1 gennaio:
oggi, dopo la lunga notte di San Silvestro ci siamo alzati molto
tardi per poi fare un giro del centro, a cercare un caffè con
qualcosa per colazione, finiamo cosi come ieri allo Starbucks dove
troviamo, oltre al passabile caffè anche della pasticceria non
troppo dolce. Quella giapponese è talmente dolce che preferiamo a
malinquore quella prefabbricata del Starbucks. Passando davanti la
libreria Yunkudo visitata ieri ci gustiamo per pranzo una abbondante
porzione di ottime patate dolci alla griglia. Visitato poi il bel
giardino cinese di Fukushen situato a solo 300m dal nostro Hotel.
Malgrado il posto sia di dimensioni ridotte vi sono, un laghetto
con cascata, vari ponti e torri e 5 templi di varie dimensioni.
Veramente notevole come sono riusciti a sistemare armoniosamente,
senza che sia troppo kitch, le varie strutture nel parco. Peccato che
alle 17.30 chiude ed il guardiano ce lo ricorda molto puntualmente.
Ci riseviamo di ritornare nei prossimi giorni per rivederlo sotto
un'altra luce … possibilmente quella del mattino!
2 gennaio:
Preso la carta giornaliera del monorail per visitare e vedere i
vari aspetti e quartieri della città di Naha. Vi è una sola linea
costruita inizialmente per collegare per collegare il centro con
l'aeroporto. La linea costò talmente tanto che poi dovette
rinunciare ad estenderla. Noi facciamo subito una visita
all'aeroporto per preparaci alla nostra partenza aerea dell'8 di
gennaio con la compagnia australiana JetStar. L'aeroporto è nuovo e
molto grande tanto che ci
sembra sovradimensionato per le sole esigenze locali. Oggi è
abbastanza affollato perché in Giappone i primi tre giorni dell'anno
sono festivi e allora i Giapponesi che possono vengono a cercare il
caldo al qui al sud. Poi riprendiamo il monorail per andare all'altro
capo della linea, a Shuri da dove si può visitare il parco con il
castello Shurijo. Prima di entrare nel parco facciamo la spesa con
dei sushi e frutta per un bel pick-nick nel parco. Il castello e
tutto il complesso sono stati ricostruiti dopo la totale distruzione
della seconda guerra
mondiale. La giornata è bella e la temperatura gradevole tanto da
vedere vari visitatori girare in T-Shirt. Oggi per i giapponesi è
giorno festivo per cui, e nostra fortuna, nel cortile davanti al
castello possiamo assistere a delle performance di danza e teatro
giapponese. Purtroppo la parte centrale del castello con il tempio è
in fase di restauro per cui rinunciamo ad entrare per la visita.
Ritorniamo poi dopo aver fatto il giro del piccolo lago alla base del
castello per ritornare a prendere il monorail e rientrare all'hotel.
La cena la facciamo in un ristorante della movimentata Kokusai Dori.
3 gennaio:
oggi giornata di relax e di preparazione delle prossime escusioni a
Nago e a all'isola di Kume. Dopo la colazione in camera partiamo a
piedi per la zona del porto dei traghetti per verificare da dove
partono, gli orari e quali sono i costi. Poi, dopo
un pranzo veloce in un caffè della zona del porto,, ci rechiamo a
piedi fino all'ufficio turistico, dove siamo accolti molto
cordialmente dall'adetto che si da da fare ad aiutarci, malgrado il
suo scarso inglese. Lui riconoscendoci , siamo oramai alla terza
visita ci accoglie sempre gentile e sorridente. Con lui verifichiamo
quando e da dove parte il bus che vogliamo prendere domani per
visitare l'acquario Churaumi di Nago al nord dell'isola di Okinawa.
4 gennaio:
partiti in taxi dall'hotel APA al terminale dei bus di Naha. Preso
qui bus il 111 per Nago, della durata di circa 1.5 ore. Dal
terminale dei bus di Nago ci facciamo portare indietro all'albergo
Route Inn di Yukufo a sud di Nago. Qui consegnamo i nostri bagagli
per poi prendere il bus 65 per il centro si intrattenimenti di Ocean
Park dove si trova il famoso acquario (Motubo), ca mezz'ora. Visitato
l'enorme parco con acquario, giardino tropicali ecc. grande e
spaziosa camera con ottima e abbondante colazione compresa per 80Fr.
