28
dicembre: ottima e abbondante colazione western-giapponese
all'albergo; nettamente la migliore finora. Oggi siamo rimasti quasi
tutto il giorno in albergo a riposare, sistemare le varie questioni
amministrative e a prepararci per la continuazione del viaggio. Devo
infatti prenotare i voli per andare a Taiwan e da li verso le
Filippine, avendo oramai deciso di evitare l'inverno coreano. Nel
pomeriggio,mentre Maggie rimane in camera, io faccio un giro della
zona e visito il tempio buddista a pochi passi dall'hotel e vicino al
mare. Gironzolando nelle zona mi accorgo di essere capitato nel
quartiere rosa di Naha, molti locali mostrano discretamente alla
giapponese le foto con eloquenti inviti a frequentare le sale per i
massaggi nei vari alberghi a ore. Difatti noto che la tariffa per la
camera è molto bassa, ma poi vedo che cambia fra le varie fasce
orarie, capisco che è il prezzo, non per il pernottamento, ma per
una ora di occupazione. In un supermercato della zona compero una
bento-box con dei frutti di mare già cotti e del salmone fresco che
accompagnati da una baguette e dalla birra ci permetttono di fare una
ottima cena in camera. La temperatura è mite e costantemente attorno
ai 18 – 22 gradi, se non spira il vento si può girare con la
maglietta. L'albergo come già dice il nome Beach Side Hotel è
vicino al mare, ma fra l'hotel ed il mare passa l'autostrada. Per
fortuna è rialzata per cui si può andare fino al mare passandoci
sotto. La spiaggia seppur limitata è comoda per chi dal centro
vorrebbe fare il bagno nel mare. In inverno purtroppo la temperatura
non invita proprio a fare il bagno. Dalla nostra camera non riusciamo
a vedere il mare, ma abbiamo una bella vista verso il centro della
città e su un campo da golf totalmente recintato con una enorme rete
di protezione verde tutt'attorno. Il terreno è completamente pieno
di palline da golf che nessuno sembra interessato a raccogliere.
Intanto i golfisti continuano a sparare nuove palline sul campo. Non
capisco niente di golf, ma questo modo di giocare mi sembra molto
strano.
29
dicembre: Oggi, dopo
la colazione, alle 10 ci raggiunge all'hotel Bob, il professore
americano abbiamo conosciuto sul traghetto da Kagoshima. Con
la moglie Annie, originaria di Taiwan, si sono offerti per portarci
con la loro auto a fare un giro del sud dell'isola di Okinawa. Il
tempo è bellissimo con un cielo azzurro splendido, senza una nuvola
e con una temperatura gradevole. Dopo molto tempo, per evitare
sorprese, ci proteggiamo con la crema solare! La prima fermata è al
museo della pace, come è stato nominato il campo si battaglia,
teatro di uno dei più cruenti e terribili scontri della seconda
guerra mondiale, qui denominata guerra del Pacifico. Mai un nome è
stato così contraddetto! Secondo certe documenti storici morirono
sul campo di battaglia di Okinawa 250'000 persone, fra civili e
soldati dei due schieramenti. Fra queste 150'000 furono vittime
civili! Mentre le vittime americane solo, si fa per dire, 10'000. Per
gli americani fu il primo importante sbarco sul territorio
giapponese, mentre per i giapponesi si trattava di impedire ad ogni
costo lo sbarco, anche se Okinawa era un'isola ancora molto lontana
dalle città nevralgiche del paese. Solo leggendo certe spaventose
descrizioni si può capire quanto orribile furono quei mesi su queste
spiagge e scogliere che ora sono state tramutate simbolicamte ne
Parco della Pace. Solo i nomi dei 250'000 caduti (civili e militari
di ambo le parti) gravati sui grandi parallelepipedi in marmo nero,
testimoniano per far si che un simile orrore non si ripeti più.
Trovo che, dopo quelli di Hiroshima e Nagasaki, questo è il terzo
importante luogo simbolico lasciato in perenne ricordo per le future
generazioni. A complemento simbolico e spirituale sulla collinetta
artificiale dove sono stati sepolti collettivamente le vittime sorge
un bel Tempio Buddista. Dopo aver vissuto, con una certa tristezza e
commozione un'ora di visita del parco, un attimo di raccoglimento
davanti alla statua del Budda ha un effetto liberatorio. Con Bob non
parlo tanto della storia di questo posto perché so che lui
sicuramente la vedrebbe sotto un'altra ottica. Discutendo
sull'attuale necessità e giustificazione della presenza della base
aerea americana dopo oramai 25 anni dalla fine della guerra fredda,
mi aveva già fatto capire che fin che ci sono paesi come la Corea
del Nord e l'Iran le basi sono necessarie! Ecco perché torna comodo
ai militari avere in giro permanentemente qualche “fuocherello
acceso”! Passato questo momento di ricordo storico del punto più
a sud di Okinawa ci avviamo verso la costa est dove ci fermiamo in
un paesino su un'isoletta collegata con un ponte per pranzare in un
tipico ristorante locale. Bob ci dice che qui fanno i migliori Soba
Noodels (una specie di tagliatelle spesse fatte con la pasta di riso
cotte con verdura e carne di maiale) di tutta Okinava e che quando si
trova nei paraggi passa qui a farseli servire. In effetti, senza aver
fatto la prova di tutti gli altri, gli dobbiamo attestare che sono
veramente buoni e gustosi. Essendo con carne, Maggie deve ripiegare
su dei tempura di gamberetti e di patate dolci. Riprendiamo poi il
viaggio seguendo la costa est, dove assistiamo a dei voli in
parapendio sopra la scogliera, per poi andare a Okinawa-City dove
vive Bob. Lui vive in un appartamento all'ultimo piano con una bella
vista verso la baia di Okinawa-City. Ci godiamo la vista dal suo
balcone con un caffè servito gentilmente dalla moglie Annie.
