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sabato 5 gennaio 2013

1 - 7 gennaio 2013, a Okinawa

Foto seguono
1 gennaio: oggi, dopo la lunga notte di San Silvestro ci siamo alzati molto tardi per poi fare un giro del centro, a cercare un caffè con qualcosa per colazione, finiamo cosi come ieri allo Starbucks dove troviamo, oltre al passabile caffè anche della pasticceria non troppo dolce. Quella giapponese è talmente dolce che preferiamo a malinquore quella prefabbricata del Starbucks. Passando davanti la libreria Yunkudo visitata ieri ci gustiamo per pranzo una abbondante porzione di ottime patate dolci alla griglia. Visitato poi il bel giardino cinese di Fukushen situato a solo 300m dal nostro Hotel. Malgrado il posto sia di dimensioni ridotte vi sono, un laghetto con cascata, vari ponti e torri e 5 templi di varie dimensioni. Veramente notevole come sono riusciti a sistemare armoniosamente, senza che sia troppo kitch, le varie strutture nel parco. Peccato che alle 17.30 chiude ed il guardiano ce lo ricorda molto puntualmente. Ci riseviamo di ritornare nei prossimi giorni per rivederlo sotto un'altra luce … possibilmente quella del mattino!
2 gennaio: Preso la carta giornaliera del monorail per visitare e vedere i vari aspetti e quartieri della città di Naha. Vi è una sola linea costruita inizialmente per collegare per collegare il centro con l'aeroporto. La linea costò talmente tanto che poi dovette rinunciare ad estenderla. Noi facciamo subito una visita all'aeroporto per preparaci alla nostra partenza aerea dell'8 di gennaio con la compagnia australiana JetStar. L'aeroporto è nuovo e molto grande tanto che ci sembra sovradimensionato per le sole esigenze locali. Oggi è abbastanza affollato perché in Giappone i primi tre giorni dell'anno sono festivi e allora i Giapponesi che possono vengono a cercare il caldo al qui al sud. Poi riprendiamo il monorail per andare all'altro capo della linea, a Shuri da dove si può visitare il parco con il castello Shurijo. Prima di entrare nel parco facciamo la spesa con dei sushi e frutta per un bel pick-nick nel parco. Il castello e tutto il complesso sono stati ricostruiti dopo la totale distruzione della seconda guerra mondiale. La giornata è bella e la temperatura gradevole tanto da vedere vari visitatori girare in T-Shirt. Oggi per i giapponesi è giorno festivo per cui, e nostra fortuna, nel cortile davanti al castello possiamo assistere a delle performance di danza e teatro giapponese. Purtroppo la parte centrale del castello con il tempio è in fase di restauro per cui rinunciamo ad entrare per la visita. Ritorniamo poi dopo aver fatto il giro del piccolo lago alla base del castello per ritornare a prendere il monorail e rientrare all'hotel. La cena la facciamo in un ristorante della movimentata Kokusai Dori.
3 gennaio: oggi giornata di relax e di preparazione delle prossime escusioni a Nago e a all'isola di Kume. Dopo la colazione in camera partiamo a piedi per la zona del porto dei traghetti per verificare da dove partono, gli orari e quali sono i costi. Poi, dopo un pranzo veloce in un caffè della zona del porto,, ci rechiamo a piedi fino all'ufficio turistico, dove siamo accolti molto cordialmente dall'adetto che si da da fare ad aiutarci, malgrado il suo scarso inglese. Lui riconoscendoci , siamo oramai alla terza visita ci accoglie sempre gentile e sorridente. Con lui verifichiamo quando e da dove parte il bus che vogliamo prendere domani per visitare l'acquario Churaumi di Nago al nord dell'isola di Okinawa.
4 gennaio: partiti in taxi dall'hotel APA al terminale dei bus di Naha. Preso qui bus il 111 per Nago, della durata di circa 1.5 ore. Dal terminale dei bus di Nago ci facciamo portare indietro all'albergo Route Inn di Yukufo a sud di Nago. Qui consegnamo i nostri bagagli per poi prendere il bus 65 per il centro si intrattenimenti di Ocean Park dove si trova il famoso acquario (Motubo), ca mezz'ora. Visitato l'enorme parco con acquario, giardino tropicali ecc. grande e spaziosa camera con ottima e abbondante colazione compresa per 80Fr. Tempo piovvigginoso e fresco. Ritornati in albergo con taxi assieme a due cinesi di Hong Kong, condividiamo la spesa per pagare meno del bus. Fatto un bel bagno nella Open Onsen dell'albergo, inizialmente freddo ma l'acqua ha 41 gradi e si cuoce bene!!
