Oggi sarà una
giornata di trasferimento, anche se la distanza non sarà ecessiva
attaverseremo l'isola da nord a sud. Non sarà solo
un'attraversamento geografico, ma molto di più fra la Bali ancora
relativamente rustica e naturale del nord verso quella del turismo di
massa del sud. Ne siamo pienamentte coscienti ma che vorremmo rimanere
qualche giorno di più al nord dobbiamo spostarci fino Dempasar per
poter acquistare il Japan Ral Pass(JRP) all'ufficio dell'agenzia Rama
Tours a poca distanza dall'aeroporto. Fatta colazione il nostro
autista Juddi ci porta in un botteghino dove posso far stampare i
vari documenti occorrenti per il PRP, vedi il biglietto del volo a
Tokio e quello del Ferry verso la Corea. Il percoso che facciamo è
molto bello e variato. Si sale fra le montagne e risaie con sullo
sfondo il vulcano Agung, con quasi 3'000m/sldm la montagna più alta
delll'isola. Dall'altro lato attraversiamo i paesi di Alampura, Candi
Dasa, Padang Bay per poi prendere l'autostrada verso Kuta e
l'aeroporto. Prima di Kuta il traffico, inizialmente di camion che
portano al sud la sabbia nera del vulcano, ma poi di auto e motorini,
si intastae dobbiamo procedere incolonnati per una mezzora. Troviamo
facilmente l'agenzia e altrettanto facilmente ci allestiscono il
Vaucher per il JRP. Alla una il nostro autista, dopo averci riportati
indietro di alcuni Km verso Sanur, ci scarica in vicinanza di una
spiaggia, dove ci rinfreschiamo e pranziamo. Su uno dei tabelloni
all'entrat adi Sanur avevamo vista indicata la temperatura di 39
gradi. Fa veramente molto caldo e non spira un alito di vento. Solo
qui vicino al mare sotto l'ombra di un gigantesco Banyan si sta bene.
Il mio stomaco intanto ricomincia a movimentarsi e devo tenermi
pronto a scattare alla toilette. Sarà il curry ed il peperoncino piccantedi
ieri sera? Meglio prevenire il peggio con qualche pastiglia di
carbone attivo. Poi, mentre Maggie mi attende al ristornante, mi
metto fiducioso alla ricerca di un alloggio per le prossime due
notti, possibilmente vicino al mare. Prima verso sud, poi verso nord
faccio passare i vari ressort, e le poche guesthouse. Dopo una
decina di Km e varie richieste riconosco l'impossibilità di trovare
l'alloggio desiderato, specialmente per il nostro budget! Per quelli
vicino al mare, bisogna spendere sopra i 100$. Unicamente uno
scenderebbe eccezionalmente a 70$, ma senza colazione e tasse non
incluse. Decidiamo di lasciar perdere la spiaggia e cercare in
centro. Con l'aiuto di un autista ne troviamo uno, molto spazioso e
pulito per 200KRp (20Fr), NB: colazione e WiFi inclusi e con AC, un
vero affare per questa zona. La gentile signora che parla bene
l'inglese, anche se con voce molto acuta ci coccola e consiglia come
una mamma! Tra di noi siamo soddisfatti di dare qualcosa a lei e non
finanziare qualche multinazionale del turismo molto ppresenti in
questa zona. La sera alla ricerca del read snapper che non avevamo
trovato sulla costa Nord. Anche qui troviamo solo dei withe
snapper. Li riceviamo in un ristorante shick sulla spiaggia, ma quando li
riceviamo grigliati sono una delusione, mezzi bruciati e secchi come
chiodi! Altra delusione seguita dal prezzo della birra Bintang di
60KRp invece dei 25 – 30KRp usuali. Il posto caratterizzato con
delle maestose statue del Budda era bello e tranquillo, ma i prezzi e la
qualità della cucina sono da dimenticare.
giovedì 29 novembre 2012
28 novembre 2012, Amed
Foto seguono
La colazione inclusa nell'alloggio offre il minimo, cafè più pankacke o omelette, ma i supplenti di frutta o toast costano pochissimo. Noi arricchiamo la nostra colazione con frutta fresca e toast. Poi dopo aver noleggiato le attrezzature da snorkeling ci buttiamo in mare per ispezionare la zona davanti al nostro alloggio. Qui rimaniamo stupefatti da come è vicina la barriera corallina e quanti sono i pesci variopinti che scorazzano davanti ai nostri occhi. Tutta la baia davanti a noi è una vera e propria palestra per lo snorkeling! L'acqua è bassa, molto limpida e tranquilla, l'idealle per stare ore intere ad inseguire i pesci e ammirare i vari coralli, che non sono proprio in eccellente stato, ma le cui dimensioni ci danno un'idea di come doveva essere qualche anno fa prima dell'inizio del fenomeno dello sbianchimento dei coralli oramai presente in quasi tutti i mari. Pranziamo con Raquel nel caffè vicino alla nostra abitazione per poi continuare le immersioni nel pomeriggio. Per precauzione, dopo la bruciatura di lunedì nuoto sempre con una maglietta. Verso sera decidiamo di fare una passeggiata verso il paese di Amed per cercare l'albergo di uno svizzero, il Palm Garden, insediatosi qui qualche hanno fa e che era stato mostrato all TV-DRS quale esempio di un nostro connazzionalle emigrato con successo da queste parti. Dopo aver fatto almeno tre Km ci fermiamo a bere una Bintang in un ristorantino con due gentili balinesi, le quali ci dicono che ne mancano altrettanti fino al Palm Garden. Visto che si sta facendo notte decidiamo di rinunciare a continuare e di tornate indietro. Intanto da un lato scende il sole con un bellissimo tramonto, e subito dopo dall'altro alto sale splendente la luna. Uno spettacolo stupendo che non possiamo mancare di fotografare finchè mi si esaurisce la memoria della fotocamera. Ceniamo poi vicino alla nostra abitazione, ma dall'altro lato, con Raquel e Carlos, sarà l'untima volta? Difatti noi domani mattina presto partiamo per Sanur mentre loro vogliono rimanere e riposare ad Amed per andare a Ubud e poi sull'isola di Lambongan per passare li gli ultimi giorni del loro intenso viaggio indonesiano.
La colazione inclusa nell'alloggio offre il minimo, cafè più pankacke o omelette, ma i supplenti di frutta o toast costano pochissimo. Noi arricchiamo la nostra colazione con frutta fresca e toast. Poi dopo aver noleggiato le attrezzature da snorkeling ci buttiamo in mare per ispezionare la zona davanti al nostro alloggio. Qui rimaniamo stupefatti da come è vicina la barriera corallina e quanti sono i pesci variopinti che scorazzano davanti ai nostri occhi. Tutta la baia davanti a noi è una vera e propria palestra per lo snorkeling! L'acqua è bassa, molto limpida e tranquilla, l'idealle per stare ore intere ad inseguire i pesci e ammirare i vari coralli, che non sono proprio in eccellente stato, ma le cui dimensioni ci danno un'idea di come doveva essere qualche anno fa prima dell'inizio del fenomeno dello sbianchimento dei coralli oramai presente in quasi tutti i mari. Pranziamo con Raquel nel caffè vicino alla nostra abitazione per poi continuare le immersioni nel pomeriggio. Per precauzione, dopo la bruciatura di lunedì nuoto sempre con una maglietta. Verso sera decidiamo di fare una passeggiata verso il paese di Amed per cercare l'albergo di uno svizzero, il Palm Garden, insediatosi qui qualche hanno fa e che era stato mostrato all TV-DRS quale esempio di un nostro connazzionalle emigrato con successo da queste parti. Dopo aver fatto almeno tre Km ci fermiamo a bere una Bintang in un ristorantino con due gentili balinesi, le quali ci dicono che ne mancano altrettanti fino al Palm Garden. Visto che si sta facendo notte decidiamo di rinunciare a continuare e di tornate indietro. Intanto da un lato scende il sole con un bellissimo tramonto, e subito dopo dall'altro alto sale splendente la luna. Uno spettacolo stupendo che non possiamo mancare di fotografare finchè mi si esaurisce la memoria della fotocamera. Ceniamo poi vicino alla nostra abitazione, ma dall'altro lato, con Raquel e Carlos, sarà l'untima volta? Difatti noi domani mattina presto partiamo per Sanur mentre loro vogliono rimanere e riposare ad Amed per andare a Ubud e poi sull'isola di Lambongan per passare li gli ultimi giorni del loro intenso viaggio indonesiano.
27 novembre 2012, da Lovina a Amed
Foto seguono
Dopo la solita
magra ma ottima colazione all'hotel Astina carichiamo tutto sull'auto
del nostro autista che ci attende con molto anticipo. Durante il
viaggio, lui che è indù, ci introduce nelle varie festività indù.
