercare un'altro posto. A poca distanza troviamo un hotel della serie Mystays per stare la prima notte. Poi tramite internet troveremo un'altro posto a poca distanza per un prezzo molto più conveniente per le due notti successive. La sera facciamo con Nadja un giro a piedi della zona costeggiando il fiume con le intense illuminazioni commerciali-natalizie per poi finire in un ristorane con che propone specialità Rahmen (una specie di zuppa con carne di maiale, verdure e le grosse noodels di riso. Per i carnivori niente male ma riuscire ad arrangiare un menù vegetariano per Maggie in un ristorante che serve solo carne è stata una grande sfida!! Per fortuna Nadja ci ha aiutato a spiegare le nostre particolari esigenze al cuoco giapponese, che con grande piacere ha fatto una eccezione culinaria.

sabato 15 dicembre 2012

15 dicembre 2012, da Kyoto a Hiroshima

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Maggie continua ad avere dolori alla spalla. Dopo colazione al nostro ostello facciamo una sfacchinata con i bagagli per prendere il Shinkanzen per Hiroshima. Nessun problema a riservare il posto, trovare il binario, e salire sul Sakura 551, ora con il nostro RailPass siamo diventati anche esperti Shinkanzen! Arriviamo a Hiroshima prima di mezzogiono e andiamo subito all'ostello, il l'accogliente ed economico Hana Guesthouse, dove re-incontriamo la polacca che avevamo conosciuto a Kyoto. Per pranzo proviamo in un caratteristico locale sopra la stazione il piatto tipico di Hiroscima: gli okonomiaki, un misto di verdura con carne o frutti di mare fatti scaldare su una piastra fino a farli diventare parzialmente croccanti, una specie di röschti con verdura, carne o frutti di mare. Ottimi e a costi modici, sarà per questo che si chiamano così?! Poi con il tram andiamo a visitare la zona storica dedicata al ricordo dell'esplosione atomica. Hiroschima, è la città del tragico passato essendo stata scelta dagli americani come bersaglio per l'impiego della prima bomba atomica fatta esplodere su un obiettivo civile. Il fatidico 6 agosto del 1945, quando alle 8.15, la bomba fu fatta scoppiare a ca. 600m sopra il centro della città, che a quel momento aveva ca. 350'000 abitanti. Morirono a causa delle conseguenze dirette dell'esplosione ca. 150'000 persone, altri 100'000 morirono in seguito per le conseguenze delle radiazioni atomiche. Le cifre sono stimate non essendo stato possibile avere dei riferimenti certi sull'immane tragedia. Inoltre i giapponesi per pudore, e gli alleati per un certo segno di vergogna cercarono a lungo sminuire gli effetti dell'immane tragedia umana. Si può dire che fu questo il primo impiego di armi di distruzione di massa della storia umana. Confesso che davanti a certe immagini, in particolare le due foto aeree che mostrano il centro di Hiroshima, prima e dopo l'esplosione, ho dovuto asciugarmi le lagrime. Non riesco a capire perché la coscienza umana non abbia potuto evitare un simile tragedia. Solo la perversa logica di strategia militare, con tutte le possibili attenuanti, può giustificare l'impiego di un ordigno di tale portata. Mi è inconcepibile il fatto che sia stato ignorato dai politici e dai militari l'appello degli scienziati (vedi in particolare Einstein, Szilard, Fermi e Oppenheimer) che avevano partecipato alla concezione e costruzione della bomba atomica, a non impiegarla su obiettivi civili. Ma oramai gli alti ranghi dell'esercito americano avevano deciso, mancava solo la determinazione della città bersaglio. Hiroshima fu scelta perché aveva delle importanti industrie militari e perché, sembra, non vi erano campi con prigionieri alleati. Immaginarsi cosa sia accaduto in quei pochi secondi dopo l'esplosione e qualcosa di terribile, ma ancora più terribile è immaginarsi le sofferenze per le conseguenze causate dalle radiazioni. Ancora oggi vi sono in Giappne numerosi ospedali predisposti e specializzati a curare le malattie causate dalle radiazioni nucleari. Un particolare che non conoscevo al riguardo di Hiroshima, che viene qui ricordato con un monumento, è che molte vittime erano coreane, pare addirittura 30'000. Infatti nelle fabbriche giapponesi vi erano molti lavoratori forzati coreani, cinesi e di altri paesi asiatici. Siamo poi usciti molto rattristati da questo museo simbolicamente dedicato alla pace, quasi per dar segno alla tristezza appena fuori ha iniziato a piovere. Ritorniamo poi, dopo aver scattato le ultime foto all'imbrunire, in tram al nostro ostello. Ceniamo poi all'ostello con quanto comperato nel negozio accanto.