Tempo piovvigginoso e fresco. Ritornati in albergo con taxi assieme a
due cinesi di Hong Kong, condividiamo la spesa per pagare meno del
bus. Fatto un bel bagno nella Open Onsen dell'albergo, inizialmente
freddo ma l'acqua ha 41 gradi e si cuoce bene!!
5 gennaio:
dopo la colazione all'hotel, e dopo aver fatto la ricarica di yen al
postomat delle poste giapponesi, preso il comodo bus 111 per
ritornare a Naha. Anche oggi il cielo è coperto e a tratti cade una
leggera pioggerellina, la temperatura è però sui 20 gradi e c'è
poco vento. Scesi al terminal dei bus di Naha decidiamo di
trasferirci a piedi all'hotel Rasso Matsushima, cosi da ispezionare
anche questa zona che costeggia la linea del monorail. E' appena
passato mezzogiorno che sul cammino troviamo uno ristorante in stile
western con una stuzzicante proposta di pane e pasticceria. Giusto
il posto per rinvigorirci con un caffè e gustare dei panini. Con
nostra estrema sorpresa troviamo sul tavolo, oltre alla salsa di soia
una bottiglia di buon olio di oliva toscano! Una prima assoluta per
noi in Giappone. Raggiamo l'hotel troppo presto per il check-inn,
lasciamo i bagagli e facciamo un giro di ispezione della zona
commerciale di Kokusai. La zona è molto estesa e a anche molto
confusa, qui si può trovare di tutto dai souveniers, ai vestiti, agli
alimentari, tutto assieme! Puoi trovare a lato delle mutande e
reggiseni la frutta e la verdura o le box di plastica, che qui
chiamano bento, con i sushi o altre proposte alimentari. Comunque è
molto pittoresco e rilassantte girare a zonzo fra le bancarelle. Qui
sembra, ma magari è solo in questo periodo festivo, che nessuno
abbia fretta! Noi ci comperiamo un paio di bento-box con del polipo e dei
sushi per cenare poi in camera. La qualità e la quantità sono
ottime e la presa modica. All'hotel Rasso dopo fatto il check-in e
vista la camera chiediamo se possiamo ritornare per l'ultima notte
dopo l'escursione di domani all'isola di Kume. Nessun problema per la
camera, ma il prezzo che ci chiedono pagando in cash è di un terzo
superiore a quello pagato via Internet tramite www.hotels.com.
Non vale neanche la pena di insistere con il tipo della ricezione
che parla inglese solo a segni, ritorno in camera faccio la
prenotazione alla tariffa ridotta ... e nemmeno il tempo di scendere
con l'ascensore che la conferma della mia prenotazione è già
arrivata sulla stampante del ricezionista. Prodigi di internet,
pensando che la transazione è stata fatta tramite un provider
italiano, l'addebito tramite un gestore di carte di credito americano
e la prenotazione ad un catena di alberghi giapponesi. Dopo la
sistemazione delle varie pendenze amministrative, ceniamo per poi
andare presto a dormire in modo da poterci alzare presto domani per
l'ecursione all'isola di Kume, Kume-jima in giapponese.
