
giovedì 31 gennaio 2013
30 - 31 gennaio 2013, fra le risaie terrazzate di Banaue

martedì 29 gennaio 2013
29 gennaio 2013, da Tamok a Banaue

domenica 27 gennaio 2013
27 - 28 gennaio 2013, da Tuguegarao a Tamok
Ci svegliamo con i primi rumori del traffico che passa sotto la
nostra finestra, per poi farci servire la colazione americana con
french toast. Prima di partire facciamo un tentativo di visitare il
centro, ma già dopo pochi passi, la puzza dell'inquinamento dei
motorini è impossibile.Noi riusciamo a fare una visita cattedrale,
non molto lontana dal nostro hotel. Mentre passiamo davanti l'entrata
vediamo la numerosa folla di fedeli e sentiamo il prete a fare la
predica in inglese.Le sue parole, per mia sorpresa .. ma non poi
cosi tanto, sono un'inno agli americani e alla glorificazione del
loro successo. Mancavano solo degli spot pubblicitari per la CocaCola, McDonald o Monsanto per completare la propaganda pro USA!
26 gennaio 2013, da Pagudpud a Tuguegarao
Già durante la
notte ne avevamo sentiti i segnali, appena svegli ecco la conferma:
piove!. Non molto, ma il paesaggio colorato con il mare ed il cielo
blu è tutto grigio, mentre la temperatura è scesa di qualche grado.
Oggi per colazione riceviamo degli ottimi panckake, che ieri per
nostra delusione, non avevano. La cucina qui al nostro resort è
veramente eccellente ed anche il personale è molto gentile e
disponibile. Poi, mentre la pioggia sembra dare una breve tregua,
appena fatto il check-out ci facciamo organizzare un tricycle per
portarci con tutti i bagagli fino alla fermata dei bus sulla
Highways della costa.
venerdì 25 gennaio 2013
24 – 25 gennaio a Pagudpud/Blue Lagoon

martedì 22 gennaio 2013
22 – 23 gennaio 2013, da Laoag a Pagudpud/Saud Beach
Anche stamattina
non avendo optato per la colazione filippina, che prevede normalmente
salsicce, pancetta o pollo, riceviamo solo un caffè solubile, un
paio di toast e una tazza di riso bianco. Ci rifaremo all'arrivo a Saud Beach con la papja e mangostani comperatiierii. Da Laoag partiamo però presto con
un bus dalla fermata a pochi passi dall'hotel, per procedere verso
Pagudpug al limite nord-ovest dell'isola di Luzon. Abbiamo preso un bus
regionale, un po datato, quindi senza aria condizionata, che per me è
meglio visto che mi devo curare il raffreddore e l'occhio che
continua a lacrimare. Il bus continua a fermarsi fra i paesi che
attraversiamo, continua asalire gente, e dopo alcune fermate è
pieno, sia di passeggeri, sia di merci le quali
21 gennaio 2013, da Vigan a Laoag
La colazione al
cordillera-Inn e un po' modesta, niente in confronto a quella di ieri al Vigan Plaza,
ma anche il prezzo del pernottamento è la meta .. per cui non si può avere tutto!. Comunque la camera è
bella, spaziosa e pulita; per il prezzo di neanche 30Fr, non possiamo
dire niente. Mentre usciamo dall'hotel dopo il check-in sentiamo il
suono di un banda e vediamo passare via davanti a noi un funerale,
con una bara bianca caricata sopra un calesse.
domenica 20 gennaio 2013
20 gennaio 2013, a Vigan
Foto seguono
Stamattina,
grazie anche alla tranquillità della camera, dormiamo più a lungo
del soliti, tanto che rischiamo di perdere l'orario di colazione.
Mentre scendiamo nel bel ristorante del piano di sotto per la
colazione notiamo che nell'hotel girano vari fotografi e una serie di
persone vestite in modo equivocante. Pensiamo che sarà la solita
fotoshooting per qualche casa di moda. Scopriremo però solo a sera
tarda chi erano.