Oggi per esempio era la festa della luna piena, ed è per questo che
tamattina alle 5 gia avevamo sentito attorno a noi dei canti e
preghiere. Ma, secondo le sue spiegazioni, la festa che ci stupisce
di più è quella che festteggiano durante il mese di marzo e
consiste in un giorno ed una notte senza attività; sono ferme le
auto, i motorini e persino gli aerei. Tutti stan in casa e non
possono accendere ne le luci ne cucinare. Deve essere veramentte
staordinario. Dopo Singaraja in un posto vicino al mare dove si trova
un tempio dedicato ad una divinità che protegge i guidatori, si
ferma e mentre noi scattimo le foto lui si fa benedire e prega per la
protezione dagli incidenti. Da come guida con noi è un guidatore
molto prudente, non sappiamo però quanto sia l'effetto della
protezione divina! Anche il fatto che la sua autoè a credito e deve
pagare le rate per ancora due anni potrebbe influentare il suo stile
prudente di guida. Apple 11 dopo vari stop qua e la arriviamo ad Amed
e subito al primo posto dove chiediamo decidiamo di rimanere. Siamo a
Jemeluk al Banboo Bali Guesthouse con una spaziosa camera a due letti
doppi a neanche dieci metri dalla riva del mare e paghiamo 225KRp con
colazione, WiFi e AC. Appena insediati e pranzato nel vicino Sunset
Cafè invio il nostro indirizzo a Carlos, ed ecco subito la risposta
che anche loro sono alloggiati nello stesso villaggio a neanche 100m
da noi. La sera ci incontriamo per cenare assime e scambiarci le
recipoche esperienze fatte dopo la loro partenza da Lovina. Loro sono
entusiasti del loro tour ai laghi e in particolare per l'ascesa al
vulcano Kintamani, fatta la stessa mattina con partenta alle 3.30 di
notte. Dopo cena nel nostro risporante Raquel, che ha paura dei topi,
ne intravvede uno a girare fra i tavoli; grosso spavento, ma mentre
cerchiamo di tranquillizzarla guardando in alto fra i tetti ne
vediamo diversi altri scorribandare attorno. Per Raquel è veramente
troppo, cosi paghiamo e ci ritiriamo nei nostri alloggi dopo aver
convenuto con Raquel di fare snorkrling assieme domani, mentre Carlos
andrà a fare immersione a Tulamben dove si trova inabissato una
vecchia nave da guerra americana.
martedì 27 novembre 2012
24 – 26 novembre, a Lovina (Bali nord)
Foto seguono
Per oggi la
parola d'ordine è relaxing, dopo l'intensiva giornata di ieri ci
meritiamo oggi qui a Lovina una meritata giornata di distensione. Al
nostro tranquillo e confortevole Astina Guesthouse passiamo la giornata
fra la piscina, il ristorante e la nostra camera. Per me è
l'occasine per pianificare la prossima tappa del viaggio, il
Giappone. Cerco prima le info su come procurarci il Japan Rail Pass,
per visitare il Giappone in treno. Per questo ci colleghiamo con
skype con la figlia Nadja per coordinare le date ed i vari dettagli.
Trovo poi un'agenzia a Zurigo che ci venderebbe i RailPass onlne, ma
per nostra sorpresa e disappunto scopriamo che ci devono inviare il
Vaucher del Pass per posta, e loro lo inviano solo in Svizzer. Trovo
strano che si possono inviare gli e-ticket per i voli e le ferrovie
giapponesi non riescono ancora ad inviare gli “e-RailPass” e si
debba dipendere da un'invio postale. Continuando la ricerca scopriamo
poi l'inirizzo di un'agenzia a Dempasar che venderebbe sul posto.
Riceviamo poi la conferma telefonicamente, ma ecco un'altra sorpresa:
dobbiamo mostrare il ticket dell'uscita del Giappone. Questo ci
scoccia perché avremmo voluto essere liberi di uscire da dove e
quando vogliamo noi sul posto. Dobbiamo cosi riservare un passaggio
con un traghetto ben definito e per una data prestabilita. Cercando
intensamente i Internet scopro la compagnia che opera un collegamento
veloce fra Fukuoka e Pusan, ma ecco la seconda sorpresa: il sito per
la prenotazione seppure indicante che si può scegliere la lingua
inglese, dopo la pagina di introduzione è solo in giapponese. Provo
con un po di fantasia a immettere i dati, ma mi devo subito
rassegnare! Dobbiamo farci aiutare dalle conoscenze linguistiche
dalla figlia Nadja! Le passiamo tutti i dati e detto fatto, il giorno
dopo riceviamo per e-mail la conferma della prenotazione, le uniche
cose che riusciamo a leggere sono i nomi e le date. Segue poi la
stessa procedura per la prenotazione dell'albergo per la prima
settimana a Tokio. Terminiamo la giornata, che doveva essere di
relax, andando a cena con Raquel e Carlos, dopo aver riservato con
loro l'uscita di domani con il nostro consulente Putu che oramai ci
sta “perseguitando” da quando siamo arrivati qui. Per cena
avremmo voluto avere dei Read Snapper freschi alla griglia. Tanti
promettono di averli, ma quando chiediamo di farceli vedere, o sono
congelati o sono dei withe o black snapper. Alla fine terminiamo in
un ristorante con una bella vista dal secondo piano, ma con black al
posto dei read snapper. In un ristorante vicino ci viene promessi dei
read snapper freschi per domani sera.
Il secondo
giorno, subito dopo la colazione con un bus,
sul medesimo percoso dal quale siamo arrivati, andiamo verso il Parco
Nzaionale che comprende l'isola Menjangan. Qui dovremmo trovare un
paradiso per lo snorkeling e le immersioni. Arrivati sul posto
veniamo separati fra i due tipi di attività e imbarcati su delle
barche tipiche balinesiane per recarci sull'isola ed iniziare la
visita dei fondali corallini. Subito rimaniamo affascinati dalla
presenza di cosi tanti differenti tipi di pesci. Ve ne sono veramente
in grande quantità, di tutte le forme e grandezze e di tutti i
colori! Anche i coralli e la vita marina non sono male, ma sono i
pesci la vera attrazzione. Raquel è con noi a fare snorkeling,
mentre Carlos è con il gruppo che fa immersioni. Anche lui ci
conferma le nostre esperienze e ci dice di aver visto in profondità
anche pesci di notevoli dimensioni, probabilmente barracuda o tonni!
Dopo due immersioni torniamo stanchi a Lovina. Io che con poca
prudenzza avevo messo una crema solare debole la sera sento
bruciare la schiena; mi sono preso una bella bruciata dal sole! La
sera poi la solita sorpresa, che tanto sorpresa non è, anche stasera
i promessi read snapper non ci sono. Ci viene detto che non è la
stagione!. Chissà? Ci accontentiamo, si fa per dire, con degli
ottimi gamberoni giganti accompagnati da un vino bianco balinese
prodotto da Hatten. Si, effettivamente a Bali è stata introdotta ca.
20 anni fa da un olandese la vite e viene prodotto un buon vino bianco e rosè.
Il terzo
giorno a Lovina lo iniziamo alle 6, prima di colazione, uscendo
in barca per “caccia fotografica” ai delfini. Con Carlos (Raquel
rinuncia perché indisposta) partiamo con una delle tipiche
imbarcazioni dei pescatori locali, con le prime luci dell'alba. Il
cielo è quasi senza nubi e vediamo così il sole ad illuminare pian
piano le lunghe palme della spiaggia. Purtroppo però vediamo già
molte imbarcazioni piene di turisti (massimo se per barca) fuori del
mare, ma molte altre attendono la partenza. Ad un paio di km dalla
costa tutte si fermano e rimangono in attesa di avvistamento dei
delfini. Appena ne vengono avvistati subito le altre imbarcazioni
vicine si precipitano con i loro motori rombanti verso i poveri
delfini. Chissa che stress per loro che vengono qui per mangiare
tranquillamente e vengo cacciati da centinaia di turisti
disturbatori. Lo spettacolo, con così tante imbarcazioni, (ne
contiamo almeno una cinquantina) è un po' deprimente e lascia
perplessi! Chiediamo al nostro pescatore di stare un può fuori dalla
ressa delle barche, ed eccoci subito premiati: un gruppo di delfini
passa proprio molto vicini a noi. Il pescatore, quasi per scusarsi,
ci dice che non è sempre così, ma oggi sono arrivati molti turisti,
anche locali, da Kuta e dalle altre parti dell'isola ecc. ecc. Anche
lui non è contento della situazione e dice di impegnarsi per
migliorare la situazione, ma leggendo una guida di 10 anni fa mi
accorgo che già a quei tempi la situazione era la medesima. Dopo una
mezzoretta di questo poco edificante spettacolo chiediamo al nostro
pescatore di abbandonare la scena e ritornare a riva. Facciamo poi
colazione, salutiamo Raquel e Carlos, che partono per un tour ai
laghi di Begodul e Batur per poi ridiscendere sulla costa ad Amed.
Noi rimaniamo qui un giorno in più per sistemare gli ultimi dettagli
per il viaggio in Giappone. Poi facciamo un giro di ricognizione del
posto dove eravamo alloggiati tre anni fa, il Batu Kartika Bungalow.
Lo spazioso parco è un po trascurato ed i rifiuti non lo rendono
particolarmente attrattivo, ma nelle pozze d'acqua vi troviamo ancora
i varani che avevamo ammirato anni fa. Poi al ristorante ci facciamo
servire dei succhi di frutta e parliamo con il gestore che ci dice di
essere li da oltre venti anni. Veramente peccato che non sia meglio
curato, sarebbe un posto splendido così vicino alla spiaggia.
Terminiamo il nostro giro sulla spiaggia continuamente richiamati dai
venditori, hello mister .. how are you? continua a risuonarci nelle
orecchie. Con uno di questi venditori, dopo la solita contrattazione,
combiniamo il trasporto di domani fino ad Amed per 280KRp. Sarà il
suo cugino che ci preleverà alle 8.30 per il viaggio, qui sembra siano tutti parenti fra di loro!