6 gennaio: escursione all'isola di Kume. Partenza dall'hotel
alle 7.15 per andare a piedi al porto ad acquistare il biglietto di
andata e ritorno (65 Fr a testa). La Kume Line parte puntuale alle
8.30 e dopo aver fatto una complicata manovra per girare la nave
all'interno del porto ci inoltriamo sul mare aperto. Inizialmente
sembra calmo, ma poi iniziamo a cavalcare le onde sempre più forti,
niente di buono per chi dovesse soffrire il mal di mare. Il tempo è
nuvoloso con qualche piccola finestra di blu da dove ogni tanto
riesce a sbirciare il sole. Sul percorso della navigazione riusciamo
sempre a vedere qualche isola o dei banchi di sabbia che appaiono
come delle fini linee gialla sopra l'orizzonte. Dopo ca. un'ora e
mezza facciamo scalo sull'isola di Tonaki, dove scendono in pochi e
non sale nessuno. In effetti sono pochi i passeggeri sul traghetto e
non ci meraviglia che la corsa di domani pomeriggio alle 2pm è stata
cancellata. Già Bob Walker ci aveva detto che avremmo trovati pochi
passeggeri e che quasi tutte le linee dei ferry sono mantenute
operative per garantire un minimo sevizio pubblico. Inoltre l'isola
di Kume è raggiungibile anche con un volo di 20' da Naha. All'arrivo
verso la 11.30 al porto piove e dobbiamo usare l'ombrello per
camminare verso il vicino paese per cercare un alloggio. Già al
primo tentativo troviamo una spaziosa camera nell'hotel Garden Hill
appena usciti dal porto. Si tratta di una grande infrastruttura
alberghiera con tanto di piscina e vasto parco,ma in questa stagione
è desolatamente vuota per cui riceviamo dal gentile e ospitale
gerente un prezzo speciale di 8'000yen con colazione inclusa. Ci
sistemiamo nelle spaziosa camera, che dopo le tante camere-bonsai
avute finora ci sembra un'esagerazione, per poi fare una visita a
piedi dei dintorni. Intanto il tempo cambia e arriva addirittura a
splendere il sole. Torniamo in albergo a prendere la bicicletta che
abbiamo liberamente a disposizione per cercare di raggiungere
l'altro lato dell'isola dove vi sono le spiagge e la maggiori
attrazzioni turistiche. Maggie preferisce fare il percorso di ca 5 –
6 Km a piedi. Arrivato dall'altra parte dopo aver attraversato una
infinità di piantagioni di canna da zucchero faccio una visita al
ponte che collega la piccola isola di Ojima a quella di Kume e le
belle spiagge di Eef desolatamente vuote in questa stagione. Faccio
poi la spesa in un negozio per poi ritornare con il tramontar del
sole all'abergo dove mi attende Maggie. Ceniamo nella calda camera
con le minestre ed il pesce fresco comperato poco prima. Peccato che
domani mattina dobbiamo partire con il traghetto delle 8.30, quando il
gerente dell'hotel ci aveva proposto di portarci a fare il giro
dell'isola con la sua auto .. gli diciamo che sarà per la prossima
volta!
7 gennaio:
ritorno da Kumejima e ultimo giorno a Okinawa
A parte alcuni
operai che ci lavorano siamo i soli ospiti a gustarci l'abbondante e
particolare colazione giapponese dell'albergo. Tutti sono cosi
gentili che ci risulta difficile rifiutare quanto ci viene proposto
... così ci capita che il gerente ci propone di portarci con la sua
auto fino al porto di partenza che dista solo 200m dall'albergo. Ci
caricano i bagagli e non abbiamo neanche il tempo di rispondere che
già ci troviamo in viaggio verso il porto! Anche oggi alla partenza
abbiamo fortuna con il tempo, è soleggiato e malgrado un po di vento
marino la temperatura è gradevole. L'imbarcazione di stamattina è
della stessa linea ma un po più piccola. Dopo aver fatto tutti i
preparativi e caricato i due camion ed i pochi passeggeri partiamo in
perfetto orario. Man mano che ci avviciniamo ad Okinawa il tempo
peggiora, il sole si nasconde e all'arrivo avremo la solita
pioggerellina pomeridana. Nel fermata intermedia sull'isola di Tonaky
sale a bordo un giovane backpaker giapponese che ci dice di essere
venuto qui per passare i sui quattro giorni di vacanza e di avere
ancora inserata il volo di ritorno a Tokyo. Conversando con lui
passiamo l'ultima ora di traghetto per poi sbarcare a Naha e
rientrare al nostro Rasso Hotel per passare l'ultima notte okinawese.
Ci concediamo l'ultima cena in un ristorante con l'intrattenimento
musicale di una copia proveniente dalle isole più a sud
dell'arcipelago di Okinava. Il gruppo si chiama Uruka ed è il nome
della loro città di provenienza sull'isola di Miyakojima, che come
ci dicono loro sono più vicini a Taiwan che a Okinawa. La musica è
molto particolare per essere giapponese, sembra un misto fra musica
caraibica e polinesiana e caratterizzata dal suono melodico,
monotono e quasi ossessivo del Sanshin, una specie di chitarra a tre
corde con la parte inferiore coperta con pelle di serpente, sembra di
lontane origini cinesi. Oltre alla bella musica ci viene servito un
ottimo pasto a base di pesce crudo insalata e frutti di mare. Poi
rientro all'hotel per prepararci alla partenza di domani per Tokyo.