19 gennaio 2013, da San Juan a Vigan
Foto seguono
Dopo la buona
colazione al nostro resort arriva il momento di lasciare questo bel
posto, lo, facciamo con una trasferta in uno dei posti
turistico-storico più conosciuti delle Filippine: la città di
Vigan patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
venerdì 18 gennaio 2013
17 – 18 gennaio 2013, a San Juan
Foto seguono
Qui sulla nella
bella baia di Urbitzondo, presso San Juan abbiamo vissuto per due
giorni il rilassante ambiente dei surfisti, che con le loro acrobazie
con le tavole ci riescono sempre a meravigliare. Subito dopo la
colazione ci spostiamo con i nostri bagagli all'adiavente San Juan
Surf Resort dove ci accoglie un'ambiente più pulito e cordiale del
Seaboy,
giovedì 17 gennaio 2013
16 gennaio 2013, da Angeles a San Juan de la Union
Foto seguono
Sveglia alle 7.30 per fare colazione a base di ottimi pankackes e
frutta per poi partire in tricycle verso la stazione dei bus di
Dao/Mabalacat un paio di km fuori dal centro. Il trasporto dei nostri
ingombranti bagagli che inizialmente ci sembra un problema viene
elegantemente risolto infilando nel carettino laterale tutto quanto
possibile, in modo però di lasciare un posto asedere per Maggie,
mentre i mi siedo sul sedile dietro il pilota.
15 gennaio 2013, a Clark – Angeles City
Foto seguono
Stamattina ci
svegliamo tardi e facciamo tranquillamente colazione al lato della
piscina dell'hotel con una serie di tre ottimi pankake a testa ed una
porzione jumbo di frutta esotica. Peccato che il caffè non è altro
che nescafè solubile con una bustina di creamer …
14 gennaio 2013, da Taipei a Clark/ Filippine
Foto seguono
Fatta la
colazione in camera, poi preparati i bagagli e fatto il check-out
all'hotel siamo partiti per la laboriosa ricerca della stazione dei
bus in partenza per l'aeroporto. Malgrado entriamo ed usciamo dalla
Stazione da quando siamo qui non siamo ancora riusciti a trovare
l'orientamento nei meandri e cunicoli sotto la stazione centrale di
Taipei.
11 – 13 gennaio 2013, a Taipei
Foto seguono
11 gennaio: Ci
alziamo con i primi rumori della strada e vediamo che il cielo è
sereno mentre già stanno arrivando i primi raggi di sole. Per
colazione ci accontentiamo dei resti portati dal Giappone
accompagnati da un instant-coffi made in Japan. Apprezziamo la
comodità di avere un bollitore ed un refrigerante in camera! Poi
usciamo a fare il primo giro di ricognizione attorno alla stazione
centrale per poi andare a pranzo al Palais e Chine con Bob
(l'americano conosciuto a Okinawa),
10 gennaio 2013, da Tokyo a Taipei (Taiwan)
Foto seguono
Oggi partiamo
presto da Tokyo-Ueno per una lunga tratta di trasferimento dal Paese
del Sol Levante fino a Taiwan. Fatta un velocissima colazione in
camera partiamo già alle 7.00 verso la stazione di Ueno per prendere la
Subway
9 gennaio 2013, a Tokyo e saluto a Nadja
Foto seguono
Facciamo
colazione in camera con i resti rimasti da Okinawa prima di partire
con la Subway per la stazione di Takadanobaba, dove abbiamo
l'appuntamento con Nadja, che stamattina dice di essersi svegliata
con un forte mal di schiena e di non aver potuto andare a scuola.
Dopo averla calorosamente salutata e preso assieme un caffè andiamo
con lei a visitare la zona di Shibuya per vedere la città dal 45simo
piano dall'osservatorio del palazzo municipale. Proprio da quel
palazzo che non abbiamo potuto salire la prima volta a causa del
terremoto. Purtroppo è un po nuvoloso e non si riesce a vedere il
monte Fushi, ma la vista sui grattacieli circostanti è grandiosa.
Facciamo poi un pranzo veloce per andare assieme a visitare il parco
di Yoyogi dove vediamo il con il notevole tempio shintoista di Meiji
Jingu ed assistiamo alle preghiere cerimonie davanti al tempio.
Facciamo poi un bel giro del parco sotto gli ultimi raggi di sole per
poi recarci al centro nevralgico di Shibuya, dove Nadya ci dice che a
quest'ora si può assistere al maggior assembramento di gente di
tutta Tokyo, e viste le proporzioni forse del mondo intero. Dall'alto
del punto di vista sopra lo Starbucks possiamo vedere e fotografare
la gente quando attraversa l'incrocio in un intreccio indescrivibile
di percorsi, infatti quando il semaforo diventa verde per i pedoni
tutto l'incrocio è a loro disposizione e le auto sono tutte ferme
per diversi minuti. Ci divertiamo a fotografare anche se le
condizioni di luce, dopo il tramonto, non sono tanto favorevoli. Poi
non ci resta che trovare nei paraggi un buon ristorante Sushi per
l'untima cena a Tokyo con Nadja. Troviamo un piccolo ma accogliente
ristorante Sushi vicino al centro di Shinjuku. Preso poi la subway
fino a Gotanda dove salutiamo Nadja per poi rientrare al nostro
hotel MyStay di Ueno per l'ultima notte a Tokyo.