23 novembre, ascesa al l'Ijen e viaggio fino a Lovina (isola di Bali)
Foto seguono
E' ancora notte
fonda quando alle 3.30 veniamo svegliati per la colazione e per
prepararci per partire per l'avventura vulcanica di oggi. Alle 4 poi
con Raquel, Carlos ed il califoniano Stephen a bordo partiamo, prima
sulla strada dissestata della piantagione di caffe, poi su una
stradina asfaltata fra i grandi alberi della foresta verso il punto
di partenza dell'ascesa al cratere del vulcano. E' ancora notte e
cosi la foresta illuminata dai fari appare più suggestiva. Mentre
comincia a l'alba arriviamo al posteegio da dove abbiamo ancora circa
tre km di salita a piedi per raggiungere il cratere. Intanto, mentre
saliamo adagio adagio sale anche il sole e lo spettacolo attorno con
i vari altri vulcani, le nubi e la foresta sono meravigliosi. La
presenza del vulcano comincia a farsi sentire attraverso il naso,
l'odore di uova marce, causato dallo zolfo emmesso da cratere, si fa
via viia più intenso, tanto che alcuni portano la mascherina per
respirare o addirittura la maschera antigas. La salita è abbastanza
ripida ma vedendo lo spettacolo attorno non ci accorgiamo nemmeno.
A circa metà strada arriviamo ad una capanna uata come punto di
appoggio, unaa sppecie di rifugio, per i portatori di zolfo. Qui
hanno dei posti per dormire ed una cucina per prepararsi da mangiare.
Ci lasciano entrare per fare foto e per cercare di venderci dei pezzi
di zolfo naturale che loro raccolgono per i turisti. Attorno vi sono
portatori con i loro rudimentali contenitori per il trasporto in
spalla, con due cesti ed un bastone riescono a caricare dai 40 agli
80kg di zolfo. Parliamo con uno un po anziano che parla un pochino
l'inglese che ci dice di avere 62 anni e di fare questo lavoro da 40
anni, ci sembra però una rarità poter arrivare a questa età con
questi sforsi che fa. Ci confida però che adesso porta solo 40
-50Kg per volta e fa al massimo due viaggi al giorno. I più giovani
ne fanno tre o quattro. Diamo al nostro anziano portatore le nostre
uova sode avvanzata dalla colazione, che accetta di buon grado, anche
se avrebbe preferito delle sigarette! Pare che, per le condizioni
locali, quadagnano bene, ma la vita che fanno è rovinosa; uno di
loro ci mostra la spalla, completamente incavata dal bastone su cui
appoggia tutto il peso del trasporto! Facciamo tre calcoli, tenendo
conto che ricevono 700Rp al Kg, arriviamo ad un compenso mensile di
2'50 – 500Fr, lavoranto al ritmo di tre viaggi al giorno per 30
giorni senza pausa. Mentre saliamo incrociamo i primi portatori
carichi, che ci salutano e qualcuno cerca di venderci dei pezzi di
zolfo cristallizzato. Quando raggiungiamo il bordo del cratere il
sole illunina gia il bellissimo lago azzurro ed il lato nord del
cratere. Il lago ha questo colore per l'alto contenuto di minerali e
la composizione chimica, con la presenza ddi acido solforico e
cloridrico da far invidia al liquido delle batterie delle automobili.
Sotto di noi riusciamo a vedere le varie bocche da dove escono i
vapori di zolfo e dove una moltitudie di gente scava e carica lo
zolfo per essere portato fuori dai portatori che vediamo incolonnati
sul sentiero che sale dal cratere. Lo spettacolo, con le luci
motevoli del mattino, e straordinario e rimaniamo quasi incantati a
fotografare. Purtroppo, ma forse è meglio cosi, un posto di polizia
subito sotto il bordo del cratere non lascia entrare i turisti. Ci
rassegnamo e facciamo una lunga camminata sul margine del cratere per
cercare il punto migliore per vedere le bocche del cratere, i blocchi
di zolfo di un bel giallo intenso, e gli operai a lavorare e caricare
i cesti di zolfo. Con l'arrivo del sole lo spettacolo cambia e anche
il vapore tende a fermarsi sopra il lago creando cosi zone di ombra e
la conndioni non più ideali per fotografare, almeno per noi
dilettanti della fotografia! E' cosi giunto il momento di salutare
il cratere dell'Ijen e ritornare alla nostra auto per il trasporto di
ritorno. Appena rientrati il nostro autista ci propone una modifica
di programma, che inizialmente interpretiamo con un certo sospetto,
ma dopo aver fatto i necessari accertamenti accettiamo. Invece di
fare il medesimo percorso della salita potremmo scendere da una via
più corta, ma dobbiamo portare i nostri bagagli in spalla per circa
un Km e continuare il viaggio con un'altra auto. Tutto questo perche
un cantiere impedisce la circolazione. Visto che risparmiamo almeno
tre ore di ttempo accettiamo la proposta e facciamo la sfacchinata
con i bagagli fra le macchine ed i camion che stanno mettendo in
sesto una pezzo di strada nel bel mezzo della foresta tropicale.
Scendendo verso il sud di Java per il porto dei traghetti per Bali
attraversiamo varie piantagioni di caffè, canella, banane e
naturalmente riso. Arriviamo al porto dei traghetti per Bali, di
Ketapang, prima di mezzogiono, in un'ora e mezza, con la solita
attesa al porto di arrivo, siamo a Gilimanuk sull'isola di Bali.
Dobbiamo però spostare l'orologio avanti di un'ora, dato che Bali ha
un'altro fuso orario di Java. Da qui dopo aver evitato i
procacciatori di turisti, prendiamo, sempre assieme a Raquel y
Carlos, un bus pubblico per Lovina. Steave invece prende la via per
Kuta, lui è più giovane e cerca un po' più di action! Arrivati a
Lovina, sono le 16 circa, cerchiamo il Kartika Cottage, nella zona di
Kalibukbuk, dove eravamo stati tre anni fa. Qui dobbiamo però
constatate che tutto si trova allo stesso stato di allora, ma nel
contempo tutto è decaduto e non dispone di accesso internet. Loro
medesimi della ricezione ci consigliano molto gentilmente, di
rivolgerci al ressort Astina proprio di fronte. Assieme a Raquel
riusciamo a spuntare un buon prezzo per un minimo di tre notti
(150'000Rp > ca. 15Fr.) con colazione, WiFi ecc.). Il posto è
carino e tranquillo e non lontano dalla spiaggia e dai vari
ristoranti. Approfittiamo poi subito del Happy Hours per assaporarci
una buona cena accompagnata da freddissima birra balinese; è tanto
fredda che si formano gli iceberg di birra nel bicchiere!!
22 novembre, avvicinamento al vulcano Kawah Ijen
Foto seguono
Al nostro albergo
stamattina ci portano addirittura la colazione davanti alla camera,
niente di speciale ma eccellente il sevizio.. Poi, dopo aver
dedicato più di un'ora all'aggiornamento del blog mi metto in
cammino per fare un giretto fotografico della zona. Già di mattina
presto fa molto caldo e devo cercare l'ombra delle piante
per non farmi bruciare dal sole. Noto subito che Probolinggo è
relativamente pulita, almeno in confronto di come l'avevo in mente
dalla nostra visita di tre anni fa. Anche il traffico, che mi ricordo
caotico tre anni fa, scorre tranquillo ed ordinato. Al ritorno in
albergo per la partenza, con sorpresa, devo constatare che i
rientranti dall'escursione al Bromo, Raquel, Carlos e Stephan,
giovane californiano rampante dalla zona della Napa Valley, sono più
di un'ora in anticipo e pronti a partire. Caricati i bagagli sul
veicolo a 8 posti si parte verso l'avvicinamento al Kawah Ijen. Il
nostro autista ha un occhio menomato, pare però che ci vede bene …
almeno questa è la nostra recondita speranza. Il lato positivo è
che guida molto prudentemente! A nostra sorpresa il percorso segue la
costa non in linea con ci aspettavamo. L'autista ci dice che il
percorso è più lungo ma migliore e quindi più veloce. Dopo aver
raggiunto la punta a sud di Java a Baniuwangi la strada si fa più
stretta ed inizia a salire fra paesaggi stupendi con coni vulcanici
da ogni parte. Peccato che una pioggerellina e la nebbia non permette
di vedere tutto, ma il gioco di ombre ed il paesaggio compensano
l'effetto negativo. Dopo essere ripartiti da un viewpoint Rachel e
Carlos si accorgono preoccupati di aver dimenticato il loro sacco.
L'autista ritorna sul posto, ed ecco subito tranquillizzati i nostri
due compagni di viaggio. Attraversiamo diversi villaggi fra
piantagioni di te, di cacao e di caffè prima di arrivare alla
fattoria della piantagione di caffe di Catimor dove pernotteremo per
poi partire da qui verso il vulcano Ijen. Bel posto tranquillo in
altura (siamo sui 2'000mslm), la temperatura è gradevole. La
fattoria data dal 1894, sembra quasi un museo. Le camere sono
spartane ma in compenso abbiamo una bella piscina con jacuzzi. Dopo
la cena facciamo un giro fra le case degli operai della fattoria.
