Maggie continua
ad avere dolori alla spalla. Dopo colazione al nostro ostello
facciamo una sfacchinata con i bagagli per prendere il Shinkanzen per
Hiroshima. Nessun problema a riservare il posto, trovare il binario,
e salire sul Sakura 551, ora
con il nostro RailPass siamo diventati anche esperti Shinkanzen!
Arriviamo a Hiroshima prima di mezzogiono e andiamo subito
all'ostello, il l'accogliente ed economico Hana Guesthouse, dove
re-incontriamo la polacca che avevamo conosciuto a Kyoto. Per pranzo
proviamo in un caratteristico locale sopra la stazione il piatto
tipico di Hiroscima: gli okonomiaki, un misto di verdura con carne o
frutti di mare fatti scaldare su una piastra fino a farli diventare
parzialmente croccanti, una specie di röschti con verdura, carne o
frutti di mare. Ottimi e a costi modici, sarà per questo che si
chiamano così?! Poi con il tram andiamo a visitare la zona storica
dedicata al ricordo dell'esplosione atomica. Hiroschima, è la città
del tragico passato essendo stata scelta dagli americani come
bersaglio per l'impiego della prima bomba atomica fatta esplodere su
un obiettivo civile. Il fatidico 6 agosto del 1945, quando alle 8.15,
la bomba fu fatta scoppiare a ca. 600m sopra il centro della città,
che a quel momento aveva ca. 350'000 abitanti. Morirono a causa delle
conseguenze dirette dell'esplosione ca. 150'000 persone, altri
100'000 morirono in seguito per le conseguenze delle radiazioni
atomiche. Le cifre sono stimate non essendo stato possibile avere
dei riferimenti certi sull'immane tragedia. Inoltre i giapponesi per
pudore, e gli alleati per un certo segno di vergogna cercarono a
lungo sminuire gli effetti dell'immane tragedia umana. Si può dire
che fu questo il primo impiego di armi di distruzione di massa della
storia umana. Confesso che davanti a certe immagini, in particolare le
due foto aeree che mostrano il centro di Hiroshima, prima e dopo
l'esplosione, ho dovuto asciugarmi le lagrime. Non riesco a capire
perché la coscienza umana non abbia potuto evitare un simile
tragedia. Solo la perversa logica di strategia militare, con tutte le
possibili attenuanti, può giustificare l'impiego di un ordigno di
tale portata. Mi è inconcepibile il fatto che sia stato ignorato dai
politici e dai militari l'appello degli scienziati (vedi in
particolare Einstein, Szilard, Fermi e Oppenheimer) che avevano
partecipato alla concezione e costruzione della bomba atomica, a non
impiegarla su obiettivi civili. Ma oramai gli alti ranghi
dell'esercito americano avevano deciso, mancava solo la
determinazione della città bersaglio. Hiroshima fu scelta perché
aveva delle importanti industrie militari e perché, sembra, non vi
erano campi con prigionieri alleati. Immaginarsi cosa sia accaduto in
quei pochi secondi dopo l'esplosione e qualcosa di terribile, ma
ancora più terribile è immaginarsi le sofferenze per le conseguenze
causate dalle radiazioni. Ancora oggi vi sono in Giappne numerosi
ospedali predisposti e specializzati a curare le malattie causate
dalle radiazioni nucleari. Un particolare che non conoscevo al
riguardo di Hiroshima, che viene qui ricordato con un monumento, è
che molte vittime erano coreane, pare addirittura 30'000. Infatti
nelle fabbriche giapponesi vi erano molti lavoratori forzati coreani,
cinesi e di altri paesi asiatici. Siamo poi usciti molto rattristati
da questo museo simbolicamente dedicato alla pace, quasi per dar
segno alla tristezza appena fuori ha iniziato a piovere. Ritorniamo
poi, dopo aver scattato le ultime foto all'imbrunire, in tram al
nostro ostello. Ceniamo poi all'ostello con quanto comperato nel
negozio accanto.