13 -14 dicembre 2012, a Kyoto e Nara

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La prima mattina a Kyoto ci saluta con un tempo bellissimo, ancora un po freddino ma con il sole ed il cielo sereno. Noi iniziamo con la colazione all'ostello, con i toast e la marmellata comperata ieri. Poi via per visitare le attrazioni di Kyoto indicateci da Nadja. Qui i templi ed i posti interessanti sono talmente tanti che bisogna fare assolutamente una selezione. Noi iniziamo da sud con il Fushimi Shrine, il tempio noto per le moltissime porte rosse allineate per creare dei lunghi tunnel. Il contrasto coni colori della vegetazione invernale sono fantastici e permettono di scattare delle foto molto suggestive.Noi giriamo per ore quasi come incantati in questo labirinto di ponti e templi. Poi torniamo in tram verso il quartiere di Gion, conosciuto per il quartiere delle Geishe … e dei negozi per i turisti! Dopo la vista del tempio con relativi sottotempli, ammiriamo la città dall'alto con il sole che tramonta e decidiamo di scendere a piedi verso il nostro ostello. Sul percorso ci imbattiamo in un enorme cimitero giapponese. A parte la dimensione è impressionante l'ordine e la la regolarità di come sono disposte le tombe. La sera al rientro ci concediamo una cena in “stile italiano” con spaghetti al pomodoro e tonno, accompagnato da un vino cileno. Eccellenti i nostri primi spaghetti di tutto il viaggio finora!
Il secondo giorno lo dedichiamo alla visita di Nara, città nota per essere stata la prima capitale del Giappone e per ospitare la statua del Budda più grande del Giappone. Percorriamo in treno i 40km di distanza da Kyoto e arrivati a Nara ci facciamo consigliare dalla gentile signora dell'info center che ci indica un percorso ideale per il tempo che disponiamo. Dopo una prima tratta i bus iniziamo con la visita di un “japanes garden” con tanto di Tea House e vari ponticelli e persino un prato di muschio.Poi via per il tempio con il grande Budda, ma mentre camminiamo veniamo seguiti da numerosi caprioli che qui sono in giro liberi … per farsi alimentare dai turisti. Ve ne sono talmente tanti che danno quasi fastidio.Mentre cerchiamo di mangiare un panino ci troviamo circondati da 4 caprioli che vorrebbero partecipare al nostro spuntino, poi non ricevendo niente uno mi prende un prospetto dal sacco e inizia a degustarlo .. trovandolo però disgustoso lo abbandona subito. Il grande Budda, ricoperto d'oro, del tempio Todai-ji è veramente notevole, cosi come le due altre figure protettive ai lati del Budda. Con i suoi 17m di altezza e situata all'interno del tempio, è talmente grande che non si sa come fotografarla. Usciti poi come incantati da tanto splendore facciamo visita ad altri templi minori prima di riprendere il treno per rientrare a Kyoto; dove intendiamo terminare con la visita del padiglione d'oro a Kinkaku-ji il famoso "golden pavilion". Intanto si intensfcano i dolori alla spalla per Maggie che deve interrompere il giro e ripararsi al caldo. Ritorniamo all'ostello in bus per prepararci la cena a base di minestra di noodlels e uova, per riscaldarci dalla fredda giornata.

