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domenica 21 ottobre 2012

18 - 20 ottobre: Tre giorni a Singapore


La mattina ci alziamo tardi, ma siamo ancora un po sconbussolati dal volo e dal cambio di fuso orario. L'impatto poi con il calore (ca. 35 gradi) e intensa luce del sole mi fa apparire come uno zombi in cerca di ombra. Mi accorgo subito che devo rallentare il mio ritmo se non voglio finire come un tricheco in un bagno di sudore. Quando sudo tanto mi viene sempre in mente il mio capo quando ero apprendista che diceva "sudo come un trichecho". Non ho però mai approfondito per sapere se veramente anche i trichechi sudano! Per me si pone in questi paesi il solito problema
con gli impianti di aria condizionata. Un po sembra di essere ai  tropici poi si entra in un negozio e si è al polo nord! Niente male intanto cominciamo ad accclimatizzarci, sia alla temperatura sia alla cultura della gente, anche se a Singapore è un po tutto confuso, fra cinesi, malesi, indiani (quelli dell'India), indonesiani e western come noi. La prima consuetudine particolare, ma che già conoscevo, che mi confronto è quella della consegna delle baconote. Alla cassa il resto te lo consegnano a due mani, e l'imbarazzo mio è di sapere come riprenderle. Osservo in giro e noto con mia tranquillità che ognuno le riprede in modo differente, e non vedo neessuno che le riprende a due mani.
Per prima cosa dopo una "colazione indiana" è di trovare un alloggio per Backpacker al posto del "lussuoso" Mayo Inn. Finiamo nel Prince of Wales, organizzato in stile australiano, la nostra camera è la Darwin. A parte un megaschermo TV con console per i giochi che nemmeno accenderemo, nessun grande confort ma pulita e con finestre verso il retro.

Il secondo giorno lo passeremo gironzolando per ChinaTown e la bella ed accogliente zona del fiume, del quale è meglio non entrare in contatto con l'acqua di un bel color caffelatte. Cena in un ristorante giapponese lungo il canale. Al ritorno un bel acquazzone tropicale ci sorprede proprio all'uscita della metropolitana di Little India. La sorpresa ci aspetta al nostro Hostel con musica a volontà fino alle quattro di notte. Durante le ore di intrattenimento involontario decidiamo che la mattina dopo la colazione come prima cosa cercheremo un'altro alloggio: possibilmente con meno attività notturne collaterali.

Il terzo giorno, dopo aver cambiato alloggio ed eessere ritornati al Mayo Inn, lo dedichiamo alla visita della zona del porto per verificare la partenza dei traghetti per l'isola di Batam in Indonesia. Qui non riusciamo ad avere più info di quella che la soluzione migliore per arrivare sull'isola di Sumatra è di recarsi a Sekupang (ca. 45 minuti di traghetto) e da li predere poi un'altro trghetto verso Dumai o Pekanbaro. Nessuno è in grado di darci info accettabili sugli orari e le destinazioni. Anche le info su internet sono in gran parte vecchie ed inaffidabili.Decidiamo quindi di  partire doman di buon orario e seguire i consigli ricevuti: andare sul posto e verificare di persona.
Passiamo poi il resto della giornata fra i grattacieli ed i negozi di Orchard Rd. Qui troviamo per mia grande soddisfazione una libreria di dimensioni gigantesce, mai viste finora. Si tratta della giapponese: Kinokunya, solo il reparto dei libri in giapponese è  grande almeno tre volte la Melisa di Lugano, poi vi è  il reparto cinese, thai, inglese ecc. ecc. Alla fine ci prendiamo un dizionarietto inglese - indonesiano per cercare di comunicare almeno qualche parola nei prossimi mesi. Terminiamo poi dopo esserci riparati dal solito acquazzone serale nei vari  sottopassaggi della enorme stazione MRT (La Metro di Singa) di  Orchard Rd prima di cenare in un ottimo ristorante indiano di Little india