Molti bambini si avvicinano per chiederci le solite domande e farsi
fotografare. Le case sono ben ordinate e ognuna ha davanti un
orticello dove sono coltivati gli ortaggi di consumo quotidiano,
melanzane, pomodori, cavoli, carote ecc. Facciamo poi gli ultimi
preparativi per essere pronti a partire nel mezzo della notte.
lunedì 26 novembre 2012
21 novembre, da Solo a Probolinggo in treno
Foto seguono
Oggi ci
apprestiamo ad affrontare una lunga giornata di trasferimento,
secondo l'orario ufficiale ci aspettano 10 ore di treno. La colazione
al nostro nuovo Hotel e contrariamente alle aspettative abbastanza
modesta e non molto curata, per avere delle omelette extra ci fanno
aspettare quasi mezzora, sarà perché è troppo nuovo e non erano
preparati ad una simile richiesta!! Senza problemi o sorprese
prendiamo il taxi che ci porta alla stazione di partenza, dove
acquistati i biglietti ci mettiamo ad attendere il treno, quasi
certi, dopo l'esperienza di ieri, di dover attendere a chissà quanto
tempo. Invece puntuale come non mai arriva il nostro treno. Siamo con
Raquel e Carlos ed occupiamo comodamente una fila di posti. Scopriamo
più tardi che dietro di noi sono sedute due altre giovani turiste,
una giapponese ed una italiana che vivono in Australia e stanno
facendo le loro vacanze nella più conveniente Indonesia. Sarà
interessante sentire le loro esperienze di lavoro in una piantagione
di banane australiane, guardano un po' con disprezzo le piccole
banane indonesiane che avevano comperato al mercato davanti alla
stazione di Solo. Il paesaggio che passiamo è tutto piatto, ed è un
susseguirsi di campi di riso, ogni tanto qualche campo di mais rompe
un po' la monotonia. Attraversiamo però anche varie città e zone
densamente abitate. Arrivati a Surabaya, la capitale della zona Sud
di Java, il treno cambia direzione per continuare verso Probolinggo.
Arriviamo a destinazione in perfetto orario alle 16.30. Qui siamo
attesi all'uscita della stazione dai vari procacciatori di clienti
che ci vogliono accapparare per offrirci i loro tours. Da qui partono
difatti i vari tours per visitare i vulcani della zona, in
particolare il Bromo ed il Kawah Ijen (si pronuncia Kawà Igen o solo Igen). Ci lasciamo
convincere da uno che ci porta a gratis e senza impegno da una
agenzia, che poi si rivelerà essere la sua, per darci le necessarie
informazioni. Noi abbiamo già deciso di rinunciare al Bromo, perché
già visitato tre anni fa, ma di essere interessati all'Ijen. Mentre
Raquel e Carlos vorrebbero visitarli ambedue. Lunga e complessa
contrattazione per arrivare alla soluzione che loro salgono già
subito stasera per avvicinarsi al Bromo e fare l'ascensione domani
mattina presto, mentre noi passeremo tranquillamente la notte a
Probolinggo e continueremo domani verso mezzogiorno per avvicinarci
all'Ijen assieme a Raquel e Carlos dal loro rientro del Bromo. Il
nostro tour continuerà poi la mattina seguente con l'ascensione al cratere
dell'Ijen e il trasporto al porto per prendere il traghetto per Bali,
il tutto per soli 35 Fr, pernottamento in quota e traghetto incluso.
Gentilmente poi la nostra guida ci porta all'Hotel Ratna dove
passeremo la notte, dopo aver fatto cena con un enorme pesce bollino
(molto raro qui, perché sono abituati a friggere e fare tutto alla
griglia) in un buon ristorante cinese.
martedì 20 novembre 2012
20 novembre, da Borobodur a Solo
Foto seguono
Considerata la
stagione rinunciamo di alzarci alle 4 del mattino per fotografate il Borobodur con l'alzarsi del sole. Siamo anche un po pigri, quindi
optiamo per fare l'abbondante colazione all'albergo, prima di entrare
verso le 7.30 a visitare il tempio. Il tempo è nuvoloso, con
qualche occhiata di sole, ciò che rende interessante cercare gli
angoli giusti per fotografare. Qui si potrebbe fotografare
all'infinito, solo i bassoriglievi con le scene della vita del Budda
sono più di 1'500, distribuiti sui tre piani della grande piramide
del tempio. Quello che qui fa impressione è la dimensione combinata
con la raffinatezza dei bassoriglievi. La parte superiore con lo
stupa principale ed vari “stupini” (piccoli stupa) atttorno, con in sottofondo il
verde della foresta attorno, creano un'ambiente magico. Capiamo come
il Borobodur in passato attraeva molti pellegrini buddisti
dall'intera Asia. Particolre interessante, gli stupa laterali
contengono una statua del Budda, mentre quelli principale più grande
è vuoto, simboleggia lo stato spirituale più alto, irragiungibile,
nmmeno per il Budda! Per chi è interessato alla storia del tempio può
visitare: http://it.wikipedia.org/wiki/Borobudur
All'interno del
tempio si incontrano molti studenti a gruppi che cercano di
ingaggiare i turisti per esercitare le loro conoscenze di inglese.
All'inizio è carino, ma poi anche in considerazione che loro sono in
tanti, i turisti pochi e le domande sempre le stesse, per noi diventa
noioso. Risolviamo il problema dicendo che l'inglese non è la nostra
lingua, se sono interessati possiamo esercitarci in italiano o
tedesco, allora scompaiono e ti lasciano in pace. Dopo un paio di ore
lasciamo ancora incantati (ma ben sudati) questo bel luogo per farci
la doccia, fatto il check-out ci incamminiamo per un paio di km per
prendere un bus per la stazione centrale di Yogya. Da qui prendiamo
il treno per la vicina città di Surakarta, comunemente chiamata
Solo. Sul treno conosciamo Raquel y Carlos una giovane coppia di
spagnoli di Pamplona che hanno anche loro la medesima destinazione. A
Solo arriviamo con quasi un'ora di ritardo sul tragitto di 1,5 ore,
ma era un treno regionale e doveva dare la precedenza a quelli
interregionali!! Appena scesi dal treno andiamo al servizio
informazioni per vedere quando parte il treno di domani per
Probolinggo, la nostra prossima destinazione. Il treno parte alle
8.30, ma sorpresa: non da questa stazione!! Solo ha tre stazioni
ferroviarie, noi siamo scesi in quella di mezzo, ma il nostro treno
di domani parte dalla stazione più a sud (Jebres) e non ci sono
treni fra le due stazioni. Dovremo quindi prendere un taxi, che ci
assicurano ci impiega solo 15 min e costa solo 15'000Rp. Per fortuna
vicino alla stazione che siamo scesi vi sono un paio di Hotel, Visto
che piove scegliamo il più vicino, il
Pose Inn che è nuovo (aperto 5 mesi fa) e ci fanno un prezzo
promozionale interessante. In serata facciamo poi, con Rachel e
Carlos, un lungo giro di ricognizione in città e ceniamo assieme in
un ristorante indonesiano. A parte il Kraton (Palazzo del Sultano),
che vediamo dall'esterno, Solo non presenta particolari attazzioni
turistiche. Nel passato Solo rivaleggiò a lungo con Yogya per la
predominanza culturale ed economica, ma ora è Yogya la capitale
indiscussa della regione centrale di Java.
19 novembre, Yogya > Dieng Plateau > Borobodur
Foto seguono
Dopo l'intensa e
abbondante piovuta notturna ci svegliamo con un bel sole e un bel
cielo azzurro. L'ambiente è proprio invitante per fare la nostra
ultima veramente ottima colazione, al Prambanan. Alle 7.30 puntuale
il nostro autista Juddy ci preleva per l'escursione. Prendiamo tutti
i bagagli dato che al ritorno ci fermeremo a Borobodur per visitare
il famoso tempio buddista. L'abbiamo già visitato tre anni fa ma,
visto che ci passiamo via accanto, siamo tentati di rimanervi una
notte, dare una sbirciata al tempio. Questa scelta ci evita inoltre
di rientrare ancora nel caotico centro di Yogya. Il percorso in auto,
dopo Borobodur, fino a Wonosobo è un ncontinuo sali e scendi nella
foresta tropicale. Sul percorso incrociamo molti camion carichi di
legname e vediamo numerose aziende che lo lavorano. Poi da Wonosobo
si inizi a salire fra piantagioni di ogni tipo di ortaggi, ma in
prevalenza patate. Ogni angolo di terreno è terrazzato e coltivato.
Credo che neanche un metro quadrato è lasciato incolto. Con la
nebbia che sale dal basso lo spettacolo di luci ed ombre, con i
campi coltivati ed i villaggi tutt'attorno, è magnifico, tanto che
continuiamo a chiedere all'autisti di fermarsi per lasciarci scattare
foto. Arrivati sul bordo del cratere, a circa 2100m/slm si apre un
paesaggio leggermente ondulato particolarmente fotogenico, siamo sul
Dien Plateau. In se si tratta di una enorme caldera rimasta
dall'epolsione di un vulcano. Per primo visitiamo i resti di un
tempio indù, insediato dai primi abitanti del Plateau. Ora la
maggioranza è mussulmana, e dappertutto si vedono le Moschee, qui
particolarmente colorate ed appariscenti. Poi andiamo a visitare la
parte più attiva, la zona del cratere da dove fa impressione vedere
un lago di colore grigiastro che bolle allegramente. Il vento poi
gioca con il vapore emesso continuando a cambiare l'aspetto visivo.