mercoledì 12 dicembre 2012

12 dicembre 2012, da Hakona a Kyoto

Testo e foto seguono

11 dicembre 2012, da Tokyo a Hakona > Fujiama

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Stamattina, dopo una settimana lasciamo Tokyo definivamente Tokyo per la prima tappa verso sud. Per cercare di evitare di imbatterci nell'orario di punta della subway con i nostri ingombranti bagagli, partiamo con comodo facendo l'ultima colazione al ristorante ChocoCro vicino al nostro alloggio. Non riusciamo però completamente nell'intento, per cui ci troviamo a battagliare per il posto nella sovraffollata Subway da Kameido fino alla stazione centrale di Tokyo. In breve tempo e senza problemi inizializziamo il nostro Japan Rail Pass (JRP). Fatta poi la prenotazione del posto prendiamo lo Shinkanzen Kodama 643 che in 1.5 ore ci porta fino a Odawara. Da qui, dopo aver preso il conveniente “Hakone Pass” che ci permette di usare tutti mezzi di trasporto della regione per due giorni per soli 20 Fr, procediamo in bus fino a Tonazawa, dove facciamo il check-in all'hotel “Quatre Saison” prenotato via internet i giorno prima. Poi partiamo con il trenino rosso per la prima tappa del percorso fino al villaggio di montagna di Gora, tanto che qui troviamo il Sant Moritz Caffe e addirittura la pubblicità dell'ene turistico svizzero. Un'abbinamento abbastanza kitch!  Noi facciamo un piccolo rifornimento di viveri per poi continuare con, prima una funivia che ci porta in cima alla montagna che sovrasta Gora e poi con un'altra in discesa fino al lago Ashino-ko, da dove con un battello arriviamo all'altro all'altro capo del lago. Dal punto più alto dell'escursione, sul monte Soun-zan (1'150m/sldm) abbiamo la prima fantastica vista sul Fujiama e verso il lago sottostante. Qui facciamo un giro ammirando il paesaggio e il cratere di un vulcano ancora attivo. Per riscaldarci dal freddo e dal vento pungente comperiamo delle patate dolci riscaldate alla griglia. Vedendo il tipo, poco giapponese e scuro di pelle, gli chiede di dove è; mi risponde sorridendo dalle Maledive. Gli chiedo: ma cosa fai con qui con questo freddo? Guadagno qualche yen e imparo il giapponese, è la sua risposta. Intanto mentre discendiamo verso il lago il Fuji comincia a incapucciarsi di nubi fino a sparire del tutto. Ritornati aa terra dopo la crociera turistica di ca. 40' cerchiamo inutilmente un caffè per riscaldarci, ma tutti ristoranti della zona sono stranamente chiusi. Prendiamo allora il bus per rientrare al nostro Hotel a Tonozawa. Qui siamo in un canyon stretto senza grande vista, ma in compenso nell'albergo abbiamo un Onsen (Bagno termale) che possiamo usare a volontà. Sfruttiamo quindi l'occasione per riscaldarci e riprenderci delle fatiche della intensa giornata. Intanto Maggie comincia a lamentare un dolore alla spalla destra. Spero che il bagno gli abbia fatto bene! Per la cena, dato che non avevamo prenotato, dobbiamo andare nel vicino bar dove gentilmente ci servono delle ottime omelette giapponesi.