mercoledì 9 gennaio 2013
8 gennaio 2013 da Okinawa a Tokyo
Foto seguono
Colazione in
stile western al ristorante giapponese dell'hotel, poi dopo il
check-out ci avviamo a piedi verso la fermata del Monorail per
l'aeroporto. Qui vicino ai pilastri della linea del monorail rivediamo
la vecchia signora con i folti capelli grigi che rovista nei rifiuti
prevalentemente di plastica. L'abbiamo già vista da diversi giorni,
non riusciamo a credere che possa vivere con questo freddo proprio
sotto il ponte in una città del Giappone di oggi. Mentre passiamo
vediamo un passante che le porta una scatola con del cibo vediamo lei
a fare un profondo inchino di saluto. Noi prendiamo il monorail per
arrivare in ca. mezz'ora all'aeroporto dove passiamo il pomeriggio a
girare per l'aeroporto, aggiornare il blog e comperare i dolci
okinawesi per Nadja. Anche il check-in si svolge senza problemi, ma
al controllo dei bagagli a mano Maggie deve lasciare sul posto il suo
bel mini-coltellino svizzero dimenticato di travasarlo nel bagaglio.
Quando partiamo con il volo JetStar GK138, alle 18.45 è già notte e
fuori piovviggina. Il volo con l'Airbus 320 è tranquillo e arriviamo
a Tokyo-Marita alle 21'00 in leggero anticipo. Poi riusciamo a
prendere quasi al volo il treno espresso Narita Sky-Access per la
stazione di Ueno dove abbiamo prenotato l'hotel. Non ci accorgiamo
che si tratta di un treno con supplemento e così quando passa il
controllore ci becchiamo da pagare un supplemento pari al costo del
biglietto normale. Facendo i calcoli ci accorgiamo che per il treno
Exppress veniamo a pagare quasi quanto ci è costato il volo Low-cost
da Okinawa a Tokyo. A Ueno, appena usciti dalla stazione, mentre
camminiamo due gentlemenn giapponesi “carichi” di di sakè (il
vino di riso giapponese) si propongono per aiutarci a trovare
l'hotel. Uno di loro prende in mano il carrello di Maggie, non tanto
per aiutarla ma più per tenersi lui in equilibrio. Malignamente gli
chiedo se stanno tornando dal lavoro, e loro diplomaticamente
sorridendo mi dicono di si .. è stata lunga la giornata!! La figlia
Nadja, il giorno dopo ci dirà che qui a Ueno è tipico dopo un certo
orario la sera vedere rincasare i manager locali, con una alta
gradazione alcoolica, zig-zagando sui marciapiedi. Notiamo subito che
qui la temperatura è molto più rigida di Okinava. Arrivati verso
le 11 all'hotel MySay e troviamo tutto chiuso malgrado avessimo
informato che saremmo arrivati tardi. Un attimo di apprensione poi
troviamo le indicazioni ed un campanello nascosto per mobilitare
l'addetto della ricezione, che arriva come un'automa a farci il
check-in. Ci addormentiamo subito in questa piccola ma ben riscaldata
camera giapponese.
sabato 5 gennaio 2013
1 - 7 gennaio 2013, a Okinawa
Foto seguono
1 gennaio:
oggi, dopo la lunga notte di San Silvestro ci siamo alzati molto
tardi per poi fare un giro del centro, a cercare un caffè con
qualcosa per colazione, finiamo cosi come ieri allo Starbucks dove
troviamo, oltre al passabile caffè anche della pasticceria non
troppo dolce. Quella giapponese è talmente dolce che preferiamo a
malinquore quella prefabbricata del Starbucks. Passando davanti la
libreria Yunkudo visitata ieri ci gustiamo per pranzo una abbondante
porzione di ottime patate dolci alla griglia. Visitato poi il bel
giardino cinese di Fukushen situato a solo 300m dal nostro Hotel.
Malgrado il posto sia di dimensioni ridotte vi sono, un laghetto
con cascata, vari ponti e torri e 5 templi di varie dimensioni.