Discutendo poi con lui scopriamo la sua vera vocazione: quella di
scrivere guide di viaggio. Ci fa vedere il manoscritto di ca 500
pagine della guida per la visite di tutte le isole dell'arcipelago di
Okinawa, Dice che nei 10anni che è qui le ha visitate tutte e di
aver ricercato e documentato tutto quanto trovato. La seconda sua
opera, che dovrebbe essere uscire fra 2 - 3 anni riguarda la
transiberiana, da lui percorsa già otto volte!! Terminiamo poi la
giornata con Bob e Annie visitando la base aerea americana di Kadena
dove lui insegna. All'entrata dobbiamo fare un permesso speciale,
Bob vorrebbe farci dare uno valido per una settimana in modo che
potremmo entrare ed uscire quando vogliamo. Ci dice che potremmo
eventualmente avere una camera nella base. Non è che ci teniamo
tanto perché saremmo un po tagliati fuori a 20K da Naha. Malgrado la
sua insistenza l'addetto al Gateway 1 della base ci concede un
permesso per una sola giornata. Facciamo tutta la procedura di
registrazione con fotocopia del passaporto, foto e firma per poi in
compagnia di Bob e Annie entrare in questa enclave militare americana
su territorio giapponese. Bob ci fa vedere le abitazioni di soldati e
ufficiali della Air Force, per poi finire nel grande shopping center
dove loro possono comperare tutto tax free. Fatto il giro del negozio
per poi cenare con una pizza e coca cola al Pizza Hut come se fossimo
a Las Vegas. L'escursione giornaliera con Bob termina con il
trasporto al nostro hotel a Naha e con la ppromessa di rimanere in
contatto. Loro il 3 gennaio vanno a Taipei dove saranno li anche al
nostro arrivo. Chissà che non
potremmo ri-incontrarci a Taipei?
30
dicembre: dopo la
colazione partiamo a piedi, sotto una leggera pioggerellina e un
forte vento che rende inutile l'uso dell'ombrello, per visitare il
tempio shintoista di Naminoue e l'adiacente tempio di Koshibyo
dedicato a Confucio che si trovano a poca distanza dal nostro hotel.
Poi continuiamo il giro per avvicinarci al centro commerciale di Naha
e prendere info di altri hotel dato che domani il Beach Side dove
siamo adesso è tutto occupato. Di ritorno facciamo la spesa in un
supermercato vicino al Loisir Hotel (probabilmente il più grande e
lussuoso Ressort di Naha!) per comperare del salmone e polipo fresco
per poi cenare nella camera del nostro hotel. Tramite internet
prenotiamo la camera per domani sera al APA Hotel del centro
nevralgico di Naha per soli 40 Fr., ma senza la colazione.
31 dicembre:
trasloco a piedi al APA Hotel, poi girato per il centro, visitato il
grande negozio di libri Yunkudo disposta su 5 piani. La Hoppli di
Milano sembrerebbe un'edicola se comparata con questo imponente
negozio di libri. I libri, non in giapponese sono solo due modeste
file di libri in inglese, altre lingue non esistono per niente! Per
il reparto dei famosi fumetti giapponesi Manga, è riservato un
intero piano. Anche oggi il tempo è nuvoloso con a sprazzi qualche
timida occhiata di sole. Facciamo poi una visita a piedi della
strada dei souveniers per poi rientrare a riposarci un po in albergo
per poi uscire a cena al Helios-Pub della Kokusai Dori. Qui per la
cena di San Silvestro scegliamo dei menù filo-occidentali; Maggie
Fish & Chips ed io una enorme bistecca di pollo senza ossa
accompagnata da verdura ed insalata locale. Fra queste un melone
amaro, per i miei gusti niente di particolare, ma qui pare sia molto
apprezzato! Per festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo acquistiamo una
bottiglia di spumante “Conte Cavour” al Family Market vicino al
nostro Hotel. Prima di festeggiare però ci godiamo un bagno
giapponese al “onsen” dell'albergo. Fatto il brindisi di
mezzanotte con il neoacquistato spumante astigiano guardando alla TV
i festeggiamenti con uno show in stile “americo-giapponese”.
Allegri ma molto controllati!