10 dicembre 2012, visita di Nikko e ritorno a Tokyo

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Oggi partiamo presto per andare alla stazione centrale di Tokyo, registrare il Japan Rail Pass e prendere il nostro primo Shinkanzen (il “treno pallottola” giapponese) per Utsonomya, da dove dovremo prendere un trenino locale per arrivare a Nikko. Alla partenza da Tokyo la giornata si annuncia splendida, seppur fredda, ma appena ci spostiamo verso il nord, appaiono verso le montagne ,sempre di più di nuvoloni neri. Viaggiare a 300km all'ora con i Shinkanzen è un'esperienza unica, tutto sembra più simile al volare che al viaggiare in treno. Manca solo il decollo e l'atterraggio, ma l'ccellerazione non è di poco conto! Sul percorso con il trenino per Nikko vediamo come la campagna diventa sempre più bianca dal gelo e poi ad un tratto inizia a nevicare. A Nikko troviamo un paesaggio da incanto, con almeno 10cm di neve fresca. Per riscaldarci ci fermiamo abere un caldo e caro caffè davanti alla stazione per poi continuare, calpestando per un Km la neve fresca, fino al visitor center di Nikko. Qui un gentile addetto dell'infocenter ci spiega per bene cosa possiamo vedere e ci consiglia il percorso da fare per vedere quanto possibile nel tempo limitato che abbiamo a disposizione. Intanto continua a nevicare e lo spettacolo, con i templi in rosso e oro, con la neve appaiono quasi surreali e sembra di essere in un paesaggio incantato .. manca solo la fata turchina con la bacchetta magica!! Oggi con la neve abbiamo poi anche il vantaggio che i turisti sono pochi. Visitiamo uno dopo l'altro i vari complessi di templi e scrigni buddisti di: Shinn-kyo, Rinno-ji, Tosho-gü e di Futarasan-jinja. La zona di Nikko è stata scelta dal monaco buddista Shodo Shonin Attorno al 700 quale monastero e centro religioso. portando il suo orientamento religioso in Giappone. Finito infreddoliti il giro consigliato andiamo a riscaldarci con una zuppa nel primo ristorante che troviamo. Intanto fuori ha smesso di nevicare e ogni tanto appare qualche timida occhiata di sole rendendo il paesaggio ancora più incantevole . All'uscita del paese troviamo un bar-ristorantino dove il gentile proprietario ci serve un ottimo thè giapponese e un eccellente drink caldo allo zenzero .. caldo e piccante riscalda il doppio! Nel viaggio di rientro a Tokyo ritroviamo il bel tempo e malgrado i 300K/h dello Shinkanzen riesco a fotografare il tramonto con sullo sfondo il cono vulcanico del monte Fuji. Ricorderemo questa escursione per l'incantevole e pittoresco paesaggio con i templi coperti con una delicata coltre di neve.

lunedì 3 dicembre 2012

4 - 9 dicembre 2012, a Tokio

Il primo giorno dormiamo fino a tardi per poi traslocare accompagnati da Nadja, che la mattina ha avuto gli esami di giapponese, al FlexiStay Hotel di Kameido dall'altra parte della città. Prima di partire con la metro facciamo un giro nel bel parco di Gotanda con in mezzo un laghetto, sono stupendi i colori delle piante attorno. La camera al nostro alloggio è del tipo western ma di dimensioni bonsai. La camera è piccolina ma disponiamo di tutto, non manca nemmeno il forno a micronde, la TV, il frigo, il ferro da stiro e l'aspirapolvere. Qui in Giappone la corrente elettrica è di soli 100V/AC, ecco spiegato perché ci vuole cosi tanto per caricare le batterie!