Un momento si vede l'acqua bollire, poi sparisce tutto nella nebbia
per poi riapparire subito dopo. Procediamo poi alla visita dei
diversi laghi colorati, uno di un bel verde intenso, l'altro di color
marrone. Magnifica poi la vista dal punto panoramico, peccato che il
tempo sta cambiando ed inizia a piovere. Abbiamo avuto veramente
fortuna, la pioggia inizia a intensificarsi mentre lasciamo il Dieng
Platoau. Arriviamo a Borobodur verso le 16 e i facciamo portare al
Manohara Hotel situato al margine del grande Parco dove si trova
situato il tempio. Come al solito, anche qui è rimasta l'ultima
camera libera, della categoria più cara, ma orami ci siamo abituati a
questo trucco. Valutando bene la bella posizione, il confort ed il
fatto che il prezzo include anche l'entrata al tempio, accettiamo per
una notte di superare il budget quotidiano, e di pagare 725'000Rp (ca
73Fr) per una camera in uno dei bungalow del parco. Intanto sono
passate le 17, l'entrata al tempio è chiusa, ma dall'esterno
possiamo vedere e fotografare il tempio mentre lentamente cala la
notte. Calata la notte, il tempio illuminato con dei potenti fasci di
luce, rende lo spettacolo di luci veramente straordinario. Ceniamo
poi, intrattenuti dalla musica locale e da uno spettacolo di danza
tradizionale, al ristorante dell'albergo.
domenica 18 novembre 2012
16 - 18 novembre, a Yogyakarta
Foto seguono
Passiamo il secondo giorno nella Guesthouse ad organizzare il volo verso il Giappone e regolare le varie pendenze amministrative. Dopo diverse peripezie con le riservazioni online, riesco a trovare un volo estremamente conveniente con Air Asia (un po la EasyJet asiatica) da Dempasar (Bali) a Tokio, con scalo a Kuala Lumpur. Prima provo con un'agenzia online tedesca, ma la transazione non termina correttamente, cosi per non rischiare un “doble booking” , annullo tutto e prenoto con su successo tramite la compagnia stessa. Poi conversiamoo via Skype con la figlia Nadja per vedere come organizzare la visita in Giappone e la continuazionne del viaggio verso la Corea del Sud in traghetto. Fra un tuffo in piscina, uno spuntino al ristorantte passiamo tranquillamente la giornata. La sera ci facciamo portare in Becak fino all'inizio della Via Marliboro, la via dei negozi di artigianato Batik e prodotti locali vari. E' venerdi, giorno festivo qui, per cui la strada è letteralmente invasa dalla gente. Il caos è tale che in alcuni punti ti fermi anche 10 min a lasciar passare la gente. L'atmosfera, con gruppi che suonano qua e la, è molto festoso. Siccome i problemi di “toilette” di Maggie non sembrano terminare e anche il mio stomaco comincia a rumoreggiare passiamo in una Apotek a comperare un rifornimento di pastiglie di carbone. Speriamo che con l'immodio riescono ad aiutarci!
Passiamo il secondo giorno nella Guesthouse ad organizzare il volo verso il Giappone e regolare le varie pendenze amministrative. Dopo diverse peripezie con le riservazioni online, riesco a trovare un volo estremamente conveniente con Air Asia (un po la EasyJet asiatica) da Dempasar (Bali) a Tokio, con scalo a Kuala Lumpur. Prima provo con un'agenzia online tedesca, ma la transazione non termina correttamente, cosi per non rischiare un “doble booking” , annullo tutto e prenoto con su successo tramite la compagnia stessa. Poi conversiamoo via Skype con la figlia Nadja per vedere come organizzare la visita in Giappone e la continuazionne del viaggio verso la Corea del Sud in traghetto. Fra un tuffo in piscina, uno spuntino al ristorantte passiamo tranquillamente la giornata. La sera ci facciamo portare in Becak fino all'inizio della Via Marliboro, la via dei negozi di artigianato Batik e prodotti locali vari. E' venerdi, giorno festivo qui, per cui la strada è letteralmente invasa dalla gente. Il caos è tale che in alcuni punti ti fermi anche 10 min a lasciar passare la gente. L'atmosfera, con gruppi che suonano qua e la, è molto festoso. Siccome i problemi di “toilette” di Maggie non sembrano terminare e anche il mio stomaco comincia a rumoreggiare passiamo in una Apotek a comperare un rifornimento di pastiglie di carbone. Speriamo che con l'immodio riescono ad aiutarci!
Il secondo giorno
è ancora un giorno di relax e alle questioni organizzative e
burocratiche, come la soluzione del problema del collaudo dell'auto.
Vista l'impossibilità di rinviare il collaudo a dopo il nostro
ritorno, chiedo ai nostri ai nostri vicini per ritornare le targhe
all'ufficio circolazione. Per fortuna la posta comincia ad essere
dirottata correttamente alla SwissPostBox. Servizio che dopo un mio
iniziale rodaggio sembra soddisfare. Trovo comodo poter vedere sullo
schermo quanto arriva nella bucalettere, poterlo consultare,
cancellare, rispedire o scaricare a volontà. Intanto le “condizioni
intestinali” di Maggie non migliorano e le mie cominciano a
preoccupare seriamente … finche anch'io devo correre .. correre!
Intanto i nostri menù continuano a diventare sempre più stani,
tanto che i camerieri tra di loro sorridono quando ordiniamo; i menù
sono del tipo: riso bianco e banane, riso bianco e pasta in bianco o
cus cus e patate, sempre accompagnate da Coca Cola, la migliore
bevanda medicinale contro i nostri problemi! Verso le tre e mezza del
pomeriggio, dopo aver fatto un sopralluogo nei vari guesthouse della
zona per rapportare Nello, prendiamo un Becak per recarci al mercato
degli ucceli. Niente di particolare, a parte i concorsi canori con
gli uccellini che inizialmente non riusciamo a capire come
funzionano. Poi ci spiegano che viene valutata la durata o la
tonalità del canto degli ucellini delle varie gabbie appese per il
concorso. Non appena viene tolta la copertura della gabbia gli
ucellini. Per ogni giro di concorso, di tipo diverso si mettona a
cantare allegramente. Sarà anche interessante ma sono pur sempre
uccelli tenuti in cattività! Al mercato vediamo, oltre agli uccelli,
i famosi galli da combattimento, i colombi addestrati, gufi, topi,
conigli, porcellini d'india, cani ecc … non tutti sembrano essere
tenuti convenientemente.
Il terzo giorno a
Yogya lo dedichiamo alla cultura e alle tradizioni locali. Andiamo
difatti a visitare il Kraton, ovvero il palazzo-residenza del
sultano. Si tratta di una vera e propria città recintata all'interno
della città, dove il sultano di Yogja governava la regione. Una
specie di città proibita in miniatura. Sono circa 5'000 gli
impiegati, fra guardie, inservienti, giardinieri che attualmente
lavorano per il sultano. All'interno del Kraton vi sono una serie di
musei sugli oggetti dell'epoca coloniale olandese e molti dipinti e
fotografie della dinastia del sultano. Oggi è domenica e possiamo
assistere alle prestazioni musicali e di danza tradizionale che il
sultano ogni domenica offre ai visitatori. Al rientro dal Kraton
riusciamo ad anticipare di poco l'acquazzone tropicale che per tutta
la serata si abbatterà su Yogya. Pioveva cosi intensamente che non
funzionava più nemmno il WiFi del gesthouse. Ci dicono che entra
acqua nei cavi e l'antenna non funziona più. Devo quindi ripiegare
sul ristorantino al lato del guesthose. All'agenzia viaggi conveniamo
i dettagli per l'uscita di domani al Dieng Plateau, con rientro a
Borobodur. Dopo la solita snervante tratattiva riusciamo a spuntare
il prezzo di 500'000Rp (50Fr) per un'auto privata con autista,
benzina e posteggi inclusi.
venerdì 16 novembre 2012
15 novembre, da Pangandaran a Yogyakarta (Jogja)
Foto seguono
Fatta la solita colazione e poi salutati i nostri compagni di
avventura degli ultimi giorni. Loro ritornano in auto a Malinping,
noi invece partiamo dall'albergo alle 8.45 con un nbus, sul quale ci
accompagnano altri tre giovani spagnoli, fino alla stazione di
Sidareja da dove prenderemo il treno per Yogyakarta. Dappertutto nei
paesi che attraversiamo vediamo gente in festa, si tratta di un
importante festa mussulmana. A causa di questo, Nello per rientrare a
casa dovrà penare fra il traffico per ben 9 ore. All'andata ne
avevamo impiegate sei! Per noi è tutto più veloce e puntuale.