Veramente notevole come sono riusciti a sistemare armoniosamente,
senza che sia troppo kitch, le varie strutture nel parco. Peccato che
alle 17.30 chiude ed il guardiano ce lo ricorda molto puntualmente.
Ci riseviamo di ritornare nei prossimi giorni per rivederlo sotto
un'altra luce … possibilmente quella del mattino!
2 gennaio:
Preso la carta giornaliera del monorail per visitare e vedere i
vari aspetti e quartieri della città di Naha. Vi è una sola linea
costruita inizialmente per collegare per collegare il centro con
l'aeroporto. La linea costò talmente tanto che poi dovette
rinunciare ad estenderla. Noi facciamo subito una visita
all'aeroporto per preparaci alla nostra partenza aerea dell'8 di
gennaio con la compagnia australiana JetStar. L'aeroporto è nuovo e
molto grande tanto che ci
sembra sovradimensionato per le sole esigenze locali. Oggi è
abbastanza affollato perché in Giappone i primi tre giorni dell'anno
sono festivi e allora i Giapponesi che possono vengono a cercare il
caldo al qui al sud. Poi riprendiamo il monorail per andare all'altro
capo della linea, a Shuri da dove si può visitare il parco con il
castello Shurijo. Prima di entrare nel parco facciamo la spesa con
dei sushi e frutta per un bel pick-nick nel parco. Il castello e
tutto il complesso sono stati ricostruiti dopo la totale distruzione
della seconda guerra
mondiale. La giornata è bella e la temperatura gradevole tanto da
vedere vari visitatori girare in T-Shirt. Oggi per i giapponesi è
giorno festivo per cui, e nostra fortuna, nel cortile davanti al
castello possiamo assistere a delle performance di danza e teatro
giapponese. Purtroppo la parte centrale del castello con il tempio è
in fase di restauro per cui rinunciamo ad entrare per la visita.
Ritorniamo poi dopo aver fatto il giro del piccolo lago alla base del
castello per ritornare a prendere il monorail e rientrare all'hotel.
La cena la facciamo in un ristorante della movimentata Kokusai Dori.
3 gennaio:
oggi giornata di relax e di preparazione delle prossime escusioni a
Nago e a all'isola di Kume. Dopo la colazione in camera partiamo a
piedi per la zona del porto dei traghetti per verificare da dove
partono, gli orari e quali sono i costi. Poi, dopo
un pranzo veloce in un caffè della zona del porto,, ci rechiamo a
piedi fino all'ufficio turistico, dove siamo accolti molto
cordialmente dall'adetto che si da da fare ad aiutarci, malgrado il
suo scarso inglese. Lui riconoscendoci , siamo oramai alla terza
visita ci accoglie sempre gentile e sorridente. Con lui verifichiamo
quando e da dove parte il bus che vogliamo prendere domani per
visitare l'acquario Churaumi di Nago al nord dell'isola di Okinawa.
4 gennaio:
partiti in taxi dall'hotel APA al terminale dei bus di Naha. Preso
qui bus il 111 per Nago, della durata di circa 1.5 ore. Dal
terminale dei bus di Nago ci facciamo portare indietro all'albergo
Route Inn di Yukufo a sud di Nago. Qui consegnamo i nostri bagagli
per poi prendere il bus 65 per il centro si intrattenimenti di Ocean
Park dove si trova il famoso acquario (Motubo), ca mezz'ora. Visitato
l'enorme parco con acquario, giardino tropicali ecc. grande e
spaziosa camera con ottima e abbondante colazione compresa per 80Fr.
Tempo piovvigginoso e fresco. Ritornati in albergo con taxi assieme a
due cinesi di Hong Kong, condividiamo la spesa per pagare meno del
bus. Fatto un bel bagno nella Open Onsen dell'albergo, inizialmente
freddo ma l'acqua ha 41 gradi e si cuoce bene!!