5 gennaio: dopo la colazione all'hotel, e dopo aver fatto la ricarica di yen al postomat delle poste giapponesi, preso il comodo bus 111 per ritornare a Naha. Anche oggi il cielo è coperto e a tratti cade una leggera pioggerellina, la temperatura è però sui 20 gradi e c'è poco vento. Scesi al terminal dei bus di Naha decidiamo di trasferirci a piedi all'hotel Rasso Matsushima, cosi da ispezionare anche questa zona che costeggia la linea del monorail. E' appena passato mezzogiorno che sul cammino troviamo uno ristorante in stile western con una stuzzicante proposta di pane e pasticceria. Giusto il posto per rinvigorirci con un caffè e gustare dei panini. Con nostra estrema sorpresa troviamo sul tavolo, oltre alla salsa di soia una bottiglia di buon olio di oliva toscano! Una prima assoluta per noi in Giappone. Raggiamo l'hotel troppo presto per il check-inn, lasciamo i bagagli e facciamo un giro di ispezione della zona commerciale di Kokusai. La zona è molto estesa e a anche molto confusa, qui si può trovare di tutto dai souveniers, ai vestiti, agli alimentari, tutto assieme! Puoi trovare a lato delle mutande e reggiseni la frutta e la verdura o le box di plastica, che qui chiamano bento, con i sushi o altre proposte alimentari. Comunque è molto pittoresco e rilassantte girare a zonzo fra le bancarelle. Qui sembra, ma magari è solo in questo periodo festivo, che nessuno abbia fretta! Noi ci comperiamo un paio di bento-box con del polipo e dei sushi per cenare poi in camera. La qualità e la quantità sono ottime e la presa modica. All'hotel Rasso dopo fatto il check-in e vista la camera chiediamo se possiamo ritornare per l'ultima notte dopo l'escursione di domani all'isola di Kume. Nessun problema per la camera, ma il prezzo che ci chiedono pagando in cash è di un terzo superiore a quello pagato via Internet tramite www.hotels.com. Non vale neanche la pena di insistere con il tipo della ricezione che parla inglese solo a segni, ritorno in camera faccio la prenotazione alla tariffa ridotta ... e nemmeno il tempo di scendere con l'ascensore che la conferma della mia prenotazione è già arrivata sulla stampante del ricezionista. Prodigi di internet, pensando che la transazione è stata fatta tramite un provider italiano, l'addebito tramite un gestore di carte di credito americano e la prenotazione ad un catena di alberghi giapponesi. Dopo la sistemazione delle varie pendenze amministrative, ceniamo per poi andare presto a dormire in modo da poterci alzare presto domani per l'ecursione all'isola di Kume, Kume-jima in giapponese.
6 gennaio: escursione all'isola di Kume. Partenza dall'hotel alle 7.15 per andare a piedi al porto ad acquistare il biglietto di andata e ritorno (65 Fr a testa). La Kume Line parte puntuale alle 8.30 e dopo aver fatto una complicata manovra per girare la nave all'interno del porto ci inoltriamo sul mare aperto. Inizialmente sembra calmo, ma poi iniziamo a cavalcare le onde sempre più forti, niente di buono per chi dovesse soffrire il mal di mare. Il tempo è nuvoloso con qualche piccola finestra di blu da dove ogni tanto riesce a sbirciare il sole. Sul percorso della navigazione riusciamo sempre a vedere qualche isola o dei banchi di sabbia che appaiono come delle fini linee gialla sopra l'orizzonte. Dopo ca. un'ora e mezza facciamo scalo sull'isola di Tonaki, dove scendono in pochi e non sale nessuno. In effetti sono pochi i passeggeri sul traghetto e non ci meraviglia che la corsa di domani pomeriggio alle 2pm è stata cancellata. Già Bob Walker ci aveva detto che avremmo trovati pochi passeggeri e che quasi tutte le linee dei ferry sono mantenute operative per garantire un minimo sevizio pubblico. Inoltre l'isola di Kume è raggiungibile anche con un volo di 