Partiamo in treno da Sidareja puntuali alle 11 e dopo un bel
percorso fra infinite risaie in nostro treno economy arriva puntuale
a Jogja, cosi viene chiamata comunemente Yogyakarta, alle 16. Qui
dopo aver contrattato il trasporto con due becak (le biciclette a tre
ruote con il posto per due passeggeri, che qui sono moltopopolari) ci
facciamo portare per ca. 3 - 4km nella zona di Prawirotaman per
cercare alloggio. I primi cinque che chiediamo sono pieni a causa
della festa mussulmana, ma poiquando cominciavamo a preoccuparci
troviamo il Guesthouse Prambanan che subito ci convince. Negoziato la
riduzione del prezzo per stare tre notti, pagheremo 30 Fr per una
camera bella e spaziosa e con la piscina a pochi metri. Particolare
interessante la colazione è individualizzata e viene portata davanti
alla camere all'orario desiderato, bisogna solo ordinare la sera
prima da un ben fornito elenco di opzioni. Tutto è molto curato e
pulito, sembra proprio di essere in una oasi in una grannde città di
oltre un milione di abitanti. La prima sera la prendiamo comoda
sfruttando la piscina e cercando di organizzarci via Internet, che
qui funziona molto bene, per il proseguio del viaggio. Il nostro
tavolino davanti alla camera diventa un po' il mio ufficio per un
paio di giorni.
12 - 14 novembre, con Nello a Pangandaran al mare
Foto seguono
Subito dopo la
colazione alle 7 ci prepariamo per una partenza in massa verso
Pangandaran. Verranno con noi, oltre a Lilis e Nello, anche il figlio
Aton e sua moglie Wuhlan. Sulla spaziosa Toyota trovano comodamente
posto, oltre ai sei passeggeri anche il nostri bagagli. Il percorso
verso il mare passa da Purwakarta, tocca la periferia di Bandung per
poi arrivare al mare dopo vari sali e scendi fra le montagne , in
gran parte vulcani. A pranzo ci fermiamo in ristorante
situato sopra una vasca di allevamento dei pesci. Mentre mangiamo
veniamo seguiti dai pesci che aspettano che qualcuno gli getti
qualcosa da mangiare, per poi azzuffarsi per arrivare prima. Intorno
possiamo ammirare le etese risaie che coprono oogni metro quadrato di
terreno attorno a noi. Alcuni campi sono già seminati e verdi mentre
altri sono ancora secchi e brulli. Nello ci spiega che è dato dal
fatto che qui il riso si coltiva da 2 atre volte all'anno, cosi i
contadini lo coltivano sclarmente per poterlo vendere a prezzi
migliori. Il viaggio, seppure la strada è in buone condizioni, è
lungo, ma non noioso. Arriviamo verso 17, giusto in tempo per fare il
chek-inn delle camere ed andare al mare a vedere la spiaggia. Siamo
al Puri Indah, un bell'albergo di classe media-alta con le camere
attorno ad una bella piscina che ci accoglie subito per il primo
bagno. Per la camera Nello, grazie al fatto che poi vorrebbe passare
qui con i partecipanti del treckin riesce a spuntare unn prezzo di
quasi la meta di quello regolare. Intanto grazie all'accesso internet
riesco a capire il problema con i Bancomat, il mio conto era andato
sotto zero! Ricaricato il conto e subito riesco a prelevare 2 milioni
di Rupie. Sembrano molte, ma corrispondono a 200 Fr.
A cena Nello ci
porta al mercato del pesce, dove in un ristorantepossiamo scegliere
noi il pesce, i gamberoni e i calamari e farli cucinare a nostra
sceltta. Veramente ottimi, in grande quantità ed a prezzi irrisori;
per sei persone, con la birra che qui è relativamente cara,
paghiamoo nenche 30 Fr. Da noi bsognerebbe aggiungere uno zero!
Terminiamo poi la serata all'albergo discutendo, fra una Bintag e l'altra, sul programma di domsani e del
Tracking che Nello sta organizzando per l'anno prossimo.
Secondo
giorno: con Nello e Maggie partiamo per fare una escursinoe attorno
alla penisola davanti a Pandangaran. Gli altri rimangono a Pandargan
per non perdere la nascita di una nipotina di Lilis che dovrebbe
avvenire proprio oggi. Noi partiamo a piedi con la guida Iwan per la
visita del forte giapponese costruito durante la seconda guerra
mondiale per difendere la baia. Attraversato il bosco con una
moltitudine di scimmiette (macachi) che vorrebbero ricevere del
cibo. Poi attraversiamo una bella grotta sul mare, dove vediamo molti
pipistrelli ed un gruppo di istrici che vivono nella grotta.
All'uscita della grotta ci attende poi un'imbarcazione che in 45 min
ci porterà a fare il giro della penisola. Il paesaggio è
inantevole, da una parte le capanne su palafitte per la pesca.
Dall'altra la scogliera coperta con una vegetazione tropicale.
Allinizio il mare sembra calmo ma poi le onde aumentano e la barca
sembra fare le montagne russe fra le onde. A tratti il mare è
coperto da una cremosa sciuma gialla, sembra vaniglia, ma la
spiegazione migliorre e che si tratta dell'inquinamento portato in
mare dai fiumi dalle prime pioggie stagionali. Completato il giro
arriviamo in una bella spiaggia bianca, dove faremo il bagno fra le
scimmiette ed i turisti locali. Dopo il ritorno all'albergo
termineremo la serata con una visita al ticinese Jonni, e la cena
assieme in un ristorante cinese. Intato Maggie sta lottando da vari
giorni contro la diarrea e deve così accontentarsi del menù a base
di riso e banane.
Il
terzo giorno partiamo di buon mattino per visitare la costa verso il
nord. Dopo aver percorso la strada costiera raggiungiamo il primo
paese dove visitiamo lo “scoglio del pescecane” con un bel parco in
vicinanza del mare. Poco più avanti visitiamo un ben tenuto centro
per la cura delle tartarughe di mare. Procedendo verso il “green
river” su una strada sconnessa, Nello dirà che è in questo stato perche no avranno pagato le imposte! In un paesino di pescatori più a nord ci
fermiamo per visitare una bella spiaggia usata dai surfisti
principianti per fare le prime esperienze, e per pranzare in un
ristorantino vicino al mare
Tentiamo
poi di visitare il Green Canyon, ma vi era un gruppo 7 bus con
studenti di Jakarta prima di noi, il tempo di attesa di due ore ci fa
desistere nell'impresa. Rinunciamo per tornare all'albergo e
prepararci per la serata e per preparae la partenza di domani. Per il
congedo da Nello e famiglia ci concediamo una cena di mare al
medesimo posto della prima sera a Pangandaran.
10 – 12 novembre, da Nello e Lilis a Malinping
Foto seguono
La scusa per
venire qui a trovare Nello è di aiutarlo a verificare il tracking
che sta organizzando per l'anno prossimo fra maggio e ottobre. Per
questo che oggi e nei prossimi giorni con lui li passeremo seguendo
il programma dei primo 4 giorni di questo interessante tracking
indonesiano fra l'isola di Java, Bali e Lombok. Chi dovesse essere
interessato al programma ed alle varie date proposte può farlo
chiedendoglielo per mail all'indirizzo nello.dellambrogio@gmail.com.
Il primo giorno
“chez Nello” lo passiamo con un programma dedicato agli effetti
geologici di questa regione: prima la visita dell'ancora attivo
vucano Tangkuban Parahu e poi dei bagni termali “Alam Belerang”
di Ciater. Quindi dopo la colazione mezza continentale – mezza
indonesiana partiamo in auto con il fido autista Nur per raggiungere
il parco nazionale dove si trova il nostro vulcano del nome quasi
inpronunciabile. L viaggio di avvicinamento dura un paio di ore con
una magnifica parte finale con l'attraversamento di molto fotogeniche
risaie e piantagioni di tè. Con l'auto si sale praticamente fino
all'altezza del bordo del cratere (ca 2'100m), dal quale si può
oltre che sentirne l'odore solfureo vedere uscire vapore a soffi
discontinui di quello che è l'attuale uscita del vulcano nel fondo
del cratere. Il cratere contiene molto poca acqua dato che la
stagione delle pioggie non è ancora praticamente incominciata. Con
un “ranger” del parco facciamo una breve escursione sul bordo del
cratere. Il vulcano sotto i nostri piedi, malgardo abbia ora attività
ridotta, è ritenuto un vulcano potenzialmente pericoloso. L'ultima
sua eruzione data del 1983, ma gli esperti lo tengono sotto controllo
perche potrebbe svegliarsi da un momento all'altro.
Per info vedi:
http://en.wikipedia.org/wiki/Tangkuban_Perahu
o http://www.volcanolive.com/tangkuban.html
Scendiamo
poi dal vulcano per andare a fare il bagno nelle piscine riscaldate
proprio dalle sorgenti termali della stessa montagna nel paese di
Ciater. Oltre ai bagni il luogo, sembra gestito ora da cinesi, è una
vera e propria Disneyland acquatica per grandi e piccoli. L'intera
vallata è riservata alle più diparate attivita e sembra che durante
i weekend è affollata da gente della cicina Bandung, ma anche da
Giacarta. Per fortuna le piscine termali sono tenute un po` in
disparte per cui del trambusto tutt'attorno non ce ne accorgiamo
neanche. Una prima vasca la temperatuta è di “accoglienti” 38 –
39 gradi, la seconda ne ha solo 2 in più, ma sembra quasi di cuocere
a fuoco lento. Si sera di non fare la fine della rana bollita! Nello
ne approfitta poi per fare un bel massaggio totale; dopo 45 min. di
“spremute e torchiature” e sembrava avesse fatto una maratona!