Poi, il giorno dopo 5 dicembre festeggiamo la sera il compleanno di Nadja andando a mangiare in un rinomato ristorane di Sushi
ristorane di Sushi nel quartiere di Asakusa con l'amica Kumi ed i suoi co-inquilini Victor e Jean. Prima però facciamo un lungo giro a piedi della zona per visitare la torre Skytree di 635m di altezza, attualmente la più alta costruzione al mondo. Inaugurata l'anno scorso, fa bella mostra di se anche da molto lontano. Siccome per salire alla piattaforma girevole costa assai e bisogna prenotare con settimane di anticipo, rimediamo salendo gratuitamente al 31simo piano del palazzo accanto. Da qui si riesce a vedere dall'alto l'enorme dimensione di Tokyo, che con ca. 35 milioni di abitanti (più di 4 volte la Svizzera!) è una delle agglomerazioni più grandi al mondo.
Passiamo poi i giorni seguenti visitando i vari quartieri di Ueno, Asakusa, Ginza, Shinjuko (Stazione di Tokyo) e Akihabara. Sono in quuesta stagione bellisimi i colori delle piante nei parchi, in particolare il giallo del Ginko ed il rosso dell'acero giapponese. A cena, tanto per diversificare dalla cucina giapponese, andiamo nei ristoranti indiani e cinesi. La cucina giapponese è, si molto ricercata, ma per noi anche un po particolare nei gusti e nelle loro varie combinazioni. I prezzi sono simili ai nostri, anche se le porzioni sono qualche volta un po ridotte e bisogna ordinare varie portate.
Bellissimo il parco di Ueno ed il Parco Yoyogi a Shibuja visitato con Nadja con i molti colori autunnali dell'acero giapponese. La notte mentre ero nel sonno, ca. 5.30, sentito una scossa di teremoto seguita poi una più forte (vedi Link: http://www.japantoday.com/category/national/view/m7-3-quake-hits-northeatsern-japan-tsunami-alert-issued-for-miyagi ) la sera mentre noi passeggiamo per andare a vedere la città dall'alto dal palazzo del governo metropolitano a Shiniuku. Noi non ci accorgiamo nemmeno e quando vogliamo prendere l'ascensore l'adetto non ci lascia salire .. dicendoci che il motivo è il terremoto appena registrato un'ora prima. Solo su internet ci rendiamo conto di quanto era accaduto. Niente di straordinario per qui, ma nella zona di Fukushima, molto vicina all'epicentro, l'allarme tsunami ha destato qualche preoccupazione I media riportano l'arrivo di uno “tsunamino” di solo 1m di altezza. Intanto la Tepco ha subito tranquillizzato annunciando che non vi era nessun pericolo dalle centrali nucleari avariate dall'incidente del 11 marzo 2011. Il tempo a Tokyo, a parte le temperature sempre attorno ai 0 – 10 gradi, è stato benevolo con noi, a parte il giorno dell'arrivo abbiamo sempre avuto bel tempo, anche se il calore del sole era spesso raffreddato dal fresco vento.
La domenica, ultimo giorno andiamo a visitare la zona di Odaiba, vicino alla costa e facciamo un giro con il treno monorotaia che attraversa il Rainbow Bridge. Lo spettacolo con i colori intensi del tramonto è e spettacolare. Poi ritorno apreparare i sacchi per la partenza di domani mattina per il nord, abbiamo deciso di andare a visitare Nikko, una zona conosciuta per i bei templi, a ca. 150km a nord di Tokyo.