5 gennaio:
dopo la colazione all'hotel, e dopo aver fatto la ricarica di yen al
postomat delle poste giapponesi, preso il comodo bus 111 per
ritornare a Naha. Anche oggi il cielo è coperto e a tratti cade una
leggera pioggerellina, la temperatura è però sui 20 gradi e c'è
poco vento. Scesi al terminal dei bus di Naha decidiamo di
trasferirci a piedi all'hotel Rasso Matsushima, cosi da ispezionare
anche questa zona che costeggia la linea del monorail. E' appena
passato mezzogiorno che sul cammino troviamo uno ristorante in stile
western con una stuzzicante proposta di pane e pasticceria. Giusto
il posto per rinvigorirci con un caffè e gustare dei panini. Con
nostra estrema sorpresa troviamo sul tavolo, oltre alla salsa di soia
una bottiglia di buon olio di oliva toscano! Una prima assoluta per
noi in Giappone. Raggiamo l'hotel troppo presto per il check-inn,
lasciamo i bagagli e facciamo un giro di ispezione della zona
commerciale di Kokusai. La zona è molto estesa e a anche molto
confusa, qui si può trovare di tutto dai souveniers, ai vestiti, agli
alimentari, tutto assieme! Puoi trovare a lato delle mutande e
reggiseni la frutta e la verdura o le box di plastica, che qui
chiamano bento, con i sushi o altre proposte alimentari. Comunque è
molto pittoresco e rilassantte girare a zonzo fra le bancarelle. Qui
sembra, ma magari è solo in questo periodo festivo, che nessuno
abbia fretta! Noi ci comperiamo un paio di bento-box con del polipo e dei
sushi per cenare poi in camera. La qualità e la quantità sono
ottime e la presa modica. All'hotel Rasso dopo fatto il check-in e
vista la camera chiediamo se possiamo ritornare per l'ultima notte
dopo l'escursione di domani all'isola di Kume. Nessun problema per la
camera, ma il prezzo che ci chiedono pagando in cash è di un terzo
superiore a quello pagato via Internet tramite www.hotels.com.
Non vale neanche la pena di insistere con il tipo della ricezione
che parla inglese solo a segni, ritorno in camera faccio la
prenotazione alla tariffa ridotta ... e nemmeno il tempo di scendere
con l'ascensore che la conferma della mia prenotazione è già
arrivata sulla stampante del ricezionista. Prodigi di internet,
pensando che la transazione è stata fatta tramite un provider
italiano, l'addebito tramite un gestore di carte di credito americano
e la prenotazione ad un catena di alberghi giapponesi. Dopo la
sistemazione delle varie pendenze amministrative, ceniamo per poi
andare presto a dormire in modo da poterci alzare presto domani per
l'ecursione all'isola di Kume, Kume-jima in giapponese.
6 gennaio: escursione all'isola di Kume. Partenza dall'hotel
alle 7.15 per andare a piedi al porto ad acquistare il biglietto di
andata e ritorno (65 Fr a testa). La Kume Line parte puntuale alle
8.30 e dopo aver fatto una complicata manovra per girare la nave
all'interno del porto ci inoltriamo sul mare aperto. Inizialmente
sembra calmo, ma poi iniziamo a cavalcare le onde sempre più forti,
niente di buono per chi dovesse soffrire il mal di mare. Il tempo è
nuvoloso con qualche piccola finestra di blu da dove ogni tanto
riesce a sbirciare il sole. Sul percorso della navigazione riusciamo
sempre a vedere qualche isola o dei banchi di sabbia che appaiono
come delle fini linee gialla sopra l'orizzonte. Dopo ca. un'ora e
mezza facciamo scalo sull'isola di Tonaki, dove scendono in pochi e
non sale nessuno. In effetti sono pochi i passeggeri sul traghetto e
non ci meraviglia che la corsa di domani pomeriggio alle 2pm è stata
cancellata. Già Bob Walker ci aveva detto che avremmo trovati pochi
passeggeri e che quasi tutte le linee dei ferry sono mantenute
operative per garantire un minimo sevizio pubblico. Inoltre l'isola
di Kume è raggiungibile anche con un volo di 20' da Naha. All'arrivo
verso la 11.30 al porto piove e dobbiamo usare l'ombrello per
camminare verso il vicino paese per cercare un alloggio. Già al
primo tentativo troviamo una spaziosa camera nell'hotel Garden Hill
appena usciti dal porto. Si tratta di una grande infrastruttura
alberghiera con tanto di piscina e vasto parco,ma in questa stagione
è desolatamente vuota per cui riceviamo dal gentile e ospitale
gerente un prezzo speciale di 8'000yen con colazione inclusa. Ci
sistemiamo nelle spaziosa camera, che dopo le tante camere-bonsai
avute finora ci sembra un'esagerazione, per poi fare una visita a
piedi dei dintorni. Intanto il tempo cambia e arriva addirittura a
splendere il sole. Torniamo in albergo a prendere la bicicletta che
abbiamo liberamente a disposizione per cercare di raggiungere
l'altro lato dell'isola dove vi sono le spiagge e la maggiori
attrazzioni turistiche. Maggie preferisce fare il percorso di ca 5 –
6 Km a piedi. Arrivato dall'altra parte dopo aver attraversato una
infinità di piantagioni di canna da zucchero faccio una visita al
ponte che collega la piccola isola di Ojima a quella di Kume e le
belle spiagge di Eef desolatamente vuote in questa stagione. Faccio
poi la spesa in un negozio per poi ritornare con il tramontar del
sole all'abergo dove mi attende Maggie. Ceniamo nella calda camera
con le minestre ed il pesce fresco comperato poco prima. Peccato che
domani mattina dobbiamo partire con il traghetto delle 8.30, quando il
gerente dell'hotel ci aveva proposto di portarci a fare il giro
dell'isola con la sua auto .. gli diciamo che sarà per la prossima
volta!
