Sveglia
alle 5.30 per poter fare colazione alle 6.00, prendere un taxi (ca
30'/70KRupie, fino al porto di Sekupang), comperare i biglietti per
il ferry ed imbarcarci alle 7.30. Il taxista guida l'auto con sul
sedile accanto una bambina di un anno. Al primo colpo d'occhio mi
sembrava una bambolina, poi vedo che si muove, in padre ci dice che
ha un anno. Ci preoccupa però che non è per niente allacciata,
speriamo con successo che il padre sia almeno prudente a guidare, non
più di quel tanto, ma oramai c'è poco da fare! Allo sportello
della Dumai-Line comperiamo per 260'000 Rupie l'uno i biglietti per
la corsa di sei ore in traghetto fino a Dumai sull'isola di Sumatra.
lil silo della fabbrica svizzera di cemento Holcim ci mostra la nostra presenza industriale in Indonesia. Dopo aver ancora pagato un tassa supplementare, sembra per
l'assicurazione (speriamo che non ci serva!) riusciamo scombattendo
con quelli che ci vogliono aiutare a portare il bagaglio, a salire
sul nostro Dumai-Jet. Non sembra nemmeno tanto vecchio, pulito e ben
organizzato. Partiamo poi alle 7.50 e ci accorgiamo subito che quando
spinge i motori al massimo raggiunge una velocità ragguardevole.
Sono curioso di poi verificare la velocità con i dati del mio
ricevitore GPS. Il tempo è bello e all'uscita del porto riusciamo a
scorgere in lontananza I grattacieli di Singapore con il sovrastante
smog color marrone scuro. A bordo, a parte una giovane "viso
pallida" che viaggia, da sola siamo gli unici turisti.
L'intrattenalys imento è garantito dai molti bambini a bordo, sempre in
movimento ma tranquilli. . Il percorso dell'imbarcazione segue la
costa percorrendo i vari canali fra le isole, in alcuni posti sembra
quasi di navigare su un fiume.
Facciamo brevi fermate a Karimun
(9.00), Selatpajan (10.45) e Benk(12.40) per poi arrivare a
Dumai alle 14.15. Capiamo
già da lontano di essere in vista del porto di Dumai vedendo i
grandi depositi di petrolio, le pipeline e le fiammate del gas che
viene bruciato dalle torri tutt'attorno. Stiamo entrando nel più
grande terminal petrolifero di Sumatra e probabilmente dell'intera
Indonesia. All'arrivo del battello le solite scene con la gente che
spinge per cercare di uscire prima e i portatori che vorrebbero
strapparti i bagagli dalle mani per aiutarti. Con calma usciamo per
ultimi, ci fermiamo al primo bar per ordinare un caffè, che a nostra
sorpresa è uno alla turca. Non male ma ci vuole mezz'ora per
poterlo bere. Intanto ci siamo già beccati un angelo custode che non
ci mollerà finché non ci avrà trovato una sistemazione. Dopo aver
dimezzato il prezzo ci facciamo trasportare all'hotel City dove per
20 CHF riceviamo una dignitosa camere senza finestre verso l'esterno.
Ci avviamo poi sotto il cocente sole tropicale a cercare la stazione
di partenza dei bus per verificare gli orari di partenza per il bus
di domani verso il lago Toba. Appena partiti veniamo seguiti da un
pedalatore di rischiò di nome Alex che ci propone il suo trabiccolo,
secondo lui di costruzione russa, per portarci in giro. Un po
malfidenti sulla stabilità del mezzo gli do un dollaro di Singapore
per fare una foto con lui. Il tipo ci seguirà poi tutta la sera.
Solo al ristorante dove ci fermiamo a cena riusciamo a sganciarlo
dicendogli che vorremmo avere un po di privacy. Alla fine ci dicono
ce la stazione dei bus è troppo lontana probabilmente già chiusa.
Prima di andare a dormire ci godiamo una birra fresca al ristorante
dell'hotel.