20' da Naha. All'arrivo verso la 11.30 al porto piove e dobbiamo usare l'ombrello per camminare verso il vicino paese per cercare un alloggio. Già al primo tentativo troviamo una spaziosa camera nell'hotel Garden Hill appena usciti dal porto. Si tratta di una grande infrastruttura alberghiera con tanto di piscina e vasto parco,ma in questa stagione è desolatamente vuota per cui riceviamo dal gentile e ospitale gerente un prezzo speciale di 8'000yen con colazione inclusa. Ci sistemiamo nelle spaziosa camera, che dopo le tante camere-bonsai avute finora ci sembra un'esagerazione, per poi fare una visita a piedi dei dintorni. Intanto il tempo cambia e arriva addirittura a splendere il sole. Torniamo in albergo a prendere la bicicletta che abbiamo liberamente a disposizione per cercare di raggiungere l'altro lato dell'isola dove vi sono le spiagge e la maggiori attrazzioni turistiche. Maggie preferisce fare il percorso di ca 5 – 6 Km a piedi. Arrivato dall'altra parte dopo aver attraversato una infinità di piantagioni di canna da zucchero faccio una visita al ponte che collega la piccola isola di Ojima a quella di Kume e le belle spiagge di Eef desolatamente vuote in questa stagione. Faccio poi la spesa in un negozio per poi ritornare con il tramontar del sole all'abergo dove mi attende Maggie. Ceniamo nella calda camera con le minestre ed il pesce fresco comperato poco prima. Peccato che domani mattina dobbiamo partire con il traghetto delle 8.30, quando il gerente dell'hotel ci aveva proposto di portarci a fare il giro dell'isola con la sua auto .. gli diciamo che sarà per la prossima volta!
7 gennaio: ritorno da Kumejima e ultimo giorno a Okinawa
A parte alcuni operai che ci lavorano siamo i soli ospiti a gustarci l'abbondante e particolare colazione giapponese dell'albergo. Tutti sono cosi gentili che ci risulta difficile rifiutare quanto ci viene proposto ... così ci capita che il gerente ci propone di portarci con la sua auto fino al porto di partenza che dista solo 200m dall'albergo. Ci caricano i bagagli e non abbiamo neanche il tempo di rispondere che già ci troviamo in viaggio verso il porto! Anche oggi alla partenza abbiamo fortuna con il tempo, è soleggiato e malgrado un po di vento marino la temperatura è gradevole. L'imbarcazione di stamattina è della stessa linea ma un po più piccola. Dopo aver fatto tutti i preparativi e caricato i due camion ed i pochi passeggeri partiamo in perfetto orario. Man mano che ci avviciniamo ad Okinawa il tempo peggiora, il sole si nasconde e all'arrivo avremo la solita pioggerellina pomeridana. Nel fermata intermedia sull'isola di Tonaky sale a bordo un giovane backpaker giapponese che ci dice di essere venuto qui per passare i sui quattro giorni di vacanza e di avere ancora inserata il volo di ritorno a Tokyo. Conversando con lui passiamo l'ultima ora di traghetto per poi sbarcare a Naha e rientrare al nostro Rasso Hotel per passare l'ultima notte okinawese. Ci concediamo l'ultima cena in un ristorante con l'intrattenimento musicale di una copia proveniente dalle isole più a sud dell'arcipelago di Okinava. Il gruppo si chiama Uruka ed è il nome della loro città di provenienza sull'isola di Miyakojima, che come ci dicono loro sono più vicini a Taiwan che a Okinawa. La musica è molto particolare per essere giapponese, sembra un misto fra musica caraibica e polinesiana e caratterizzata dal suono melodico, monotono e quasi ossessivo del Sanshin, una specie di chitarra a tre corde con la parte inferiore coperta con pelle di serpente, sembra di lontane origini cinesi. Oltre alla bella musica ci viene servito un ottimo pasto a base di pesce crudo insalata e frutti di mare. Poi rientro all'hotel per prepararci alla partenza di domani per Tokyo.