sabato 1 dicembre 2012

3 dicembre 2012, partenza per il Giappone

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Alle 3.30 la sveglia ci interrompe brutalmente il dolce sonno per segnalarci che fra poche ore ci attende il primo volo della giornata per Kuala Lumpur. Fatta la doccia e preso i bagagli, siamo pronti all'uscita dell'albergo per le 4 in punto. L'addetto alla ricezione deve prima svegliare l'autista che dorme in auto, per poi salutarci con un bel “salamat jalan” (arrivederci). A lui la sera prima avevamo lasciato le nostre magliette e gli altri indumenti che a noi non serviranno più. Lui ci dice che gli va bene tutto visto che ha una famiglia molto grande. Pioviggina e sulla strada verso l'aeroposto ci imbattiamo in vari gruppi di persone con bottiglie in mano ancora in giro a quest'orario. Arriviamo all'aeroporto in 20 min e subito passiamo al chech-in e le varie formalità doganali. L'aeroprto a quest'ora è come abbandonato e facciamo fatica a trovare i passaggi giusti fra una postazione e la prossima. La sorpresa è che dobbiamo pagar 150KRp a persona come tasse aeroportuali, tutti credono comprese nel volo, ma che però non lo sono! Solo con l'aiuto dei dollari che abbiamo con noi come riserva, che riusciamo a pagare la somma richiesta! Dopo i vari controlli riusciamo a farci servire un ottimo caffè Illj nell'unico ristorantino già aperto a quest'ora. Il volo n. QZ8391 Dempasar Kuala Lumpur con AirAsia, con un nuovo Airbus A320-200 parte ed arriva puntualissimo. E' un volo low-cost e tutto viene servito solo se ordinato in anticipo o a pagamento. Comunque il servizio è buono ed il volo tranquillo. Arriviamo a Kuala Lumpur con tempo nuvoloso. Il particolare strano di questo aeroporto è che non vi è una zona di transito, dobbiamo entrare formalmente in Malesia per poi qualche ora dopo uscire, intanto le pagine del passaporto continuano a ridursi vistosamente. All'aeroporto di KL passiamo le sei ore di attesa aggiornando il Blog, scambiando e-mail con Nadja per tenerla informata sull'arrivo del nostro volo, e per fare gli ultimi acquisti malesiani. Fatta ancora tutta la procedura del chek-in e dei controlli doganali riprendiamo il viaggio con il volo KL - Tokio n. D70522. Questa volta abbiamo un Airbus più grande, anche se più vecchiotto, un A330-300. Davanti a noi siedono una decina di giovani passeggeri del Brunei che si fanno notare per la loro allegria provocata dal consumo di alcoolici. Prima Wisky, poi birra, finché la hostess gli annuncia gentilmente uno stop alle forniture! Parlano molto bene l'inglese e ci dicono che lavorano per la Japan Bank e stando andando per lavoro una settimana a Tokio. Con la cena ci facciamo servire, a pagamento si intende, del vino rosso australiano. Il volo a parte qualche turbolenza momentanea procede tranquillamente ed arriviamo a Tokio-Haneda, alle 22,30 con addirittura una ora di anticipo sull'orario di arrivo previsto. 
Il capitano ci avverte prima dell'atterraggio che la temperatura è di soli 10 gradi e sta piovento leggermente. Al controllo dell'immigrazione dobbiamo lasciare le nostre impronte digitali e lasciarci scattare una foto. L'addetta ci chiede il biglietto per l'uscita, mostriamo la prenotazione del traghetto per la Corea, e qui vedendo la data del 27 dicembre, ci chiede perche vogliamo un visto di tre mesi? Un attimo di suspanse poi ci timbra lo stesso il visto per tre mesi!
All'uscita finalmente dopo quasi un anno abbracciamo fortemente la figlia Nadja. Poi con lei ci rechiamo per il primo pernottamento nella casa dove abita, nella zona di Govinda. Per arrivare li dobbiamo cambiare tre volte e dobbiamo affrettarci perche alle 0.30 la metropolitana termina il servizio.