7 gennaio:
ritorno da Kumejima e ultimo giorno a Okinawa
A parte alcuni
operai che ci lavorano siamo i soli ospiti a gustarci l'abbondante e
particolare colazione giapponese dell'albergo. Tutti sono cosi
gentili che ci risulta difficile rifiutare quanto ci viene proposto
... così ci capita che il gerente ci propone di portarci con la sua
auto fino al porto di partenza che dista solo 200m dall'albergo. Ci
caricano i bagagli e non abbiamo neanche il tempo di rispondere che
già ci troviamo in viaggio verso il porto! Anche oggi alla partenza
abbiamo fortuna con il tempo, è soleggiato e malgrado un po di vento
marino la temperatura è gradevole. L'imbarcazione di stamattina è
della stessa linea ma un po più piccola. Dopo aver fatto tutti i
preparativi e caricato i due camion ed i pochi passeggeri partiamo in
perfetto orario. Man mano che ci avviciniamo ad Okinawa il tempo
peggiora, il sole si nasconde e all'arrivo avremo la solita
pioggerellina pomeridana. Nel fermata intermedia sull'isola di Tonaky
sale a bordo un giovane backpaker giapponese che ci dice di essere
venuto qui per passare i sui quattro giorni di vacanza e di avere
ancora inserata il volo di ritorno a Tokyo. Conversando con lui
passiamo l'ultima ora di traghetto per poi sbarcare a Naha e
rientrare al nostro Rasso Hotel per passare l'ultima notte okinawese.
Ci concediamo l'ultima cena in un ristorante con l'intrattenimento
musicale di una copia proveniente dalle isole più a sud
dell'arcipelago di Okinava. Il gruppo si chiama Uruka ed è il nome
della loro città di provenienza sull'isola di Miyakojima, che come
ci dicono loro sono più vicini a Taiwan che a Okinawa. La musica è
molto particolare per essere giapponese, sembra un misto fra musica
caraibica e polinesiana e caratterizzata dal suono melodico,
monotono e quasi ossessivo del Sanshin, una specie di chitarra a tre
corde con la parte inferiore coperta con pelle di serpente, sembra di
lontane origini cinesi. Oltre alla bella musica ci viene servito un
ottimo pasto a base di pesce crudo insalata e frutti di mare. Poi
rientro all'hotel per prepararci alla partenza di domani per Tokyo.
28 - 31 dicembre 2012, a Okinawa
Foto seguono
28
dicembre: ottima e abbondante colazione western-giapponese
all'albergo; nettamente la migliore finora. Oggi siamo rimasti quasi
tutto il giorno in albergo a riposare, sistemare le varie questioni
amministrative e a prepararci per la continuazione del viaggio. Devo
infatti prenotare i voli per andare a Taiwan e da li verso le
Filippine, avendo oramai deciso di evitare l'inverno coreano. Nel
pomeriggio,mentre Maggie rimane in camera, io faccio un giro della
zona e visito il tempio buddista a pochi passi dall'hotel e vicino al
mare. Gironzolando nelle zona mi accorgo di essere capitato nel
quartiere rosa di Naha, molti locali mostrano discretamente alla
giapponese le foto con eloquenti inviti a frequentare le sale per i
massaggi nei vari alberghi a ore. Difatti noto che la tariffa per la
camera è molto bassa, ma poi vedo che cambia fra le varie fasce
orarie, capisco che è il prezzo, non per il pernottamento, ma per
una ora di occupazione. In un supermercato della zona compero una
bento-box con dei frutti di mare già cotti e del salmone fresco che
accompagnati da una baguette e dalla birra ci permetttono di fare una
ottima cena in camera. La temperatura è mite e costantemente attorno
ai 18 – 22 gradi, se non spira il vento si può girare con la
maglietta. L'albergo come già dice il nome Beach Side Hotel è
vicino al mare, ma fra l'hotel ed il mare passa l'autostrada. Per
fortuna è rialzata per cui si può andare fino al mare passandoci
sotto. La spiaggia seppur limitata è comoda per chi dal centro
vorrebbe fare il bagno nel mare. In inverno purtroppo la temperatura
non invita proprio a fare il bagno. Dalla nostra camera non riusciamo
a vedere il mare, ma abbiamo una bella vista verso il centro della
città e su un campo da golf totalmente recintato con una enorme rete
di protezione verde tutt'attorno. Il terreno è completamente pieno
di palline da golf che nessuno sembra interessato a raccogliere.