28 - 31 dicembre 2012, a Okinawa

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28 dicembre: ottima e abbondante colazione western-giapponese all'albergo; nettamente la migliore finora. Oggi siamo rimasti quasi tutto il giorno in albergo a riposare, sistemare le varie questioni amministrative e a prepararci per la continuazione del viaggio. Devo infatti prenotare i voli per andare a Taiwan e da li verso le Filippine, avendo oramai deciso di evitare l'inverno coreano. Nel pomeriggio,mentre Maggie rimane in camera, io faccio un giro della zona e visito il tempio buddista a pochi passi dall'hotel e vicino al mare. Gironzolando nelle zona mi accorgo di essere capitato nel quartiere rosa di Naha, molti locali mostrano discretamente alla giapponese le foto con eloquenti inviti a frequentare le sale per i massaggi nei vari alberghi a ore. Difatti noto che la tariffa per la camera è molto bassa, ma poi vedo che cambia fra le varie fasce orarie, capisco che è il prezzo, non per il pernottamento, ma per una ora di occupazione. In un supermercato della zona compero una bento-box con dei frutti di mare già cotti e del salmone fresco che accompagnati da una baguette e dalla birra ci permetttono di fare una ottima cena in camera. La temperatura è mite e costantemente attorno ai 18 – 22 gradi, se non spira il vento si può girare con la maglietta. L'albergo come già dice il nome Beach Side Hotel è vicino al mare, ma fra l'hotel ed il mare passa l'autostrada. Per fortuna è rialzata per cui si può andare fino al mare passandoci sotto. La spiaggia seppur limitata è comoda per chi dal centro vorrebbe fare il bagno nel mare. In inverno purtroppo la temperatura non invita proprio a fare il bagno. Dalla nostra camera non riusciamo a vedere il mare, ma abbiamo una bella vista verso il centro della città e su un campo da golf totalmente recintato con una enorme rete di protezione verde tutt'attorno. Il terreno è completamente pieno di palline da golf che nessuno sembra interessato a raccogliere. Intanto i golfisti continuano a sparare nuove palline sul campo. Non capisco niente di golf, ma questo modo di giocare mi sembra molto strano.
29 dicembre: Oggi, dopo la colazione, alle 10 ci raggiunge all'hotel Bob, il professore americano abbiamo conosciuto sul traghetto da Kagoshima. Con la moglie Annie, originaria di Taiwan, si sono offerti per portarci con la loro auto a fare un giro del sud dell'isola di Okinawa. Il tempo è bellissimo con un cielo azzurro splendido, senza una nuvola e con una temperatura gradevole. Dopo molto tempo, per evitare sorprese, ci proteggiamo con la crema solare! La prima fermata è al museo della pace, come è stato nominato il campo si battaglia, teatro di uno dei più cruenti e terribili scontri della seconda guerra mondiale, qui denominata guerra del Pacifico. Mai un nome è stato così contraddetto! Secondo certe documenti storici morirono sul campo di battaglia di Okinawa 250'000 persone, fra civili e soldati dei due schieramenti. Fra queste 150'000 furono vittime civili! Mentre le vittime americane solo, si fa per dire, 10'000. Per gli americani fu il primo importante sbarco sul territorio giapponese, mentre per i giapponesi si trattava di impedire ad ogni costo lo sbarco, anche se Okinawa era un'isola ancora molto lontana dalle città nevralgiche del paese. Solo leggendo certe spaventose descrizioni si può capire quanto orribile furono quei mesi su queste spiagge e scogliere che ora sono state tramutate simbolicamte ne Parco della Pace. Solo i nomi dei 250'000 caduti (civili e militari di ambo le parti) gravati sui grandi parallelepipedi in marmo nero, testimoniano per far si che un simile orrore non si ripeti più. Trovo che, dopo quelli di Hiroshima e Nagasaki, questo è il terzo importante luogo simbolico lasciato in perenne ricordo per le future generazioni. A complemento simbolico e spirituale sulla collinetta artificiale dove sono stati sepolti collettivamente le vittime sorge un bel Tempio Buddista. Dopo aver vissuto, con una certa tristezza e commozione un'ora di visita del parco, un attimo di raccoglimento davanti alla statua del Budda ha un effetto liberatorio. Con Bob non parlo tanto della storia di questo posto perché so che lui sicuramente la vedrebbe sotto un'altra ottica. Discutendo sull'attuale necessità e giustificazione della presenza della base aerea americana dopo oramai 25 anni dalla fine della guerra fredda, mi aveva già fatto capire che fin che ci sono paesi come la Corea del Nord e l'Iran le basi sono necessarie! Ecco perché torna comodo ai militari avere in giro permanentemente qualche “fuocherello acceso”! Passato questo momento di ricordo storico del punto più a sud di Okinawa ci avviamo verso la costa