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giovedì 17 gennaio 2013

11 – 13 gennaio 2013, a Taipei

Foto seguono
11 gennaio: Ci alziamo con i primi rumori della strada e vediamo che il cielo è sereno mentre già stanno arrivando i primi raggi di sole. Per colazione ci accontentiamo dei resti portati dal Giappone accompagnati da un instant-coffi made in Japan. Apprezziamo la comodità di avere un bollitore ed un refrigerante in camera! Poi usciamo a fare il primo giro di ricognizione attorno alla stazione centrale per poi andare a pranzo al Palais e Chine con Bob (l'americano conosciuto a Okinawa),
la moglie Annie ed una coppia di loro amici, lui Aloy spagnolo e lei di origini taiwanesi che vivono a Madrid. Bob ci racconta che si erano conosciuti quattro anni fa durante una crociera sul Yangtse in Cina, appena prima chiudessero la famosa diga delle te gole. Il Palais e Chine è un lussuoso albergo con una serie di ristoranti al 16simo e 17simo piano. Oltre ad una lunga serie di varie pietanze cinesi riceviamo su precedente ordinazione l'anatra alla Pecchinese. Pur essendo un ristorante di lusso la fattura, che suddividiamo in tre, non è neanche eccessiva, paghiamo meno di 50Fr. a testa. Con Aloy, giornalista della radio spagnola International, mio vicino di tavolo ho una lunga conversazione sulla situazione in Spagna, in Europa e sui suoi molti viaggi a Taiwan, Giappone e Cina. Con Bob andiamo poi con la Subway verso la zona a est di Taipei per visitare, prima mausoleo a Sun Yat-Sen e poi la famosa Tower 101. Il Sun Yat -Sen Memorial Hall è una imponente costruzione con tetto a pagoda cinese e ospita un museo eduna enorme e sovradimensionata statua di quello che è riconosciuto come il padre della Cina moderna. Forse l'unica figura politica che unisce ancora le due Cine. Sun Yat-Sen fu un rivoluzionario che all'inizio del 19simo secolo, lottò contro l'occupazione straniera della Cina. Da lui provengono i tre principi della prima rivoluzione cinese: indipendenza nazionale, potere del popolo (cioè democrazia) e benessere del popolo (riforma agraria), molti anni ancora prima di Mao. Interessante notare che per Taiwan Mao non è esistito e non viene mai nominato, per la loro storia la rivoluzione Maoista è stata un “semplice incidente” a seguito della guerra civile cinese. Mentre siamo nella grande Hall abbiamo la fortuna di assistere il marziale cambio della guardia. Poi dopo aver fatto un giro nell'adiacente parco ci spostiamo di poche centinaia di metri per visitare la Torre 101. Questo edificio di 101 piani, e alto 509 metri è stato fino a tre anni fa la costruzione più alta al mondo, nel 2010 è infatti stato superato dal Burj Khalifa di Dubai, alto ben 828m. Anche l'ascensore è da Guiness dei primati con 1010 metri/minuto si raggiunge la piattaforma di osservazione all' 89simo piano in soli 37 secondi. Purtroppo un cartello ci segnala che per manutenzione uno dei due ascensori è fermo e che saremo costretti ad una fila di attesa di 500?. Credendo che esagerano e che potremmo riuscire a trovare una scorciatoia prendiamo i biglietti (ca 18Fr.) e ci mettiamo in attesa guardando nel frattempo l'interessante mostra di coralli marini di profondità, dai bei colori bianchi, rosa e rossi, qui esposti. Ci meravigliamo leggendo nelle spiegazioni che questi tipi di coralli, non avendo, come quelli delle barriere coralline, una funzione di protezione non sono protetti. Ci sembra una comoda scusa per saccheggiare le ultime riserve esistenti, infatti l'80% dei coralli marini di questo tipo provengono dai fondali fra la Cina e Taiwan. Intanto passa il tempo e la fila d'attesa si riduce solo lentamente, finché Bob che già soffre di dolori al ginocchio decide di lasciarci e rientrare a casa. Noi continuiamo la paziente attesa e quando il sole è già tramontato e la città è immersa nel buio arriviamo alla piattaforma di ossrvazione all'88simo piano. Lo spettacolo a 360 gradi sulla città illuminata è grandioso ... anche se vedere il tramonto sarebbe stato ancora più stupendo! Visitato poi la piattaforma esterna all'89simo piano e l'ammortizzatore dei movimenti della torre (Damper), una enorme sfera di plastica e metallo e gomma di 5m di diametro e del peso di 660 tonnellate (anch'essa da Guinees dei primati!) istallato al piano inferiore. Rientriamo poi in centro e all'hotel dopo aver cenato in un ristorante giapponese dei dintorni della stazione centrale.
