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lunedì 22 ottobre 2012

22 ottobre, da Batam a Dumai


Sveglia alle 5.30 per poter fare colazione alle 6.00, prendere un taxi (ca 30'/70KRupie, fino al porto di Sekupang), comperare i biglietti per il ferry ed imbarcarci alle 7.30. Il taxista guida l'auto con sul sedile accanto una bambina di un anno. Al primo colpo d'occhio mi sembrava una bambolina, poi vedo che si muove, in padre ci dice che ha un anno. Ci preoccupa però che non è per niente allacciata, speriamo con successo che il padre sia almeno prudente a guidare, non più di quel tanto, ma oramai c'è poco da fare! Allo sportello della Dumai-Line comperiamo per 260'000 Rupie l'uno i biglietti per la corsa di sei ore in traghetto fino a Dumai sull'isola di Sumatra. lil silo della fabbrica svizzera di cemento Holcim  ci mostra la nostra presenza industriale in Indonesia.
Dopo aver ancora pagato un tassa supplementare, sembra per l'assicurazione (speriamo che non ci serva!) riusciamo scombattendo con quelli che ci vogliono aiutare a portare il bagaglio, a salire sul nostro Dumai-Jet. Non sembra nemmeno tanto vecchio, pulito e ben organizzato. Partiamo poi alle 7.50 e ci accorgiamo subito che quando spinge i motori al massimo raggiunge una velocità ragguardevole. Sono curioso di poi verificare la velocità con i dati del mio ricevitore GPS. Il tempo è bello e all'uscita del porto riusciamo a scorgere in lontananza I grattacieli di Singapore con il sovrastante smog color marrone scuro. A bordo, a parte una giovane "viso pallida" che viaggia, da sola siamo gli unici turisti. L'intrattenalys imento è garantito dai molti bambini a bordo, sempre in movimento ma tranquilli. . Il percorso dell'imbarcazione segue la costa percorrendo i vari canali fra le isole, in alcuni posti sembra quasi di navigare su un fiume.

Facciamo brevi fermate a Karimun (9.00), Selatpajan (10.45) e Benk(12.40) per poi arrivare a Dumai alle 14.15. Capiamo già da lontano di essere in vista del porto di Dumai vedendo i grandi depositi di petrolio, le pipeline e le fiammate del gas che viene bruciato dalle torri tutt'attorno. Stiamo entrando nel più grande terminal petrolifero di Sumatra e probabilmente dell'intera Indonesia. All'arrivo del battello le solite scene con la gente che spinge per cercare di uscire prima e i portatori che vorrebbero strapparti i bagagli dalle mani per aiutarti. Con calma usciamo per ultimi, ci fermiamo al primo bar per ordinare un caffè, che a nostra sorpresa è uno alla turca. Non male ma ci vuole mezz'ora per poterlo bere. Intanto ci siamo già beccati un angelo custode che non ci mollerà finché non ci avrà trovato una sistemazione. Dopo aver dimezzato il prezzo ci facciamo trasportare all'hotel City dove per 20 CHF riceviamo una dignitosa camere senza finestre verso l'esterno. Ci avviamo poi sotto il cocente sole tropicale a cercare la stazione di partenza dei bus per verificare gli orari di partenza per il bus di domani verso il lago Toba. Appena partiti veniamo seguiti da un pedalatore di rischiò di nome Alex che ci propone il suo trabiccolo, secondo lui di costruzione russa, per portarci in giro. Un po malfidenti sulla stabilità del mezzo gli do un dollaro di Singapore per fare una foto con lui. Il tipo ci seguirà poi tutta la sera. Solo al ristorante dove ci fermiamo a cena riusciamo a sganciarlo dicendogli che vorremmo avere un po di privacy. Alla fine ci dicono ce la stazione dei bus è troppo lontana probabilmente già chiusa. Prima di andare a dormire ci godiamo una birra fresca al ristorante dell'hotel.