Intanto i golfisti continuano a sparare nuove palline sul campo. Non
capisco niente di golf, ma questo modo di giocare mi sembra molto
strano.
29
dicembre: Oggi, dopo
la colazione, alle 10 ci raggiunge all'hotel Bob, il professore
americano abbiamo conosciuto sul traghetto da Kagoshima. Con
la moglie Annie, originaria di Taiwan, si sono offerti per portarci
con la loro auto a fare un giro del sud dell'isola di Okinawa. Il
tempo è bellissimo con un cielo azzurro splendido, senza una nuvola
e con una temperatura gradevole. Dopo molto tempo, per evitare
sorprese, ci proteggiamo con la crema solare! La prima fermata è al
museo della pace, come è stato nominato il campo si battaglia,
teatro di uno dei più cruenti e terribili scontri della seconda
guerra mondiale, qui denominata guerra del Pacifico. Mai un nome è
stato così contraddetto! Secondo certe documenti storici morirono
sul campo di battaglia di Okinawa 250'000 persone, fra civili e
soldati dei due schieramenti. Fra queste 150'000 furono vittime
civili! Mentre le vittime americane solo, si fa per dire, 10'000. Per
gli americani fu il primo importante sbarco sul territorio
giapponese, mentre per i giapponesi si trattava di impedire ad ogni
costo lo sbarco, anche se Okinawa era un'isola ancora molto lontana
dalle città nevralgiche del paese. Solo leggendo certe spaventose
descrizioni si può capire quanto orribile furono quei mesi su queste
spiagge e scogliere che ora sono state tramutate simbolicamte ne
Parco della Pace. Solo i nomi dei 250'000 caduti (civili e militari
di ambo le parti) gravati sui grandi parallelepipedi in marmo nero,
testimoniano per far si che un simile orrore non si ripeti più.
Trovo che, dopo quelli di Hiroshima e Nagasaki, questo è il terzo
importante luogo simbolico lasciato in perenne ricordo per le future
generazioni. A complemento simbolico e spirituale sulla collinetta
artificiale dove sono stati sepolti collettivamente le vittime sorge
un bel Tempio Buddista. Dopo aver vissuto, con una certa tristezza e
commozione un'ora di visita del parco, un attimo di raccoglimento
davanti alla statua del Budda ha un effetto liberatorio. Con Bob non
parlo tanto della storia di questo posto perché so che lui
sicuramente la vedrebbe sotto un'altra ottica. Discutendo
sull'attuale necessità e giustificazione della presenza della base
aerea americana dopo oramai 25 anni dalla fine della guerra fredda,
mi aveva già fatto capire che fin che ci sono paesi come la Corea
del Nord e l'Iran le basi sono necessarie! Ecco perché torna comodo
ai militari avere in giro permanentemente qualche “fuocherello
acceso”! Passato questo momento di ricordo storico del punto più
a sud di Okinawa ci avviamo verso la costa est dove ci fermiamo in
un paesino su un'isoletta collegata con un ponte per pranzare in un
tipico ristorante locale. Bob ci dice che qui fanno i migliori Soba
Noodels (una specie di tagliatelle spesse fatte con la pasta di riso
cotte con verdura e carne di maiale) di tutta Okinava e che quando si
trova nei paraggi passa qui a farseli servire. In effetti, senza aver
fatto la prova di tutti gli altri, gli dobbiamo attestare che sono
veramente buoni e gustosi. Essendo con carne, Maggie deve ripiegare
su dei tempura di gamberetti e di patate dolci. Riprendiamo poi il
viaggio seguendo la costa est, dove assistiamo a dei voli in
parapendio sopra la scogliera, per poi andare a Okinawa-City dove
vive Bob. Lui vive in un appartamento all'ultimo piano con una bella
vista verso la baia di Okinawa-City. Ci godiamo la vista dal suo
balcone con un caffè servito gentilmente dalla moglie Annie.
