Oggi, dopo la
scarna colazione all'hotel, partiamo per quella che dovrebbe essere
un tranquilla tappa di trasferimento in bus. Ci facciamo portare con
un moto ed un ciclocarettino fino al Terminal dei bus a lunga
distanza. Qui però per nostro diappunto ci dicono che le partenze per
la nostra destinazione sono solo alle 17 del pomeriggio.
L'alternativa sarebbe quella di prendere un minibus e fare transit
(come dicono loro) a Padangsidempuan della durata di ca 3 ore, e da
li prendere un Bus per Bukittinggi. Detto fatto saliamo su primo
minibus, dove abbiamo la sorpresa di imbatterci sul primo turista
in viaggio con noi, è un tedesco in giro per il nord di Sumatra da
tre settimane. Anche lui ci dice che siamo i primi turisti in viaggio
con lui.
Mentre viaggiamo ci scambiamo molte utili informazioni sui
posti visitati e da visitare. Anche lui ha in l'intezione di andare verso
le Filippine passando però dalla parte malese del Borneo. Lui scende
a Padangsidempuan, dove intende cercare un alloggio e ripartire
domani. Noi invece ci prediamo un buon caffè sumatrese e ci mettiamo
alla ricerca di un bus pubblico per Bukittinggi. Sono quasi le 10 e
l'agente dell'agenzia accanto ci vende subito il biglietti del bus
per 100'000Rp per persona e ci dice che parte alle 13.00. Poi inizia
il nostro calvario di attese! Al ristorantino accanto siamo ospiti della famiglia che lo gestisce. Mohammed Sali che ci dice essere istruttore sportivo si arrangia a parlare in inglese. La figlia maggiore lo parla discretamente e dice avere il sogno di andare a vivere ad Amsterdam, il figlio minore gira con la maglietta della sua squadra (lo Spartak del paese) con il proprio nome sulla schiena, vorrebbe fare il calciatore ed andare a giocare in Italia. Conversando con loro il tempo passa veloce. Alle 13 l'agente fa segno con le dita che il bus passerà alle 14, poi alle 15. Quando ci dice che saranno le 16 iniziamo ad innervosirci e a chiedere una soluzione altenativa, che sembra essere subito trovata con un privato che ci porterebbe con la sua auto. La trattativa verte poi sul prezzo, prima ci dice che rimane quello del bus ma dobbiamo stare
in due sullo stesso sedile, controbattiamo che non entra nemmeno in discussione viaggiare 6 - 9 ore in simili condizioni. Poi si allontanano per cercare altri passeggeri, quando finalmente ritornano ecco arrivare come per incanto il nostro bus. Un po sgangherato ma per contro non totalmente occupato, a parte i sedili posteriori pieni di sacchi di riso e cipolle. Finalmente mentre sono già alle 16.15 si parte, ma purtroppo dopo due ore diventa notte e non ci rimane molto da vedere di questo stupendo paesaggio di foreste tropicali che attraverseremo. Per fortuna la luna piena, nuvole permettendo,
ci lasciano intravvedere qualcosa del percorso. Ogni tanto dal bus si sentono strani rumori, una volta sono i pneumatici rigommati a perdere una parte del profilo, che viene sempicemente strappato e via di nuovo. Poi mentre quasi mi addormento ecco un tremendo colpo con rumore di vetri rotti appena dietro a noi. L'autista ed l'assistente scendono, controllano e via di nuovo. All'arrivo scopriremo che un sasso deve aver colpito il finestrino della fila dietro la nostra (quello con il carico di cipolle) rompendolo totalmente! Il bus sulle salite viaggia quasi a passo d'uomo, alla fine per coprire il 290Km impiegheremo 12 ore e arriviamo alla stazione del bus di Bukkitinggi che sono le 4 del mattino.
Per
prima cosa ci dobbiamo “decontaminare” con una doccia dalla
polvere presa durante il viaggio in bus. Non c'eravamo accorti
perché era notte che la strada era molto polverosa, il colore
della nostra pelle non era per l'abbronzatura bensì la polvere
rosso-gialla della strada, che seppur asfaltata era disseminata di
numerosi cantieri. Poi andiamo fare una buona colazione al ristorante a due
passi dell'hotel, per poi fare un giro di ricognizione nella parte
storica della città. Bukittinggi che significa “collina alta” si
trova a ca. 1'000m di altitudine ed è stata fondata dagli olandesi
per sfuggire al caldo tropicale della costa. Si possono vedere
ancora, oltre al forte De Cock, costruito a protezione della città,
alcuni tipiche costruzioni coloniali dell'epoca. L'atmofera è
rilassata ed la gente sembra poco preoccupata dai problemi
quotidiani. Malgrado l'attrattivita del posto di turisti stranieri se
ne vedono ben pochi. Sulla piazza della torre dell'orologio
incontriamo (non per caso!) Armando (vedi foto a lato) che gestisce una piccola Agenzia
turistica il quale ci attira nel suo ufficio per proporci le sue
offerte di tour nei dintorni. Armando è sperimentato (ci mostra con
orgoglio di essere citato sulla guida dei Routard di 10 anni fa) è
anche molto cortese. Dopo le sue interessanti spiegazioni sulla
cultura dei Minangkabau,
di cui lui ne è un rappresentante orgoglioso, decidiamo di fare
con lui un tour di un'intera giornata a visitare delle risaie, delle coltivazion di verdura e frutta, dei villaggi tipici e per finire il lago Singkarak. Passiamo poi il resto della giornata gironzolando tra il Pasar (Mercato), la grande e movimentata piazza dell'orologio e le stradine della parte alta della città. Rientrati al nostro alloggio con la stupenda vista sulla città sottostante mi diverto a riprendere delle immagini ricercate, come quella con i miei piedi con vista dal balcone della camera. Ceniamo poi presto al "Canyon Restoran" per poi andare a riposarci dagli strapazzi della notte precedente passata in bus con poche ore di sonno.
di cui lui ne è un rappresentante orgoglioso, decidiamo di fare
con lui un tour di un'intera giornata a visitare delle risaie, delle coltivazion di verdura e frutta, dei villaggi tipici e per finire il lago Singkarak. Passiamo poi il resto della giornata gironzolando tra il Pasar (Mercato), la grande e movimentata piazza dell'orologio e le stradine della parte alta della città. Rientrati al nostro alloggio con la stupenda vista sulla città sottostante mi diverto a riprendere delle immagini ricercate, come quella con i miei piedi con vista dal balcone della camera. Ceniamo poi presto al "Canyon Restoran" per poi andare a riposarci dagli strapazzi della notte precedente passata in bus con poche ore di sonno.