Dopo la visita alla parte più diversiva del parco rientriamo a
Malinping per una cena a base di ottimo pesce preparato con perizia
da Lilis. Con Nello il tema delle discussioni del dopo cena non
poteva essere altro che i preparativi del tracking dell'anno
prossimo. Tra le varie storie e avventure che poi Nello ci racconta,
vi è quella del suo mal-affare con il caffe. Con una persona del
posto aveva iniziato un'attività di compera e vendita di caffe
indonesiano. Dopo averne acquistato una prima partita (circa 500Kg)
l'affare si è sgonfiato con la sparizione del compagno d'affari,
finora introvabile. Nello si trova ora con un locale pieno di caffe
da vendere, ma sembra che qui a nessuno interessa perche gli
indonesiani preferiscono il caffe con lo zucchero già integrato
nella bustina. Se a qualcuno interessano 500Kg di buon caffe “Tipo
Arabica” di produzione indonesiana è invitato a rivolgersi a
Nello, nello.dell'ambrogio@gmail.com.
Il
secondo gorno passiamo visitando un lago artificiale con impianto
idroelettrico, la cui costruzione è stata iniziato dai russi,
all'epoca di Sukarno, e poi terminata da francoitaliani, nell'epoca
sucessiva. Il lago è molto ampio e svolge ora varie funzioni, quali
quella di riserva d'acqua per le risaie, per gli allevamenti di
pesci, per lo svago e per ultimo per la produzione di energia.
Diffatti vedendo la poca acqua che entrava nella condotta per la
centrale, non credo che la turbina sotto potesse girare! Terminata
la “visita tecnica” sotto un bel sole cocente ci spostiamo in
riva al lago per farci servire in un bel ristorante tradizionale
indonesiano una ottima grigliata di pesci. E' domenica e la zona è
affollata di gente che si diverte,fa pick-nick in riva al lago, ma
poi mentre mangiamo il cielo diventa nero, si sente un tuono e poi
arriva un'acquazzone tropicale con acqua a secchi. Si vede solo un
brulichio di gente da tutte le parti, ed in un attimo la spiaggia è
vuota. Incredibile con quale velocità la gente può sparire! Il
temporale dura poco, durante il ritorno a Malinping ritorna il sole.
Passando per Purwakarta cerco inutilmente di prelevare soldi da vari
ATM (Bancomat), non riesco a capire perche si rifiutano tutti di
sputare soldi .. il messaggio “ temporary unable to process your
request” non è che mi aiuta a capire dove sta il problema.
Speriamo che sia solo un problema locale! Per cena stasesa Lilis ci
ha preparato un buon Gado-Gado, piatto vegetariano con crema di
arachidi .. molto buono!. Peccato per Maggie che, causa i primi
sintomi di diarrea, è costretta ad accontentarsi di riso e banane.
Segue poi il briefing con Nello per la trasferta al mare di domani.
siccome noi poi continueremo per Yogyakarta in treno dobbiamo
prendere con noi tutti i bagagli.
9 novembre, da Bogor con Nello fino a Malinping
Stamattina ci
rechiamo di buon orario fare colazione al nostro accogliente wisma.
Fa già abbastanza caldo e mentre sto facendo colazione con un toast,
una fetta di formaggio Kraft ed un uovo sodo, tutto d'un tratto mi
viene la nausea, sento freddo mentre sudo, mi viene una grande
debolezza e lo stomaco si blocca. Capisco di sentirmi male, per cui
cerco di andare in camera per sdraiarmi sul letto. Faccio le scale
lentamente e appena entrato la porta della nostra camere mi trovo in
orizzontale sul letto. Poi adagio adagio, anche grazie alle cure
preoccupate di Maggie avevo picchiato la testa al muro, riesco a
riprendermi. E dopo una lunga doccia, come per incanto mi passa
tutto. Strano perché è la prima volta che mi capita una cosa del
genere. Passata la crisi ci avviamo a piedi per andare a visitare il
famoso parco botanico di Bogor. Si tratta di uno dei Parchi di questo
genere più grandi e con più specie dell'intera Asia. Lo scopo del
parco voluto da Sir Raffles, a quei tempi governatore di Java e
fondatore di Singapore è stato insediato qui per raccogliere le
varie specie di piante tropicali di tutto il mondo. Qui siamo a circa
800m di altitudine per cui il clima è adatto per sfuggire al calore
insopportabile della capitale Giacarta. Il luogo fu scelto degli
olandesi, che la chiamarono Buitezorg, come rifugio per gli
amministratori della colonia che abitavano a Batavia, l'attuale
Giacarta. Oggi, essendo Bogor a soli 80Km dalla capitale sono in
molti a pendolare fra i due centri, con conseguenze catastrofiche sia
sul traffico stradale sia su quello ferroviario. Nelle ore di punta,
dalle 7 del mattino alle 19 l'autostrada a quattro corsie è una
unica colonna.
Trovato
l'ingresso del parco ci faremo una camminata di 2 ore per visitare le
varie parti che ci interessano, le orchidee, gli enormi alberi
tropicali, le palme e le piante acquatiche. Il parco è talmente
enorme che per uscire dobbiamo affrettarci per non arrivare tardi
all'appuntamento con Nello.
Difatti appena
rientrati nella nostra pensione, ecco bussare alla nostra camera, è
Nello Dell'ambrogio che con il suo autista Nur che ci preleva per
portarci e ospitarci a casa sua a Malinping. Dopo un veloce pranzo al
ristorante cinese consigliatoci dal gestore della pensione partiamo
con l'auto per l'autostrada percorsa ieri con il bus in direzione di
Giacarta. Mentre percorriamo la tangenzaile di Giacarta ecco un bel
lavaggio con un temporale tropicale. Continuiamo poi verso
Purwacarta, per poi terminare nel paesino di Malinping. Arriviamo
verso le 17, qui salutiamo la moglie Lilis, dopo di che Nello ci
fa conoscere tutti i segreti del suo territorio e della casa da lui
stesso edificata pochi anni fa. Terminiamo la serata con una ottima
cena preparata da Lilis seguita dalle spiegazioni di Nello sul programma dei
prossimi giorni e varie rinfrescanti birre Bintang.
8 novembre, salamat jalan Sumatera, da Bukahueni a Bogor (Java)
Fatta la
colazione ed impacchettato tutto ci mettiamo sulla strada in
direzione Bukauheni per prendere un minibus verso il poro dei
traghetti. Il primo che si ferma ci vuole quasi spingere a salire, ma
quando gli dico di scrivermi il prezzo, scrive 350'000Rp, gli chiedo
se è pazzo, mentre vedo la signora della ricezione a farmi grandi
segni e a venire in nostro soccorso. Lei ci fa attendere un'altro il
quale ci chiede 35'000, seppure sono tanti vedendo cosa pagheranno
gli altri, accettiamo nostro malgrado con l'OK della signora soccorritrice Sul minibus siamo schiacciati come sardine, in undici
quando i posti sarebbero otto. La guida è oltremodo sportiva, finché sale vicino a me un passeggero con un vistoso stemma ufficiale al
petto. Dopo un paio di manovre azzardato il mio vicino, che mi
conferma di essere un poliziotto gli dice qualcosa con un tono
ufficiale e da li via l'autista Schumacher si calma e guiderà
normalmente. Alle 9.30 arriviamo al porto dei traghetti di Bukahueni,
dove senza grandi formalità comperiamo i biglietti e saliamo sul
traghetto. La traversata è confortevole e ci permette di muoverci
su tutta la nave e fare foto da ogni angolo. Il tempo è bello e la
temperatura, con il vento dal mare, abbastanza gradevole. Come dappertutto a Sumatra anche qui ognuno fa la gara a fotografarci e
farsi riprendere. Chiedo se da dove siamo si può vedere il Vulcano
Krakatoa ben famoso per la sua eruzione esplosiva si ca. 120 anni fa,
ma mi viene risposto di no, dista ben 30 – 40Km e sarebbe nascosto
da altre isole. La navigazione, attraverso l stretto dell Sonda, dura
ca. due ore, ma poi ci fermiamo per mezz'ora per entrare nel porto. I
traghetti partono ogni 30 minuti e creano una fila di 3 -4
imbarcazioni per ogni direzione. Sulla guida leggo che si vorrebbe
costruire un ponte per collegare Sumatra Java, un po come il ponte
sullo stretto di Messina, anche qui la zona è vulcanica e non
mancano i pericoli sismici. I lavori avrebbero dovuto essere iniziati
quest'anno, ma non si vede ancora nessun segno. Chiedo ad un marinaio
del traghetto che parla un poco l'inglese, il quale mi fa capire di
non saperne niente. Appena sbarcati sull'isola di Java ci cerchiamo
un ristorantino per pranzare con un paio di piatti di cucina Padang.