Discutendo poi con lui scopriamo la sua vera vocazione: quella di
scrivere guide di viaggio. Ci fa vedere il manoscritto di ca 500
pagine della guida per la visite di tutte le isole dell'arcipelago di
Okinawa, Dice che nei 10anni che è qui le ha visitate tutte e di
aver ricercato e documentato tutto quanto trovato. La seconda sua
opera, che dovrebbe essere uscire fra 2 - 3 anni riguarda la
transiberiana, da lui percorsa già otto volte!! Terminiamo poi la
giornata con Bob e Annie visitando la base aerea americana di Kadena
dove lui insegna. All'entrata dobbiamo fare un permesso speciale,
Bob vorrebbe farci dare uno valido per una settimana in modo che
potremmo entrare ed uscire quando vogliamo. Ci dice che potremmo
eventualmente avere una camera nella base. Non è che ci teniamo
tanto perché saremmo un po tagliati fuori a 20K da Naha. Malgrado la
sua insistenza l'addetto al Gateway 1 della base ci concede un
permesso per una sola giornata. Facciamo tutta la procedura di
registrazione con fotocopia del passaporto, foto e firma per poi in
compagnia di Bob e Annie entrare in questa enclave militare americana
su territorio giapponese. Bob ci fa vedere le abitazioni di soldati e
ufficiali della Air Force, per poi finire nel grande shopping center
dove loro possono comperare tutto tax free. Fatto il giro del negozio
per poi cenare con una pizza e coca cola al Pizza Hut come se fossimo
a Las Vegas. L'escursione giornaliera con Bob termina con il
trasporto al nostro hotel a Naha e con la ppromessa di rimanere in
contatto. Loro il 3 gennaio vanno a Taipei dove saranno li anche al
nostro arrivo. Chissà che non
potremmo ri-incontrarci a Taipei?
30
dicembre: dopo la
colazione partiamo a piedi, sotto una leggera pioggerellina e un
forte vento che rende inutile l'uso dell'ombrello, per visitare il
tempio shintoista di Naminoue e l'adiacente tempio di Koshibyo
dedicato a Confucio che si trovano a poca distanza dal nostro hotel.
Poi continuiamo il giro per avvicinarci al centro commerciale di Naha
e prendere info di altri hotel dato che domani il Beach Side dove
siamo adesso è tutto occupato. Di ritorno facciamo la spesa in un
supermercato vicino al Loisir Hotel (probabilmente il più grande e
lussuoso Ressort di Naha!) per comperare del salmone e polipo fresco
per poi cenare nella camera del nostro hotel. Tramite internet
prenotiamo la camera per domani sera al APA Hotel del centro
nevralgico di Naha per soli 40 Fr., ma senza la colazione.
31 dicembre:
trasloco a piedi al APA Hotel, poi girato per il centro, visitato il
grande negozio di libri Yunkudo disposta su 5 piani. La Hoppli di
Milano sembrerebbe un'edicola se comparata con questo imponente
negozio di libri. I libri, non in giapponese sono solo due modeste
file di libri in inglese, altre lingue non esistono per niente! Per
il reparto dei famosi fumetti giapponesi Manga, è riservato un
intero piano. Anche oggi il tempo è nuvoloso con a sprazzi qualche
timida occhiata di sole. Facciamo poi una visita a piedi della
strada dei souveniers per poi rientrare a riposarci un po in albergo
per poi uscire a cena al Helios-Pub della Kokusai Dori. Qui per la
cena di San Silvestro scegliamo dei menù filo-occidentali; Maggie
Fish & Chips ed io una enorme bistecca di pollo senza ossa
accompagnata da verdura ed insalata locale. Fra queste un melone
amaro, per i miei gusti niente di particolare, ma qui pare sia molto
apprezzato! Per festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo acquistiamo una
bottiglia di spumante “Conte Cavour” al Family Market vicino al
nostro Hotel. Prima di festeggiare però ci godiamo un bagno
giapponese al “onsen” dell'albergo. Fatto il brindisi di
mezzanotte con il neoacquistato spumante astigiano guardando alla TV
i festeggiamenti con uno show in stile “americo-giapponese”.
Allegri ma molto controllati!
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