Ci svegliamo con i primi rumori del traffico che passa sotto la
nostra finestra, per poi farci servire la colazione americana con
french toast. Prima di partire facciamo un tentativo di visitare il
centro, ma già dopo pochi passi, la puzza dell'inquinamento dei
motorini è impossibile.Noi riusciamo a fare una visita cattedrale,
non molto lontana dal nostro hotel. Mentre passiamo davanti l'entrata
vediamo la numerosa folla di fedeli e sentiamo il prete a fare la
predica in inglese.Le sue parole, per mia sorpresa .. ma non poi
cosi tanto, sono un'inno agli americani e alla glorificazione del
loro successo. Mancavano solo degli spot pubblicitari per la CocaCola, McDonald o Monsanto per completare la propaganda pro USA!
Oggi è domenica i negozi sono chiusi, la gente gira ben vestita e rilassata, ma il traffico già di buon mattino è molto intenso con le conseguenze che l'aria è irrespirabile.
Proviamo a coprire la bocca ed il naso con un fazzoletto come fanno tanti, ma serve a ben poco.
Non ci resta solo che prendere i nostri bagagli all'hotel e partire al più presto da questa puzzolente città. Se qui dovessero misurare le polveri fini ed ultrafini si romperebbero gli strumenti!. Dopo un breve percorso in tricycle, partiamo con un taxi-furgoncino verso Tamok ad una 70ina di km ma già sulle prime alture della cordillera. Sul furgocini siamo sistemati un po come sardine in 14 più l'autista. Il percorso, dopo l'attraaversamento su un lungo ponte in metallo del fiume Cagayan attraversa interminabili piantagioni pianeggianti di riso. In tanti posti usano una carreggiata della strada per spandere il riso a seccare. Pratica un po pericolosa, specialmente per il povero riso! Arriviamo, alle 12.30, dopo un'ora e mezza, e veniamo scaricati proprio davanti al Golden Berries Hotel. Un bel posto con piscina, ristorante e negozi; un po una stranezza da queste parti. Splende il sole per cui ne approffittiamo subito dell'accoglieente piscina. Facciamo bene perché poi il sole si ritira dietro le nuvole e la temmperatura si riduce alquanto. Il nostro vicino di camera, un simpatico coreano di nome Kim, che gira da solo ed è arrivato dalla direzione inversa ci fornisce varie utili info per le prossime tappe del nostro viaggio nella cordillera centrale di Luzon. Noi poi usciamo poi a fare una lunga passeggiata fotografica fra le risaie attorno all'hotel, prima di assaporarci una ottima cena. Con il coreano, siamo gli unici clienti coccolati dell'hotel. Kim ci dice di aver costruito un sistema per la tostatura e la macinazione del caffè, per cui è interessato particolarmente a questo hotel, dato che anche loro acquistano il caffè grezzo dei locali e lo lavorano per venderlo nel negozio come caffè Kalinga Blend, dal nome del distretto dove siamo.
Oggi è domenica i negozi sono chiusi, la gente gira ben vestita e rilassata, ma il traffico già di buon mattino è molto intenso con le conseguenze che l'aria è irrespirabile.
Proviamo a coprire la bocca ed il naso con un fazzoletto come fanno tanti, ma serve a ben poco.
Non ci resta solo che prendere i nostri bagagli all'hotel e partire al più presto da questa puzzolente città. Se qui dovessero misurare le polveri fini ed ultrafini si romperebbero gli strumenti!. Dopo un breve percorso in tricycle, partiamo con un taxi-furgoncino verso Tamok ad una 70ina di km ma già sulle prime alture della cordillera. Sul furgocini siamo sistemati un po come sardine in 14 più l'autista. Il percorso, dopo l'attraaversamento su un lungo ponte in metallo del fiume Cagayan attraversa interminabili piantagioni pianeggianti di riso. In tanti posti usano una carreggiata della strada per spandere il riso a seccare. Pratica un po pericolosa, specialmente per il povero riso! Arriviamo, alle 12.30, dopo un'ora e mezza, e veniamo scaricati proprio davanti al Golden Berries Hotel. Un bel posto con piscina, ristorante e negozi; un po una stranezza da queste parti. Splende il sole per cui ne approffittiamo subito dell'accoglieente piscina. Facciamo bene perché poi il sole si ritira dietro le nuvole e la temmperatura si riduce alquanto. Il nostro vicino di camera, un simpatico coreano di nome Kim, che gira da solo ed è arrivato dalla direzione inversa ci fornisce varie utili info per le prossime tappe del nostro viaggio nella cordillera centrale di Luzon. Noi poi usciamo poi a fare una lunga passeggiata fotografica fra le risaie attorno all'hotel, prima di assaporarci una ottima cena. Con il coreano, siamo gli unici clienti coccolati dell'hotel. Kim ci dice di aver costruito un sistema per la tostatura e la macinazione del caffè, per cui è interessato particolarmente a questo hotel, dato che anche loro acquistano il caffè grezzo dei locali e lo lavorano per venderlo nel negozio come caffè Kalinga Blend, dal nome del distretto dove siamo.