Sono ca le due quando partiamo con quello che dovrebbe essere il bus
diretto a Bogor, dove ci simo dati appuntamento per domani con Nello
Dell'Ambrogio. Il bus però, contrariamente alle nostre aspettative
prende l'autostrada per Jakarta, e di li a poco eccoci incasinati nel
traffico serale della circonvallazione di Jakarta. I vogliono un paio
di ore a 20 – 30 all'ora per arrivare all'uscita verso Bogor. Cosi
il viaggio che doveva durare 2 – 3 ore ne richiderà ben 6, per
fortuna il bus era confortevole e poco affollato. Arrivati alla
stazione dei bus di Bogor troviamo subito un alloggio che rispecchia
le nostre esigenze, il Wisma Pakuan. Appena preso possesso
dell'alloggio invio un SMS a Nello per informarlo dove venire a
prelevarci domani a mezzogiorno. E' tardi, ma facciamo poi in tempo
ad andare a cenare nell'elegante ristorante a fianco della nostra
pensione. Dopo aver pagato, non siamo nemmeno usciti che si spengono
tutte le luci ed il personale rimasto sale in motorino per tornare a
casa. In generale in Indonesia si cena appena diventa notte (18 –
19) e poi appena tutti hanno terminato chiudono bottega!
martedì 6 novembre 2012
6 - 7 novembre a Bandar Lampung
Foto seguono
Per riprenderci un po dagli “strapazzi ferroviari” sumatresi ci
fermeremo un paio di giorni qui all'estremo sud di Sumatra prima di
continuare con il traghetto per Java. Il primo giorno lo passiamo in
città cercando di avere informazioni su dove trovare una bella
spiaggia per passare l'ultimo giorno al mare. Internet non ci aiuta
molto essendo la maggior parte delle info vecchie o in lingua
indonesiana. Le foto ci attraggono, specialmente quelle di Pantai
pasir putih, letteralmente Spiaggia di sabbia bianca, ma non
riusciamo a capire se in vicinanza vi sono delle possibilità di
alloggio. Chiediamo all'albergo e in una specie di agenzia turistica,
ma anche qui nessuno ci dice con sicurezza se o no. Decidiamo
quindi di partire la mattina presto, andare sul posto a verificare, se
non troveremo alloggio continueremo per il terminal dei traghetti. Il
resto della giornata la passiamo gironzolando per la città. Ne
approfittiamo per pranzare in un supermercato gustandoci dei bei
succhi di avocado , di sirsak e di guava. Ottimi e rinfrescati.
Facciamo poi la spesa per fare una cena in albergo a base di frutta,
papaja, mango e dragon fruit. A parte nei succhi è praticamente
impossibile farci servire la loro frutta esotica nei ristoranti,
dobbiamo quindi comprarcela noi e farci lo spuntino in camera. Bandar
Lanpung ha un traffico caotico ed perennemente intasata dai puzzolenti
motorini, bus e camion per cui cerchiamo di ridurre al minimo il tempo
che siamo vicino alle strade trafficate.
Il secondo giorno ci alziamo presto, facciamo la spartana colazione
dell'hotel con il supplemento dei resti della nostra frutta, per poi
andare alla stazione di partenza per il minibus che ci porta alla
spiaggia bianca. Per motivare il prezzo di 35'000Rp ci dicono che il
viaggio dura una ora, ma dopo mezzora ci scaricano davanti ad un
posto con delle enormi statue minacciose, sembra l'entrata di un
quartiere militare ma è l'entrata della spiaggia con la sabbia
bianca. Qui vi è solo la spiaggia con entrata a pagamento, ma nessun
albergo! Ci dicono che l'albergo è a circa un Km, Ne troviamo un
paio, ma senza doccia; poi arriva l'hotel Arianda. Dal di fuori sembra
eccellente e poi si trova verso il mare. Ci sogniamo già la bella
spiaggia bianca davanti all'albergo, anche guardandoci in giro si
vedono varie industrie con dei camini non proprio molto accoglienti.
L'Arianda dall'interno mostra subito i suoi limiti, le camere sono
vecchiotte e necessiterebbero un buona manutenzione. Per di più
capiamo subito che vogliono sfruttare l'occasione per rifilare ai
turisti le camere più care (Superior exlusiv super mega ultra!)
dicendoci, e non è la prima volta, che è l'ultima rimasta. Vedendo
i limiti dell'offerta ed il prezzo di 300'000Rp stiamo quasi per
abbandonare l'idea di rimanerci, ma poi pensando che l'unica
alternativa sarebbe stata di continuare il viaggio senza sapere fino
dove, decidiamo di rimanere. Le altre caratteristiche dell'hotel sono:
la piscina maledettamente vuota, la spiaggia di sassi, ma
fortunatamente l'acqua è pulita e le onde non troppo forti. Ne
approfitto subito per fare una nuotata in queste calde acque
dell'oceano indiano, non siamo a Bali ma ci accontentiamo! Poi
facciamo un bel giro di ricognizione nel paesino di pescatori dove
siamo capitati. In una baita vicino al porto ci facciamo servire due
noci di cocco. Kelapa in lingua locale. Dopo aver bevuto il liquido
lo rompo e mi metto con il coltellino a togliere la polpa per
mangiarla, ma osservando gli sguardi dei nostri ospitanti capisco che
sto facendo qualcosa di strano. Cerco di offrirgliene un pezzo e loro
mi fanno capire a segni che loro la polpa la buttano via. Siamo
osservati e trattati come dei marziani tutti vogliono farsi
fotografare e raccontarci qualcosa, ma la barriera linguistica è
troppo alta malgraado cerchiamo di aiutarci con il nostro
dizionarietto. Sul ritorno, in un chiosco, proprio vicino alla
moschea, chiedo per scherzo se hanno la birra Bintang, ed ecco la
sorpresa: la Bintang no, ma la Anker si. E' calda, ma poi mi ricordo
che la nostra camera super exlusiv, oltre alla TV, ha anche un
frigorifero. Allieteremo cosi la cena con un fresca birra Anker prima
di fare i compiti per il Blog ed andare a dormire, per alzarci presto
e partire di buon mattino per Java. Al ritorno dal giro fotografico
serale incontro due turisti,ci salutiamo in inglese ma poi scopriamo
di parlare la stessa lingua. Sono due italiani dall'Emilia (Mirco e
??) che sono arrivati oggi da Java e sono intenzionati ad andate
fino al nord di Sumatra. Avremmo voluto continuare la mattina a
colazione, ma non riusciremo nell'intento, visto che la colazione ci
verrà servita in camera e noi partiremo presto!
5 novembre, da Palenbang a Bandar Lampung
Foto seguono
Abbondante e
variata oggi la colazione (la migliore finora Sumatra) all'hotel
Saijaja proprio quello che ci vuole per una giornata come quella in
previsione oggi. Viaggiando con il taxi fino alla stazione
ferroviaria vediamo il vero volto di questa città sorta nella Jungla
sumatrese grazie alla presenza di enormi giacimenti petroliferi. Di
giorno vediamo da lontano nella zona sud della città i fumi e lo
smog di un'enorme centro petrolifero. Anche l'aria in certi punti
puzza per la presenza di una fabbrica di fertilizzanti. Alla stazione
è tutto più tranquillo che ieri sera all'arrivo, Attesa minima e
ordinata allo sportello per prendere i biglietti. Poi facciamo le
ultime provviste per il lungo viaggio prima di salire in carrozza. A
differenza di quello di ieri i sedili sono disposti a file laterali di
due posti e sono numerati, loro però ci stanno in tre o più ancora.
Inizialmente ci sistemiamo agiatamente, ma poi continua a salire gente
e lo spazio si riduce vistosamente, alla fine sarà pieno totalmente.
domenica 4 novembre 2012
4 novembre da Lubuk Linggau a Palembang
Foto seguono
In albergo,
ancora prima di colazione, cerco tramite internet di capire quando
partono i treni per andare verso sud. Siccome i treni sumatresi non
sono i più utilizzati dai turisti è difficile trovare informazioni
sicure e recenti sui servizi offerti e sugli orari. Dalle ricerche
risulta che vi è una unica partenza giornaliera alle 21 della notte,
quindi optiamo per prendere tutto con calma, quindi colazione
tranquilla ed abbondante, per poi uscire a prendere un minibus per la
stazione dei treni (qui chiamati kereta api, letteralmente macchina
di fuoco). Qui ecco la sorpresa, chiedo al capostazione, pare l'unica
persona in grado di capire l'inglese, vi è anche un treno che parte
alle 9.30. Quindi visto che sono le 8.15, potremmo ritornare
all'hotel a prendere i bagagli e fare in tempo a partire ancora
stamattina.
venerdì 2 novembre 2012
3 novembre, da Padang a Lubuk Linggau
Dopo la copiosa e
variata colazione a Sriwijaya attendiamo il bus che dovrebbe
portarci a Bengkulu, sulla costa dell'oceano a ca. 500Km da Padang.
Secondo le informazioni di Armando e dell'addetto alla ricezione
dell'hotel che ci ha fatto la prenotazione, il viaggio dovrebbe
seguire la costa e durare 10 -12 ore. Partiamo regolarmente dall'hotel alle 10. La prima sorpresa è che invece di
un bus arriva un minibus, beh pensiamo sia solo per arrivare alla
stazione dei bus.A sinistra la foto di un "trasporto speciale" a Padang!
2 novembre, da Manijao a Padang
1. novembre, da Bukittinggi al lago Manijau

Stamattina siamo riusciti ad organizzare un mango per completare la colazione all'Hotrel, ma purtroppo ne dobbiamo scartare la metà perché un piccolo bruco animaletto è riuscito ad anticiparci. Poi checkcout all'Hotel e via con Armando e mister One per il tour senza ritorno fino al lago Manijau dove Armado ci ha organizzato il pernottamento in un Cottage vicino al lago. Il tour di oggi ci porta prima ad un Canyon a sud di Bukuttinggi, dove Armando ci fa camminare per una mezz'ora mostrandoci le piante da frutta e gli allevamenti di pesci.
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