1 - 2 dicembre 2012, a Legian, Bali sud

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Ci alziamo presto per fare la colazione servita comodamente davanti la nostra camera, per essere pronti all'appuntamento delle 8 con il nostro autista, ingaggiato ieri per 70KRp, per farci trasportare dall'altro lato della penisola, esattamente a Legian. Stranamente quando gli dico il nome dell'hotel, mi dice che non è dove gli avevo detto ieri, ma più lontano a Seminiak, e che .. evidentemente costa di più. Strano anche che ora parla cosi male l'inglese, mentre ieri lo parlava così bene! Lo faccio fermare per mostrargli la cartina dove è indicato la nostra destinazione. Sorry, sorry ... ho confuso il nome dell'hotel .. è la sua reazione! Poi non ci rivolge più la parola fino all'arrivo .. ci resta il dubbio che ieri ci abbia chiesto troppo poco!! Never mind, problema suo. Arrivati al Baliani Hotel, facciamo il check-in con il gentile addetto alla ricezione, ma quando gli chiedo di cambiare i buono per la colazione del giorno della nostra partenza, visto che lasceremo l'hotel alle 4 del mattino, con la colazione di oggi, diventa fiscale e ci dice chequesto non è standard!. Ma poi dopo una buona opera di convincimento ci concede di prendere un caffè davanti alla piscina. La nostra camera è spaziosa e, come ci dice in nostro accomapagnatore, appena rinnovata; niente male per il costo di appena 27 Fr. Per immergerci nel clima balneare della zona andiamo a fare un giro di ricognizione sulla spiaggia. E' ancora presto e vi sono pochi surfisti che guardano e controllano le onde. Qui una gran parte della spiaggia è marcata come non balneabile a causa della forte corrente di rientro. Ne abbiamo subito una dimostrazione vedendo una coppia anziana che cerca di addentrarsi cautamente bagnandosi i piedi. D'un colpo vediamo lei allungata sulla sabbia con lui che cerca di tirarla in piedi. Niente di grave ma lei, capita la lezione, prende le distanze dalle onde. Rientriamo poi nell zona del nostro alloggio per fermarci a pranzare al ristorante del Losari hotel, dove per la prima volta dopo Sumatra, troviamo il succo di avocado fresco. Veramente eccellente, tanto che ne prendiamo due a testa! Torniamo poi al nostro hotel per attendere la visita di Sandra Mirolo che abita e lavora a poca distanza da Legian. Conosciamo Sandra da quando faceva ginnastica con la figlia Nadja ad Ascona e grazie al padre Mario, ex compagno di lavoro alla Maggia Engineering, abbiamo mantenuto il contatto con lei . Ora vive da quasi tre anni qui a Bali ed è diventata, oltre ad una appassionata surfista, una quasi-perfetta balinese. Con lei andiamo in spiaggia a scambiarci le esperienze e bere un drink assieme. Discutiamo per diverso tempo prima di salutarla facendogli gli auguri e scrivere assieme una cartolina postale a Nadja. Passiamo poi il resto della serata gironzolando fra le stradine piene di negozi di Legian e Kuta. Zona che è letteralmente invasa dai giovani turisti australiani. Già Sandra ci aveva detto che ve ne sono molti per il fatto che tanti hanno finito gli studi e sono qui per festeggiare. Peccato che poi eccedono con gli alcoolici e poi combinano qualche casino di troppo. I negozi “turistici” sono per noi un'altra delusione! Vendono quasi tutti le stesse cose, e di qualità assai misera. Volevo prendermi un T-Shirt di ricordo ma non ho trovato niente di valido. Avrei potuto comperare le magliette di ogni squadra europea di calcio, o australiana di basket con nomi di Ronaldo, Messi, Iniesta ecc., ma nessuna un po' originale balinese. Ceniamo poi in un Warung (ristorante famigliare), della zona di Kuta, con un ottimo ed abbondante menù a base di pesce, gamberoni e calamari (cumi-cumi). Terminiamo la serata con un bagno rinfrescante nella piscina a pochi passi dalla nostra camera.
L'ultimo nostro giorno balinese, lo passiamo riposandoci e facendo gli ultimi acquisti di rito. Dopo la colazione ci sottoponiamo ad un massaggio baliese. Al medesimo ristorante di ieri ci facciamo servire dei buoni succhi di avocado ed un buon pasto balinese. Siamo qui perché posso usufruire di un buon collegamento Internet per fare i compiti amministrativi e aggiornare il blog. La sera, per non stancarci troppo, usciamo a cena in un ristorante delle vicinanze. Qui i facciamo servire quanto di meglio offre la cucina, anche per smaltire l'ultima riserva di Rupie che abbiamo con noi. Ritornati presto all'hotel, dove ci facciamo confermare il taxi per le quattro di mattina, prima di impacchettare e preparare tutto per la partenza di domani per Tokio.

30 novembre 2012, a Sanur

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Avvremmo voluto rilassarci dormendo più a lungo del solito ma il traffico delle moto ci sveglia già alle sei. Ne approfittiamo per farci fare nello studio appena sotto la nostra abitazione un massaggio balinese completo. Poi facciamo un giro fino in spiaggia. Sul cammino prenotiamo con un autista privato la prossima tappa per andare a Kuta o Legian. Su internet trovo poi un alloggio in un complesso balinese nella zona di Legian che offre le camere a metà prezzo, 30$/notte invece dei 60 normali. Faccio subito la prenotazione, anche per evitare di sprecare troppo tempo come capitato ieri all'arrivo a Sanur. Passiamo poi il resto della giornata vagabondando fra il centro e la spiaggia. In un ristorante preudo-italiano troviamo, fra le tante proposte eccentriche, una proposta gastronomica che ci incuriosisce assai: si tratta delle LASAGNE AL PORNO!! Non credo che sarebbe in linea con le regole mussulmane indonesiane. Alla sera ceniamo, questa volta con dei Read snapper veri e freschi, ma anche qui riescono a cuocerli troppo e farli diventare asciutti. Solo un'abbondante dose di limone li rende appettibili. In ogni modo i migliori trovati finora a Bali.