est dove ci fermiamo in un paesino su un'isoletta collegata con un ponte per pranzare in un tipico ristorante locale. Bob ci dice che qui fanno i migliori Soba Noodels (una specie di tagliatelle spesse fatte con la pasta di riso cotte con verdura e carne di maiale) di tutta Okinava e che quando si trova nei paraggi passa qui a farseli servire. In effetti, senza aver fatto la prova di tutti gli altri, gli dobbiamo attestare che sono veramente buoni e gustosi. Essendo con carne, Maggie deve ripiegare su dei tempura di gamberetti e di patate dolci. Riprendiamo poi il viaggio seguendo la costa est, dove assistiamo a dei voli in parapendio sopra  la scogliera, per poi andare a Okinawa-City dove vive Bob. Lui vive in un appartamento all'ultimo piano con una bella vista verso la baia di Okinawa-City. Ci godiamo la vista dal suo balcone con un caffè servito gentilmente dalla moglie Annie. Discutendo poi con lui scopriamo la sua vera vocazione: quella di scrivere guide di viaggio. Ci fa vedere il manoscritto di ca 500 pagine della guida per la visite di tutte le isole dell'arcipelago di Okinawa, Dice che nei 10anni che è qui le ha visitate tutte e di aver ricercato e documentato tutto quanto trovato. La seconda sua opera, che dovrebbe essere uscire fra 2 - 3 anni riguarda la transiberiana, da lui percorsa già otto volte!! Terminiamo poi la giornata con Bob e Annie visitando la base aerea americana di Kadena dove lui insegna. All'entrata dobbiamo fare un permesso speciale, Bob vorrebbe farci dare uno valido per una settimana in modo che potremmo entrare ed uscire quando vogliamo. Ci dice che potremmo eventualmente avere una camera nella base. Non è che ci teniamo tanto perché saremmo un po tagliati fuori a 20K da Naha. Malgrado la sua insistenza l'addetto al Gateway 1 della base ci concede un permesso per una sola giornata. Facciamo tutta la procedura di registrazione con fotocopia del passaporto, foto e firma per poi in compagnia di Bob e Annie entrare in questa enclave militare americana su territorio giapponese. Bob ci fa vedere le abitazioni di soldati e ufficiali della Air Force, per poi finire nel grande shopping center dove loro possono comperare tutto tax free. Fatto il giro del negozio per poi cenare con una pizza e coca cola al Pizza Hut come se fossimo a Las Vegas. L'escursione giornaliera con Bob termina con il trasporto al nostro hotel a Naha e con la ppromessa di rimanere in contatto. Loro il 3 gennaio vanno a Taipei dove saranno li anche al nostro arrivo. Chissà che non potremmo ri-incontrarci a Taipei?
30 dicembre: dopo la colazione partiamo a piedi, sotto una leggera pioggerellina e un forte vento che rende inutile l'uso dell'ombrello, per visitare il tempio shintoista di Naminoue e l'adiacente tempio di Koshibyo dedicato a Confucio che si trovano a poca distanza dal nostro hotel. Poi continuiamo il giro per avvicinarci al centro commerciale di Naha e prendere info di altri hotel dato che domani il Beach Side dove siamo adesso è tutto occupato. Di ritorno facciamo la spesa in un supermercato vicino al Loisir Hotel (probabilmente il più grande e lussuoso Ressort di Naha!) per comperare del salmone e polipo fresco per poi cenare nella camera del nostro hotel. Tramite internet prenotiamo la camera per domani sera al APA Hotel del centro nevralgico di Naha per soli 40 Fr., ma senza la colazione.
31 dicembre: trasloco a piedi al APA Hotel, poi girato per il centro, visitato il grande negozio di libri Yunkudo disposta su 5 piani. La Hoppli di Milano sembrerebbe un'edicola se comparata con questo imponente negozio di libri. I libri, non in giapponese sono solo due modeste file di libri in inglese, altre lingue non esistono per niente! Per il reparto dei famosi fumetti giapponesi Manga, è riservato un intero piano. Anche oggi il tempo è nuvoloso con a sprazzi qualche timida occhiata di sole. Facciamo poi una visita a piedi della strada dei souveniers per poi rientrare a riposarci un po in albergo per poi uscire a cena al Helios-Pub della Kokusai Dori. Qui per la cena di San Silvestro scegliamo dei menù filo-occidentali; Maggie Fish & Chips ed io una enorme bistecca di pollo senza ossa accompagnata da verdura ed insalata locale. Fra queste un melone amaro, per i miei gusti niente di particolare, ma qui pare sia molto apprezzato! Per festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo acquistiamo una bottiglia di spumante “Conte Cavour” al Family Market vicino al nostro Hotel. Prima di festeggiare però ci godiamo un bagno giapponese al “onsen” dell'albergo. Fatto il brindisi di mezzanotte con il neoacquistato spumante astigiano guardando alla TV i festeggiamenti con uno show in stile “americo-giapponese”. Allegri ma molto controllati!