12 gennaio: Anche oggi colazione in camera per poi uscire e recarci nel quartiere di Shilin dove abbiamo convenuto di visitare con Bob e la cognata Winnie alle 13.00 il National Palce Museum. Arrivati con la Subwai a Shilin facciamo uno stop in un ristorante vegetariano per pranzare. Con un bus, mentre la pioggia continua ad aumentare di ritmo, raggiungiamo il posto d'incontro con Bob ed entriamo subito a visitare quello che lui ci dice essere il museo di opere cinesi più importante all'esterno della Cina. In effetti quando Chan Kay Sheck dovette lasciare la cina continentale per Taiwan che ai tempi si chiamava ancora Formosa, si prese con se quanto possibile dai musei cinesi, in particolare dalla città proibita di Bejing. Sono quanto potremo visitare oggi con la qualificata guida di Bob, che ci dice di avere a casa sua negli USA una collezione molto corposa che ci invita a visitare. Il pezzo più famoso e notevole esposto qui è un cavolo cinese scolpito nella giada. Si tratta, oltre che di un'opera artistica di eccezionale valore, di un colpo di fortuna per l'artista di trovare il pezzo di giada con le sfumature tra il bianco ed il verde ideali per permettergli di realizzare questo capolavoro. Dall'assembramento di gente, con una coda di almeno 50 persone davanti la vetrina, si è subito intuito dove si trovava il “gioiello” dell'esposizione. Qui non lasciano fotografare, è un peccato, ma immaginarsi che davanti ogni vetrina potrebbero esserci resse di fotografi a lottare per fare una scatto è meglio cosi! Con Bob a darci le sue interessanti e qualificate spiegazioni passiamo in rassegna i tre piani con le innumerevoli sale tematiche del così vasto museo. Fra i vari temi a mè è piaciuto particolarmente quello delle curiosità con per esempio dei cofanetti apribili in molte maniere per nascondervi gioielli, monete e altri piccoli oggetti da trasportare in giro. Uno di questi è un cofanetto a forma di cubo dove i 4 lati se fatti ruotare diventano come delle vetrinette dove si vedono degli oggetti come se fossero esposti. Terminata la visita quasi per sfinimento fisico, Bob ci propone di andare poco lontano a prendere un thè in al Gran Hotel. Un enorme albergo con 500 camere costruito nello stile e con i colori ad imitazione dei templi cinesi. Maestosa e sfrarzosa è la hall di entrata con le enormi colonne rosse a caratterizzare l'atmosfera. Dei draghi di carta colorata illuninata dall'interno ci ricordano che fra tre settimane è previsto il capodanno cinese, e qust'anno sarà l'hanno del Drago. Mentre fuori continua a piovere noi ci gustiamo un buon thè cinese con dei dolci biscotti offerti da Winnie. Poi Bob, che domani rientra a Okinawa, ci invita alla cena di saluto che aveva prenotato con vari amici taiwanesi. Con piacere seguiamo l'invito ed andiamo nelle vicinanze della torre 101 per cenare assieme in uno dei tanti ristoranti taiwanesi dei centri commerciali. In compagnia di loro ci gustiamo le innumerevoli portate ordinate da Annie per soddisfare tutti i gusti. Terminiamo poi con i saluti e le promesse di rimanere in contatto per reincontrarci in Svizzera o da loro nell supervilla di Washinton DC. Prima di rientrare all'albergo con la Subway facciamo un giro di shopping nella librerie della zona.
13 gennaio: Oggi è domenica e lo si nota girando nella zona della stazione, dove anche di tardo mattino tutti i negozi e ristoranti sono chiusi. Partiamo con la subway per raggiungere la fermata del Mausoleo Chian Kai Sheck. Anche stamattina il tempo è brutto e piove, si stabilizzerà poi ne pomeriggio e sarà bello in serata. Il clima qui è molto mutevole e puòn capitare di passare in poche ore dall'estate all'inverno nello stesso giorno. Anche il mausoleo a Chiang Kay Sheck, fondatore e primo presidente dalla cosi chiamata Repubblica Popolare Cinese, divenuta in seguito Taiwan. Quando l'armata rossa di Mao conquistò tutta la Cina continentale, Chian aiutato dagli americani si rifugiò qui, nell'allora isola di Formosa fondando quella che per molti anni fu la Cina riconosciuta dall'ONU. Solo molto più tardi il mondo intero dovette capire che non si poteva ignorare un popolo di un migliardo, anche se comunisti, a vantaggio di una piccola nazione come Taiwan. Visitando il museo si capisce ancora oggi l'imbarazzo di qui tempi quando i contatti e le visite di stato per Taiwan venivano solo dagli USA, seppure guardinghi a non infastidire troppo Pecchino, il Guatemala, El Salvador, Paname e altri staterelli di poco significato politico. Ho anche trovato interssante, ma non mi aspettavo altro, di non vedere nei vari documenti e fotografie storiche nessuna menzione o riferimento a Mao. Solo marginalmente si dice l'esecito ostile o qualcosa del genere. Per fortuna il tempo ha poi mitigato i conflitti e ora i due paesi, se si tratta di fare affari, collaborano intensamente. Ne è la prova l'intenso afflusso di turisti e manager cinesi a Taiwan. Noi non li notiamo ma loro riescono facilmente ad identificarne la provenienza. Noi dedichiamo poi il poi il pomeriggio alla visita dei Templi Buddisti di Xingtian piccolo e molto frequentato, e in serata quello di Longshan,, grande e anche molo frequentato, anche perché oggi è domenica, giorno di preghiera. Fra un Tempio e l'altro troviamo il tempo per visitare il mercato del pesce e quello della frutta nelle vicinanze del tempio di Xingtian. Malgrado Bob ci aveva consigliato di visitare il tempio Xiangtian di non abbiamo preferito quello di Longshan più sfarzoso e colorato. Dopo i Templi passiamo poi a visitare e a divertici a fotografare le scene di vita del mercato notturno di Huaxi-Street. Qui ci facciamo servire una cena a base di pesce per Maggie, e di polipo per me, fatti cuocere davanti i nostri occhi su una piastra riscaldante. Infine rientro all'Ulysse Hotel per preparaci alla partenza di domani.